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martedì 21 gennaio 2014

Lo sapevate Che: Legge e Libertà...


Al Gran Ballo dei supplenti

La sovrapposizione di ruoli e competenze è il morbo endemico delle istituzioni.
Renzi fa quello che dovrebbe fare Letta, Napolitano forza i partiti, la Consulta sostituisce il parlamento. E anche i cittadini propongono Leggi

C’è un doppio autista alla guida del nostro taxi collettivo, e ciascuno stringe un volante fra le dita. Da un lato Enrico Letta, il pilota ufficiale, con la sua divisa blu. Dall’altro Matteo Renzi, il pilota da Formula 1, con i piede sull’acceleratore. Il guaio è che non sempre i conducenti eseguono la medesima manovra, sicchè il taxi va a zigzag. E quando va bene, ci costringono a ripetere due volte la gita, sprecando tempo e benzina. E’ successo, per esempio, il 7 gennaio: Letta incontra a Roma la Giannini, segretaria di Scelta civica, per discutere il contratto di coalizione; nelle stesse ore Renzi incontra a Firenze Mario Monti, fondatore del partito, per trattare l’identica questione.
Situazione Inedita? Non troppo. Magari ormai non ci facciamo caso, però la sovrapposizione dei ruoli e delle competenze è il morbo endemico delle nostre istituzioni. Nessuno fa il proprio lavoro, tutti s’incapricciano del lavoro altrui. E c’è una parola magica, anzi no, stregata, per descrivere questa malattia: supplenza. Napolitano viene accusato a giorni alterni d’aver inaugurato una monarchia repubblicana, benché nel suo caso l’accusa suoni ingenerosa. E’ innegabile però che in varie circostanze il presidente, per scongiurare guai peggiori, abbia forzato lo stallo dei partiti. Si chiama horror vacui, terrore del vuoto, e funziona in natura così come nelle istituzioni: se ciascuno lascia libera la poltrona su cui stava seduto, qualcun altro vi poserà le chiappe.
E infatti, chi ha cambiato la legge elettorale? La Consulta, benché non sarebbe il suo mestiere; colpa tuttavia del Parlamento, che non è riuscito a sbarazzarsi del Porcellum. E le leggi, chi le scrive? Spetterebbe, di nuovo, al Parlamento; è diventata viceversa la prima occupazione del governo, attraverso un’alluvione, di decreti legge, di maxiemendamenti, di leggi delegate- E chi decide la carriera dei politici? Dovrebbe toccare agli elettori; ma da Tangentopoli in avanti sono i giudici, i loro giustizieri. E’ il carico fiscale? Qui è più facile: ogni decisione ricade sul ministro dell’Economia. Mica vero, come dimostra il pasticcio sugli scatti d’anzianità per gli insegnanti (150 euro al mese da restituire): baruffa tra Carrozza e Saccomanni, poi si scopre che ne erano entrambi inconsapevoli, avendo stabilito tutto i loro  uffici. Cerchi il ministro, trovi il burocrate.
Sarà per questo, sarà per via del balletto che hanno messo in scena le nostre istituzioni, che adesso a ogni italiano è venuta voglia di ballare. Indossando i panni di Licurgo, il grande legislatore. O di Napoleone, il grande governatore. Sta di fatto che sono 27 le proposte di legge popolare all’esame delle Camere, anche se fin qui loro ne hanno discusse appena tre, ovviamente senza mai deciderle. C’è dentro un intero programma di governo: idee sul reddito minimo, le servitù militari, l’eutanasia, il diritto allo studio, le fonti rinnovabili, l’immigrazione, il lavoro, la giustizia, la legge elettorale, Equitalia, le pensioni, i costi della politica. Una pioggerellina normativa che rimbalza sull’ombrello dei parlamentari, anche se  in futuro potrà forse riuscire a perorarlo: è alle viste una riforma del regolamento della Camera, che renderebbe obbligatorio la trattazione delle iniziative popolari Nel frattempo ciascuno s’arrang
A come può. Chi è il premier, Letta o Renzi? E chi è più grillino?, Grillo o Berlusconi? Al sodo: con chi dobbiamo prendercela quando succede (e succede) che le cose vanno storte? Con il governo? Con il partito? Con lo Stato oppure con la Regione? Vattelapesca. Giacchè l’unica regola osservata in questo Paese senza regole è che il “supplito” non accetta di buon grado le incursioni del supplente. No: s’oppone, strepita, protesta. Soltanto nell’ultimo mese (dicembre 2013) sono stati sei i conflitti d’attribuzione decisi dalla Consulta. “C’è grande confusione sotto i cieli: eccellente situazione”, diceva il presidente Mao. In Cina, forse sotto il comando delle Guardie rosse. Ma qui in Italia, per orientare il traffico, dovremmo mettere al governo un vigile urbano.

Michele Ainis – L’Espresso – 23 gennaio 2014

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