Trionfo d'arte
Jean Maurice Eugène Clément Cocteau,
terzo figlio di una famiglia alto-borghese, nasce il 5 luglio 1889 a
Maisons-Laffitte, zona residenziale alle porte di Parigi. Viene iniziato
precocemente alle arti grafiche, per le quali il bambino dimostra una
stupefacente attitudine. Sempre nella prima infanzia si sviluppa una forte
attrazione per il teatro: il bambino soffriva di non potere accompagnare i
genitori, quando dopo lunghissimi preparativi li vedeva uscire per assistere a
spettacoli di prosa o di musica. Questa attrazione è talmente forte che il
passatempo preferito, nei giorni in cui restava a casa a causa della sua salute
cagionevole, consisteva nella costruzione di teatrini e palcoscenici nel
cortile di casa con materiali di fortuna.
Questa infanzia molle e oziosa viene
turbata nel 1898 da una tragedia: Georges Cocteau, padre di Jean, viene trovato
morto nel suo studio con una pistola in mano in un lago di sangue. Il motivo
del suicidio rimane ignoto; Cocteau sospetta suo padre di una omosessualità
repressa, alcuni biografi parlano di preoccupazioni finanziarie. La famiglia si
trasferisce definitivamente in città nel palazzo del nonno, musicista
dilettante, che organizza regolarmente dei concerti in casa, ai quali Cocteau
ama assistere.
Il 1900 è l'anno dell'Esposizione
Universale, dove il bambino subisce il fascino degli spettacoli di Loïe Fuller.
Ma è anche l'anno dell'ingresso a scuola, al Petit Condorcet; comincia un
periodo piuttosto infelice, reso difficile da un rapporto turbolento con
l'istituzione scolastica e dalla morte tragica di un compagno di scuola. E' in
questo periodo che nasce uno dei futuri capisaldi della mitologia personale di
Cocteau: il compagno Dargelos, incarnazione della bellezza pericolosa,
protagonista assoluto delle battaglie a colpi di palle di neve nella Cité
Monthiers durante l'intervallo delle lezioni; personaggio e situazioni che
ricorrono nelle poesie, nel "Livre blanc", in "Opium" e
"Les Enfants terribles", nel "Sang d'un poète".
Non è chiaro il motivo per cui, nella
Pasqua del 1904, Cocteau viene espulso dal Condorcet. Comincia a seguire i
corsi privati di M. Dietz (che diventerà il M. Berlin del "Grand
écart"), frequenta poi con scarso successo il liceo Fénelon per tornare ai
corsi privati. In questo periodo forma con alcuni compagni un gruppo di habitués
dell'Eldorado, dove assiste con passione agli spettacoli di Mistinguett.
Comincia anche a scrivere delle poesie. Dopo avere fallito varie volte l'esame
di maturità, organizza nel 1906 una misteriosa fuga a Marsiglia. L'anno
seguente abbandona definitivamente gli studi senza diplomarsi, fiducioso sin da
allora nel suo avvenire di poeta.
Libero dagli impegni scolastici, Cocteau
si getta nella mischia mondana e artistica della capitale, guidato dall'amico
attore Edouard de Max: questa amicizia e le sue conseguenze daranno non pochi
motivi di preoccupazione a Mme Eugénie, madre del poeta. A questo periodo
risalgono la relazione con Christiane Mancini, un'allieva del Conservatorio, e
le prime esperienze con gli stupefacenti. E' proprio Edouard de Max ad organizzare,
il 4 aprile del 1908, una matinée al teatro Fémina, in cui vari attori recitano
le poesie del giovane poeta. Lo spettacolo è preceduto da una conferenza di
Laurent Tailhade. A partire da questo momento Cocteau è introdotto a pieno
titolo nell'ambiente culturale e mondano dell'epoca: frequenta Proust, Catulle Mendès, Lucien Daudet, Jules Lemaitre,
Reynaldo Hahn, Maurice Rostand, e comincia il suo rapporto altalenante con Anna
de Noailles.
Lo stesso anno, durante un viaggio a
Venezia con la madre, Cocteau è sconvolto dall'improvviso suicidio di un amico,
che si spara un colpo di pistola alla tempia sulle scalinate della chiesa della
Salute.
