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martedì 14 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: Per Posta....


Dopo anni di placido sonno c’è anche chi, a sinistra,
considera Renzi un traditore

Caro Serra, nell’Amaca del 31 dicembre lei si meraviglia di quanto poco siano stati capaci di fare o di dire gli ex comunisti di fronte al crescere dell’iniquità sociale. Secondo me, è perché hanno, come nel detto popolare, la coda di paglia.
Nell’ansia di farsi perdonare le durezze ideologiche del passato, nonché le solidarietà troppo a lungo coltivate coi Paesi “socialisti”, e legittimarsi di fronte a un’opinione pubblica meno ingenua, hanno esagerato nell’accettare il modello neoliberista, facendosi più realisti del re e non accorgendosi di quel che stava accadendo.
Gli ex democristiani, quelli veramente democratici, si sentono, da questo punto di vista, più legittimati. E le loro responsabilità, non poche, su oscuri passaggi della politica italiana sono apparse più perdonabili dello stalinismo e dei suoi epigoni, su cui ha molto giovato la propaganda berlusconiana. Inoltre il mondo cattolico – lo dimostra l’elezione di Bergoglio – si dimostra spesso più capace di cogliere i “segni dei tempi”. Penso che tutto ciò possa giovare alla sinistra se questa è capace di interpretare la storia presente in modo laico e aperto, cosa che gli ex non possono fare neanche volendo, perché privi di credibilità. Per fortuna ci sono anche i salti generazionali che possono aiutare.
Giuseppe Prosperi (Rimini)

Caro Prosperi, la sua versione dei fatti mi sembra attendibile. Gli ex comunisti ( in Italia maggioranza assoluta della sinistra, e con enormi meriti nella costruzione della Repubblica) hanno pagato a carissimo prezzo il troppo lento e graduale allontanamento dall’esperienza sovietica. Dalla caduta del Muro in poi, in campo sociale ed economico si sono mossi con evidente impaccio per il terrore di essere accusati di essere “ancora comunisti”. Con una confusione (grave) tra un’ideologia ormai ossificata e l’energica vitalità delle lotte sociali: morta l’una, le seconde non solo esistono ancora, ma chiedono potentemente uno sbocco politico.
Credo, in soldoni, che la sinistra post comunista abbia subito e patito ben più del lecito la propaganda berlusconiana, che per quanto politicamente pretestuosa (cucita su misura per un elettorato di piccolissimo cabotaggio culturale) è riuscita a intimidire la sinistra italiana ben più di quanto la sinistra italiana sia disposta ad ammettere.
A questo vorrei aggiungere che il moderatismo era un vizio antico anche del vecchio Pci, o almeno di molte sue componenti paralizzate dal terrore di sembrare “pericolose” o eccentriche rispetto alla società italiana del primo e del secondo boom. Ma i boom a disposizione sono evidentemente finiti; e in conclamata crisi strutturale di questo modello di sviluppo, una sinistra libera di spirito e veloce nelle decisioni servirebbe come il pane. Nessuno è in grado di sapere se Renzi, che con le radici ex comuniste non ha nulla da spartire, sia in grado di dare un colpo d’ali, oppure no; se sia un Blair a scoppio ritardato o incarni un inedito riformismo sociale, tanto radicale quanto basta per abbattere almeno alcuni dei privilegi e delle incrostazioni corporative del nostro Paese. Nessuno lo sa; ma non è proibito sperarlo. Nel frattempo è doveroso diffidare di chi lo venera come di chi lo denigra, considerandolo “un traditore” (ma di che cosa, esattamente? Del Lungo sonno che lo ha preceduto?) E infine, come lei scrive: è giusto accogliere con sollievo i salti generazionali. E’ la vita che scorre.

Michele Serra- il Venerdì di Repubblica – 10 gennaio 2014

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