Riflessi D’Argento
Se ne stava seduto alla
frescura
Sotto l’ombra d’una fronda
d’ulivo
E una radice di liquerizia
tra le labbra.
Remoti pensieri sulla fronte
rugosa,
sotto la fesa d’un cappello
di paglia.
Ricordi, logori come quel
paglierino
Che sul capo aggrappato
restava;
figure artigliate ad un sogno
passato,
desiderio appena osato,
sussurrato,
in un rammarico da sempre
fedele.
Le sagge mani contorte di
vissuto,
simili a quel vecchio tronco
alle spalle;
le dita come quei rami attorcigliati,
che articolati ancor frutto
sospirano.
L’eclisse del tempo ha
giocato il suo ruolo,
assonnato di ore e di strade,
assopisce
aspettando il crepuscolo
nell’aria silente,
preludio di concedo e
consolo.
Troppe partenze ha dovuto
vedere
Ed or come un dono attende il
suo andare.
S’affaccia cauta la prima
stella della sera,
avanscoperta d’un cielo ancor
più stellato.
Sorseggia adagio la notte che
germoglia;
la luna riflessa d’argento, i
crini crucciati
e l’orai rada chioma, al pari
del vecchio ulivo stanco
d’afa e buriana.
Rita Veloce – I colori Del
Vento
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