Fra il 1909 e il 1912 vengono date alle
stampe tre sillogi poetiche, che l'autore rinnegherà in seguito: "La Lampe
d'Aladin", "Le Prince frivole", "La Danse de
Sophocle". Dirige insieme a Rostand una rivista di lusso, "Schéhérazade".
Conosce François Mauriac, il pittore Jacques-Emile Blanche, Sacha Guitry. Misia
Sert gli presenta Sergej Diaghilev, impresario dei Balletti Russi, che lo
presenta a Nijinskij e Stravinskij. Con questo gruppo incomincia una collaborazione
artistica che si rivelerà feconda, e il cui primo frutto è Le Dieu bleu,
realizzato nel 1912, balletto per il quale Diaghilev aveva affidato l'anno
prima a Cocteau la stesura del soggetto. Sempre nel 1912 appare un articolo di
Henri Ghéon sulla Nouvelle Revue Française che critica aspramente "La
Danse de Sophocle".
Il 1913 è l'anno della rivelazione:
Cocteau rimane sconvolto dal balletto di Stravinskij, "Le Sacre du printemps", e dallo scandalo
che ne consegue. Lo spettacolo dei Balletti Russi, andato in scena il 29
maggio, gli appare come l'incarnazione del nuovo spirito artistico, e in
quell'occasione comprende l'importanza del ruolo del pubblico nell'evoluzione
dell'artista. All'uscita dal teatro, con Diaghilev e Stravinskij nasce l'idea di un nuovo spettacolo,
"David", che diventerà in seguito "Parade".
In seguito ai nuovi stimoli offerti
dalla frequentazione di Stravinskij, Cocteau fa subire una svolta alla sua produzione:
col romanzo "Le Potomak", del 1914, comincia una nuova fase poetica
originale, assai lontana dai toni delle prime raccolte. Lo scoppio della guerra
vede Cocteau a Reims impegnato a guidare le ambulanze per il trasporto dei
feriti. L'anno seguente sarà a Nieuport con i fucilieri di marina: di entrambe
le esperienze si troverà una fedele trasposizione nel romanzo "Thomas
l'imposteur". Nel 1914 fonda con Paul Iribe la rivista "Le Mot".
Conosce Valentine Gross, che gli presenterà Braque, Derain e
Satie.
Durante la guerra stringe amicizia con
Roland Garros, che lo inizia all'aviazione: il battesimo dell'aria sarà alla
base della prima opera poetica di una certa importanza: "Le Cap de
Bonne-Espérance", di cui organizzerà varie letture pubbliche che gli
procurano un dicsreto successo.
Nel 1916 viene trasferito a Parigi, al
Servizio Propaganda del Ministero degli Esteri. Comincia a frequentare
l'ambiente di Montparnasse: conosce Apollinaire, Modigliani, Max Jacob, Pierre Reverdy, André Salmon, Blaise Cendrars (con cui fonderà una
casa editrice), ma soprattutto Pablo Picasso. Con quest'ultimo nascerà un legame molto forte e
duraturo, fatto di una estrema devozione e volontà di imitazione nei confronti
del pittore, che sarà coinvolto nell'avventura di Parade.
Dopo un viaggio a Roma, in cui Cocteau
raggiunge Diaghilev e Picasso per mettere a punto lo spettacolo, Parade va in
scena allo Châtelet il 18 maggio 1917: musica di Erik Satie, scene e costumi di Picasso, coreografie di Léonide
Massine dei Balletti Russi. Lo scandalo si scatena già dalla prima
rappresentazione: il pubblico si divide fra accaniti sostenitori e detrattori
impietosi, che non hanno saputo cogliere l'importanza di quella manifestazione
dell'esprit nouveau, per la quale Apollinaire conierà il termine "surréalisme".
Cocteau rimarrà però deluso in parte da
questa esperienza, dato che non gli verrà riconosciuto il ruolo di ideatore e
coordinatore che in effetti aveva svolto nell'elaborazione quadriennale dello
spettacolo.
Nel 1918 pubblica "Le Coq et
l'Arlequin", saggio critico in cui viene intessuto l'elogio di Picasso e
di Satie: questo testo sarà assunto come manifesto dal "Gruppo dei
Sei", che troverà in Cocteau un ardente ammiratore e un critico sagace.
