Al Gran Ballo dei
supplenti
La sovrapposizione di
ruoli e competenze è il morbo endemico delle istituzioni.
Renzi fa quello che
dovrebbe fare Letta, Napolitano forza i partiti, la Consulta sostituisce il
parlamento. E anche i cittadini propongono Leggi
C’è un doppio autista alla guida del nostro taxi collettivo,
e ciascuno stringe un volante fra le dita. Da un lato Enrico Letta, il pilota
ufficiale, con la sua divisa blu. Dall’altro Matteo Renzi, il pilota da Formula
1, con i piede sull’acceleratore. Il guaio è che non sempre i conducenti
eseguono la medesima manovra, sicchè il taxi va a zigzag. E quando va bene, ci
costringono a ripetere due volte la gita, sprecando tempo e benzina. E’
successo, per esempio, il 7 gennaio: Letta incontra a Roma la Giannini,
segretaria di Scelta civica, per discutere il contratto di coalizione; nelle
stesse ore Renzi incontra a Firenze Mario Monti, fondatore del partito, per
trattare l’identica questione.
Situazione Inedita? Non troppo. Magari ormai non ci facciamo
caso, però la sovrapposizione dei ruoli e delle competenze è il morbo endemico
delle nostre istituzioni. Nessuno fa il proprio lavoro, tutti s’incapricciano
del lavoro altrui. E c’è una parola magica, anzi no, stregata, per descrivere
questa malattia: supplenza. Napolitano viene accusato a giorni alterni d’aver
inaugurato una monarchia repubblicana, benché nel suo caso l’accusa suoni
ingenerosa. E’ innegabile però che in varie circostanze il presidente, per
scongiurare guai peggiori, abbia forzato lo stallo dei partiti. Si chiama
horror vacui, terrore del vuoto, e funziona in natura così come nelle
istituzioni: se ciascuno lascia libera la poltrona su cui stava seduto, qualcun
altro vi poserà le chiappe.
E infatti, chi ha cambiato la legge elettorale? La Consulta,
benché non sarebbe il suo mestiere; colpa tuttavia del Parlamento, che non è
riuscito a sbarazzarsi del Porcellum. E le leggi, chi le scrive? Spetterebbe,
di nuovo, al Parlamento; è diventata viceversa la prima occupazione del
governo, attraverso un’alluvione, di decreti legge, di maxiemendamenti, di
leggi delegate- E chi decide la carriera dei politici? Dovrebbe toccare agli
elettori; ma da Tangentopoli in avanti sono i giudici, i loro giustizieri. E’
il carico fiscale? Qui è più facile: ogni decisione ricade sul ministro
dell’Economia. Mica vero, come dimostra il pasticcio sugli scatti d’anzianità
per gli insegnanti (150 euro al mese da restituire): baruffa tra Carrozza e
Saccomanni, poi si scopre che ne erano entrambi inconsapevoli, avendo stabilito
tutto i loro uffici. Cerchi il ministro,
trovi il burocrate.
Sarà per questo, sarà per via del balletto che hanno messo in
scena le nostre istituzioni, che adesso a ogni italiano è venuta voglia di
ballare. Indossando i panni di Licurgo, il grande legislatore. O di Napoleone,
il grande governatore. Sta di fatto che sono 27 le proposte di legge popolare
all’esame delle Camere, anche se fin qui loro ne hanno discusse appena tre,
ovviamente senza mai deciderle. C’è dentro un intero programma di governo: idee
sul reddito minimo, le servitù militari, l’eutanasia, il diritto allo studio,
le fonti rinnovabili, l’immigrazione, il lavoro, la giustizia, la legge
elettorale, Equitalia, le pensioni, i costi della politica. Una pioggerellina
normativa che rimbalza sull’ombrello dei parlamentari, anche se in futuro potrà forse riuscire a perorarlo: è
alle viste una riforma del regolamento della Camera, che renderebbe
obbligatorio la trattazione delle iniziative popolari Nel frattempo ciascuno
s’arrang
A come può. Chi è il premier, Letta o Renzi? E chi è più
grillino?, Grillo o Berlusconi? Al sodo: con chi dobbiamo prendercela quando
succede (e succede) che le cose vanno storte? Con il governo? Con il partito?
Con lo Stato oppure con la Regione? Vattelapesca. Giacchè l’unica regola
osservata in questo Paese senza regole è che il “supplito” non accetta di buon
grado le incursioni del supplente. No: s’oppone, strepita, protesta. Soltanto
nell’ultimo mese (dicembre 2013) sono stati sei i conflitti d’attribuzione decisi
dalla Consulta. “C’è grande confusione sotto i cieli: eccellente situazione”,
diceva il presidente Mao. In Cina, forse sotto il comando delle Guardie rosse.
Ma qui in Italia, per orientare il traffico, dovremmo mettere al governo un
vigile urbano.
Michele Ainis – L’Espresso – 23 gennaio 2014
Nessun commento:
Posta un commento