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giovedì 23 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: Per Posta...


La tentazione dal potere non risparmia nessuno,
ma c’è anche chi dice di no

Caro Serra, “state arrestando un premio Nobel” grida la folla contro un agente
 particolarmente zelante mentre tenta di trascinare con sé Jean- Paul Sarte.
 Il filosofo, con una cerchia ristretta di amici, è intento a distribuire
gratuitamente le copie, preventivamente  sequestrate, del giornale La Cause du Peuple in nome della libertà di stampa. L’intellettuale esce dal proprio atelier per prender parte attiva nella Storia, in virtù di quei valori di cui diventa portavoce nella prassi; una costante che ritroviamo nella vita dello scrittore, affiancata sempre dall’instancabile compagna De Beauvoir; dalla lotta al nazifascismo alla difesa degli studenti durante il ’68 passando per la definitiva disillusione del socialismo durante l’occupazione della Cecoloslovacchia. Fino ad arrivare a quella scelta tanto angosciata ma anche inevitabile che lo porta per ragioni personali e obiettive, a rifiutare il prestigioso premio. Ed ecco allora far confluire nel Reale i sommi ideali della Morale; in fondo, che cosa sarebbe rimasto di Sartre e dell’Esistenzialismo se si fosse lasciato istituzionalizzare?
Mi chiedo a questo punto, , se c’è stata un’estromissione dell’intellighenzia italiana dalla storia dell’ultimo ventennio, o meglio, la mancanza di una solida e unanime guida che avesse potuto evitare il pantano etico-ideologico-culturale in cui, ora, rischiamo di annegare.
Daniele Gangemi (Sarnico, Bergamo)

Caro Gangemi, potrei cavarmela dicendo che la stagione dell’”impegno”, inteso come militanza politica senza se e senza ma, non è finita solamente per gli intellettuali, ma per tutti. Anche perché, per fare scelte di campo nette, bisognerebbe che il campo fosse altrettanto nettamente diviso, se non tra “buoni” e “cattivi”, almeno tra una tesi e un’antitesi. Schierarsi, fino a una quarantina di anni fa, era un’opzione assai agevolata dalle circostanze storiche. Ma pensi – per fare l’esempio più ovvio – a come le carte si sono rimescolate (anche per Sartre…) con la caduta, prima morale e poi materiale, del campo socialista. E pensi a quanto era più evidente un tempo, specie per un’intellettuale, l’azione della censura e della repressione del dissenso anche nel cosiddetto “mondo libero” (film scomunicati o addirittura mandati al rogo, come La dolce vita e Ultimo tango a Parigi, giornali di sinistra banditi dai luoghi di lavoro, l’omosessualità punita con la galera come accadde al professor Aldo Braibanti). Prendere posizione era, specie per gli intellettuali, quasi inevitabile. Oggi il potere ha una condotta assai più subdola e abile. Delle sue leve classiche, rimane in vigore soprattutto la seduzione del denaro. Così estesa, negli ultimi anni, da rendere quasi del tutto inutili le maniere forti: non cercare di distruggere chi è contro di te, prova piuttosto a comperarlo. Sì, stiamo parlando esattamente di Berlusconi e della sua epoca. E qui, per entrare nel merito della sua critica, dovrei farle un elenco di artisti e di intellettuali (ma anche di semplici cittadini) che “ non sono stati a disposizione”.
E si sono opposti con passione e con durezza. Ma – fortunatamente – sarebbe un elenco abbastanza lungo: troppo lungo per lo spazio di questa rubrica.

Michele Serra – Il Venerdì di Repubblica – 17 gennaio 2014

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