In questi anni si lega col giovane poeta
Jean Le Roy, che morirà al fronte dopo pochi mesi. Ma il legame più importante
è quello con l'allora quindicenne Raymond Radiguet, presentatogli nel 1919 da Max Jacob. Fra Cocteau e
Radiguet nasce da subito una profonda amicizia, che sarà fondamentale per lo
sviluppo, umano e artistico, di Cocteau. Nonostante la differenza di età e di
notorietà, Radiguet sarà in questi anni il maestro di Cocteau: gli insegnerà a
seguire un ideale di classicismo quanto possibile lontano dai fermenti
sperimentali delle avanguardie di quegli anni, e che sarà caratteristico
dell'opera di Cocteau a venire. Il 1919 è anche l'anno della collaborazione
all'Anthologie Dada, collaborazione effimera a causa delle incomprensioni con
l'ambiente surrealista, e con Breton in particolare. Fra giugno e settembre riceve
due attacchi da André Gide e Jacques Marnold, sulle pagine rispettivamente
della "Nouvelle Revue Française" e del "Mercure de France",
che criticano duramente "Le Coq et l'Arlequin" accusandone l'autore
di incompetenza e di plagio. Cocteau risponde alle accuse in maniera
altrettanto virulenta.
Contemporaneamente gli viene affidata
una rubrica per il giornale "Paris-Midi".
Gli anni seguenti sono piuttosto
tranquilli e assai produttivi. Fra il 1920 e il 1921 vengono messi in scena due
balletti di Cocteau musicati dai membri del Gruppo dei Sei: "Le Boeuf sur
le toit" e "Les Mariés de la Tour Eiffel",
entrambi con un certo successo. Durante le vacanze sulla costa meridionale, in
compagnia di Radiguet alle prese con la stesura del "Diable au
corps", Cocteau scrive moltissimo: le poesie che confluiranno in
"Vocabulaire" e "Plain-Chant", raccolte in cui si riconosce
chiaramente l'influenza classicista di Radiguet, Antigone e OEdipe-Roi per il teatro,
i romanzi "Thomas l'imposteur" e "Le grand écart", e il
saggio "Le Secret professionnel". Ma questa fase sarà bruscamente
interrotta nel 1923 dalla morte improvvisa di Radiguet, vittima di un tifo
curato troppo tardi. La perdita dell'amico lascerà Cocteau in uno stato penoso,
che lo spingerà ad accettare il consiglio di un amico, Louis Laloy, di cercare
consolazione nell'oppio.
Georges Auric gli presenta Jacques
Maritain, che convincerà Cocteau ad avvicinarsi alla religione. Ha inizio un
periodo mistico, fatto di conversazioni con i coniugi Maritain e con i
religiosi invitati alle loro cene; conseguenze di queste conversazioni saranno
una prima cura di disintossicazione dall'oppio e un effimero avvicinamento ai
sacramenti cristiani. Nel 1925 Cocteau ha la rivelazione dell'angelo Heurtebise,
personaggio-chiave della sua opera, e scrive il poema che porta il suo nome.
Durante la convalescenza dalla
disintossicazione, a Villefranche in compagnia del pittore Christian Bérard,
scrive "Orphée", che sarà montato dai Pitoëff l'anno seguente. Rompe
poi bruscamente con Maritain, preferendo l'oppio alla religione. Scrive il
testo di "OEdipus Rex", oratorio musicato da Stravinskij.
Si acuiscono gli scontri con i Surrealisti:
Philippe Soupault arriverà ad organizzare delle serate di pubblica denigrazione
nei confronti di Cocteau, o addirittura a telefonare nottetempo alla madre del
poeta annunciandole la morte del figlio. Il giorno di Natale conosce Jean
Desbordes, un giovane scrittore con cui tenterà di ricostruire il rapporto che
aveva instaurato con Radiguet. Nel 1928 appare infatti "J'adore", un
romanzo di Desbordes con una prefazione di Cocteau. La pubblicazione di J'adore
gli varrà una valanga di recriminazioni da parte dell'ambiente cattolico.
