Da Detroit
Arriva Cassone
La Fiat importerà il
pick-up Chrysler, utile per trasportare carichi di letame.
Più difficile lo sbarco
di prodotti italiani negli Usa: la Ritmo è usata come forno a microonde e la
127 Rustica è al Moma. Sezione Arte Povera
Entusiasmo in tutti gli Stati Uniti per la definitiva
cessione di Chrysler alla Fiat: era da quando Buffalo Bill partì in
tournée per l’Europa che l’America non
riusciva a liberarsi di un peso morto di quella fatta.
Magazzini John Elkann e Sergio Marchionne hanno finalmente
potuto visitare i magazzini segreti di Detroit, dove la Chrysler custodisce i
suoi nuovi modelli, ancora non commercializzati per una serie di sfortunati
disguidi. Per esempio la formidabile Jeep “Gran Grand Cherokee”, ottenuta
dall’assemblaggio di due vetture affiancate. E’ lunga 11 metri e larga sei, ma
grazie alle otto ruote motrici può agevolmente risalire gli argini dei fiumi,
dove cade facilmente perché non tiene la strada nemmeno quando è parcheggiata.
O la prestigiosa Parthenon, la tipica berlinona americana che grazie al peso
(sei tonnellate) e alla cilindrata da traghetto riesce a consumare anche due
litri per chilometro. Proverbiale il comfort, con i sedili posteriori separati
da un elegante colonnato. Il vasto bagagliaio sotto il pianale, raggiungibile
aprendo una botola e percorrendo una scala a pioli, contiene anche la caldaia e una pratica scarpiera.
Pick-Up Ma sono i pick-up il punto di forza
dell’offerta Chrysler. D’ora in poi per gli automobilisti di tutto il mondo
trasportare pecore nel convulso traffico cittadino, o consegnare un carico di
letame, non sarà più un problema: sarà presto commercializzato Cassoon (per il
mercato italiano, Cassone), un robustissimo pick-up che, solo a vederlo, fa
subito pensare alle tante, avventurose pellicole nelle quali anziani
agricoltori fascisti o giovani serial killer nevropatici o cacciatori di
serpenti a sonagli percorrono le strade polverose d’America al suono della
vecchia cara musica country. Cassone sarà disponibile anche con una utilissima
modifica porta-zucche, in grado di trasportare fino a 200 zucche senza
danneggiarle. Lapo Elkann, entusiasta del modello, si sta occupando di
personalizzare i copri cerchioni, grazie al lavoro e all’entusiasmo di 200
giovani stagisti che lavoreranno al progetto per due anni.
Il Retroscena “La cosa più difficile – ha spiegato
Marchionne ai giornalisti – è stato convincere gli americani che anche la Fiat
costruisce automobili. Non ci volevano credere. La Ritmo era stata commercializzata,
negli Usa, come forno a microonde; e la 127 Rustica, con i suoi interni di
sughero e il paraurti ricavato da mestoli pressati, è esposta al Moma nel
padiglione dell’Arte Povera. Certo, conoscono l’Alfa Romeo, ma credono che sia
una Ford Capri modificata da Dustin Hoffman nel suo garage”.
Gli Sviluppi Se le automobili rimarranno il
core-business di Fiat-Chrysler, la nuova sinergia industriale consente altri
promettenti sviluppi. Lapo Elkann ha presentato alla stampa un hot-dog di forma
quadrata, al quale hanno lavorato per anni 30 giovani gastronomi di tutto il
mondo coordinati da lui, e un cappello da Davy Crockett ottenuto da procioni
sintetici, per andare incontro alle istanze degli animalisti. “Dieci anni di
ricerca in laboratorio – ha spiegato Lapo – per
ottenere finalmente il procione sintetico. Le migliaia di procioni vivi
utilizzati per questo importante obiettivo non sono morti invano.
La Sorpresa A sorpresa è stato presentato alla
stampa anche Lapo Marchionne, 52 anni, fratello dell’Ad Fiat-Chrysler, fin qui
sconosciuto al grande pubblico perché impegnato a terminare i suoi studi
universitari. Affronta le questioni finanziarie con estro e anticonformismo.
“Per risanare un deficit di qualche miliardo di euro – ha spiegato – a volte
bastano un sorriso e una stretta di mano”.
Marchionne junior ha presentato agli analisti finanziari di tutto il
mondo il suo progetto di “splaming”, una nuova tecnica finanziaria che prevede
di spalmare il debito della Fiat su tutti gli abitanti del pianeta. “Pochi
centesimi a testa – ha spiegato – e tutto si risolve”.
Michele Serra – L’Espresso – 16 gennaio 2014
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