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sabato 25 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: Satira Preventiva....


Seconde Case
Come Se Piovesse

In Liguria i binari sottraggono spazio alla fiorente industria edilizia per lombardi e piemontesi. Che passano nelle loro residenze una settimana all’anno.
Mentre si diffondono modelli per affrontare l’emergenza frane

Dopo la catastrofe sfiorata ad Andora, con un treno deragliato per il crollo di una terrazza sui binari, la Liguria si interroga: che cosa ci faceva una linea ferroviaria così vicina alla terrazza di un alloggio privato? Quel convoglio, per passare proprio lì, aveva i permessi in regola? E adesso chi ripaga la signora Ines per la perdita del suo terrazzo e di dieci vasi di gerani, una statua di Padre Pio in gesso dipinto con buco al centro per infilarci l’ombrellone e un tavolo di plastica con tela cerata a quadretti e quattro sedie pieghevoli? E infine, come è possibile che, con la scusa dei collegamenti tra Italia e Francia, la ferrovia sottragga una fetta di territorio così importante alla fiorente edilizia privata ligure?
Le Cifre L’industria delle seconde case è l’architrave che regge (si fa per dire) l’economia ligure. Le seconde case si dividono in due categorie: le seconde case vere e proprie e le seconde case derivate, che appartengono a chi , avendo già una seconda casa, necessita di una seconda casa della sua seconda casa. Il tempo di permanenza medio dei lombardi e dei piemontesi nelle seconde case liguri è di una settimana all’anno. Nelle restanti 51 settimane, gli escrementi dei gabbiani formano sui terrazzini uno strato di guano che, raccolto con apposita paletta e conferito al più visino gassificatore  (nei pressi di Barcellona), può essere trasformato in combustibile.
Il Territorio Apparentemente montuoso e in molti casi a strapiombo sul mare, il territorio ligure è stato riclassificato fino dagli anni Settanta come”diversamente orizzontale”. Con questo provvedimento gli amministratori locali, lungimiranti, hanno potuto procedere alla cementificazione quasi integrale. Via le infide macchie di bosco infestate dal pericoloso rovo, il fico dai frutti osceni e, quando cadono a terra, scivolosi per i passanti, i secolari muri a secco con quei sassi troppo bitorzoluti per essere ricoperti di piastrelle, come suggerirebbe il decoro urbano. Via le magnolie, le passiflore e le bouganville delle ville e dei giardini, inutili bellurie per quattro contesse inglesi dementi, roba in grado di appassionare solo il papà botanico di Italo Calvino, il giardiniere di Italo Calvino, i lettori di Italo Calvino e Italo Calvino stesso.
L’Esperimento E’ stato ricostruito l’itinerario sugli alberi che il Barone Rampante percorreva nel celebre romanzo, attraverso eucalipti, lecci, roveri, noci, pini, senza mai mettere un piede in terra. Gli studiosi  hanno concluso che è possibile ripeterlo pari pari servendosi di antenne televisive, sopralzi mansardati, bovindo piastrellati, comignoli bitumati, cornicioni, balconi. Secondo alcuni praticanti del “Roofing”, nuovo sport estremo che  consiste nel percorrere grandi distanze saltando saltando di tetto in tetto, è possibile arrivare da La Spezia a Ventimiglia: manca solo una breve tratta lungo le Cinque Terre, ma si conta, in pochi anni, di edificare anche quell’area depressa.
La Prevenzione L’inesplicabile ostile opera di erosione delle frane non trova comunque impreparata l’imprenditoria ligure. Già pronti nuovi modelli di seconda casa in grado di affrontare ogni emergenza. Molto richiesta la casa—toboga, munita alle fondamenta di grossi pattini in grado, in caso di frana, di sostenere l’abitazione nel corso della sua vorticosa discesa a mare; piace soprattutto ai nuovi ricchi russi che se la fanno costruire già in bilico sul precipizio nella speranza di provare il brivido dello slavinamento a valle. Ingegnosa la casa-tomba, già predisposta, nel caso sia sepolta da una frana, per trasformarsi in un battibaleno in tomba di famiglia, con tanto di lumini che si accendono automaticamente e lapide rotante che prende il posto della porta di ingresso. Ma c’è chi punta tutte le sue carte sulla “casacomba”, un bilocale con angolo cottura in tutto e per tutto identico alla classica seconda casa, ma costruita almeno 50 metri sottoterra, così da essere del tutto al riparo da frane e alluvioni. Ha finte finestre con vista mare dipinta e, in caso di guasto dell’ascensore che riporta in superficie, un kit di sopravvivenza per speleologi.

Michele Serra – L’espresso – 30 gennaio 2014

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