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sabato 11 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: I Ragazzi Che Leggono Vivono Tante Vite....


Gianfranco Contini disse un giorno: “Solo chi legge tanti libri sa giocare la propria esistenza su molte tastiere”

Ho 15 anni e frequento il liceo classico in un paesino della Puglia. Quando ne avevo ne avevo 5 un’adorabile vecchietta,  mia vicina di casa, mi regalò un pacchetto quadrato che avrei dovuto aprire quando fossi stata capace di leggere.
Quando, dopo un anno, sapevo leggere, aprii quel pacco e vi trovai un libro di favole: il mio primo libro, che avrei letto ogni sera per addormentarmi, quello che mi aiutava a immaginare un mondo tutto mio. Col passare del tempo mi regalarono altri libri, tra cui uno in particolare che ancora oggi leggo: le favole di Italo Calvino.
Ora la mia camera è piena di libri: libri di scuola, libri di poesia, libri di fantasia, libri d’amore, libri da far piangere fino all’ultima pagina, libri da far paura, libri che ti lasciano senza fiato. Una volta mi capitò di comprare un libro che mi fece diventare dipendente. Non dormivo la notte, al mattino la prima cosa che pensavo era se sarebbe finito bene o male. Io potrei scrivere cento, mille pagine sui libri. Il mio sogno è diventare una brava scrittrice, che fa amare il suo libro anche a coloro che pensano che i libri non servano a niente, spero che alla fine possano rimangiarsi tutto mentre una lacrima scende dai loro occhi finalmente aperti al mondo. Purtroppo in questa generazione i libri sono l’ultima cosa  a cui pensare. C’è troppa tecnologia che ci sta lentamente  divorando.
Non c’è più contatto umano.
Le persone passano il loro tempo su face book e i vari social network e nessuno legge più. Nella mia classe, e siamo in un liceo classico, su 24 alunni, solo 4 leggono libri. Sono terrorizzata da questi dati. Vorrei che tutti riscoprissero l’amore per la lettura.
Io nel frattempo attendo e custodisco i miei segreti in una bottiglia di metallo, sperando che un giorno si avverino.
E lotterò per farli avverare.
Chiara Mazza

Mi piace dar voce alle lettere che ricevo dagli adolescenti, perché, a differenza degli adulti che si lamentano, recriminano o accusano, spesso giustamente, gli adolescenti descrivono la loro condizione, oppure lanciano progetti per il futuro. E ascoltarli nel loro fantasticare e progettare il futuro non deve scatenare, come puntualmente accade nelle lettere di commento che ricevo, la reazione degli adulti che li accusano di ingenuità. Gli adulti conoscono il tempo che hanno vissuto ma non conoscono, come gli adolescenti, il tempo che verrà, e che comunque è loro.
Così, ad esempio, ci sono degli adolescenti che scrivono meglio dei loro professori. Come può accadere questo?Hanno letto più libri di loro. Ci sono degli adolescenti che conoscono i sentimenti in tutte le loro sfumature. Chi glieli ha insegnati? I libri che hanno letto. Ci sono degli adolescenti che non si annoiano perché, attraverso i libri, hanno scoperto quanti percorsi fantastici la vita può offrire, hanno scoperto quanti percorsi fantastici la vita può offrire, e non hanno bisogno di droghe per fare un “viaggio” fuori dalla quotidianità. Ci sono infine degli adolescenti che, grazie ai libri che hanno letto, non drammatizzano le sofferenze che incontrano nella vita, non si abbandonano agli amori con l’ingenuità di chi conosce solo la passione del momento. Sanno quanto è vasta e articolata è la gamma dei sentimenti, quanto ampia la costellazione delle idee per perdersi nella prima passione che li assale o nella prima idea fissa che li tormenta.
Non sono per questo immuni dall’inquietudine dell’adolescenza e neppure sono divenuti adulti troppo precocemente. Grazie ai libri, hanno semplicemente offerto alla loro mente e al loro cuore tanti percorsi che, senza libri, non avrebbero conosciuto, e cos’ hanno evitato l’afasia del linguaggio, l’atrofia dei sentimenti, la povertà della fantasia che, anche quando è appena abbozzata, contiene quasi sempre un progetto di vita.
Questi sono i doni della lettura, che diventa una compagna di viaggio solo per chi comincia a frequentarla da bambino. Si illude infatti chi dice: “Leggerò quando sarò in pensione”, perché, se non ha cominciato da bambino, non leggerà mai. La scuola deve impegnarsi a far leggere ai ragazzi, oltre ai libri scolastici, tanti altri libri , perché è indispensabile che, in una classe di liceo di 24 studenti, solo 4 ne leggano. Senza esitazione possiamo dire che gli altri 20 sono già persi, anche se verranno promossi. Perché l’educazione della mente e del cuore non avviene con il superamento di un corso di studi, ma con la frequentazione appassionata di tutti i sentieri che la vita dischiude e che la buona letteratura sa indicare e descrivere.

umbertogalimberti@repubblica.it – Venerdì di Repubblica – 14 dicembre 2013

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