La fine degli anni Venti è una nuova
fase iperproduttiva, non turbata dai frequenti ricoveri di disintossicazione:
le poesie di "Opéra", i romanzi "Le Livre blanc" e
"Les Enfants terribles", il monologo "La Voix humaine" (la
cui rappresentazione sarà pesantemente disturbata da Paul Eluard), "Opium" e il primo film, "Le Sang
d'un poète".
Al 1932 risale la relazione con la
principessa Nathalie Paley, nipote dello zar Alessandro III; la principessa
avrebbe addirittura posto fine ad una gravidanza causatale da Cocteau. Per il
resto, la prima metà degli anni Trenta vede Cocteau impegnato a scrivere per il
teatro ("Le Fantôme de Marseille", "La machine infernale",
"L'Ecole des veuves") e a seguire le realizzazioni dei suoi
spettacoli. Nella primavera del 1936 parte con Marcel Khill, il suo nuovo
compagno, per effettuare un giro del mondo in ottanta giorni. Durante il
percorso incontra su una nave Charlie Chaplin e Paulette Goddard: col regista nascerà una
sincera amicizia. Il diario di questo viaggio verrà pubblicato col titolo
"Mon premier voyage".
L'anno seguente, durante i provini per
la distribuzione dei ruoli nell'"OEdipe-Roi" che sarebbe stato
montato al Théâtre Antoine, Cocteau resta folgorato da un giovane attore: Jean
Marais. Come è noto, fra i due nascerà una relazione profonda che durerà fino
alla morte del poeta. Marais interpreterà il ruolo del Coro nell'OEdipe-Roi e
subito dopo quello di Galaad negli "Chevaliers de la Table ronde". Da
questo momento Jean Marais è definitivamente assunto da parte di Cocteau come
fonte di ispirazione per molte delle opere a venire. Per esempio, è per Marais
e Yvonne de Bray che scrive nel 1938 "Les Parents terribles",
ispirandosi per il personaggio di Yvonne alla madre di Jean Marais. La pièce è
montata nel novembre dello stesso anno; quasi subito vietata dal Consiglio
Comunale, viene poi ripresa, nel gennaio successivo, con uno straordinario
successo.
L'occupazione nazista pone non pochi
problemi all'attività di Cocteau: "La Machine à écrire", creata nel
1941 al Théâtre des Arts, provoca la reazione immediata della critica
collaborazionista. Lo stesso anno, la ripresa dei "Parents terribles"
è vietata dalla censura tedesca. Durante l'occupazione Cocteau viene aggredito
da alcuni dimostranti perché sbadatamente non si è tolto il cappello davanti
alla bandiera nazista. L'aneddoto di Jean Marais che prende a schiaffi il giornalista
di "Je suis partout" Alain Laubreaux, autore di un articolo
denigratorio nei confronti di Cocteau, è stato ripreso da Truffaut nel
"Dernier métro". Nel 1942, tuttavia, viene eletto alla giuria del
Conservatorio per le arti drammatiche.
In occasione di un'esposizione di Arno
Breker, scultore ufficiale del Reich, scrive un articolo per Comoedia,
"Salut à Breker", in cui elogia l'opera dell'artista tedesco. Questo
atto di solidarietà fra artisti gli fu aspramente rimproverato.
Negli ultimi anni della guerra Cocteau
si dedica molto all'attività cinematografica: scrive le sceneggiature per
"Le Baron Fantôme" di Serge de Poligny, film in cui reciterà la parte
del vecchio barone, per "Juliette ou La Clef des songes" di Marcel
Carné e soprattutto per "L'éternel retour" di Jean Delannoy e per
"Les Dames du Bois de Boulogne" di Robert Bresson.
Nel 1944 si adopera attivamente, insieme
ad altri artisti, per la liberazione di Max Jacob, arrestato dalla Gestapo e
giustiziato il 4 marzo nel campo di Drancy. L'anno successivo uno studio di
Roger Lannes sulla poesia di Cocteau viene pubblicato da Pierre Seghers nella
collana "Poètes d'aujourd'hui".
Nonostante una grave malattia
della pelle,
riesce a portare a termine le riprese della "Belle et la Bête", che
riceverà il premio Louis Delluc nel 1946 a Cannes. Contemporaneamente la casa
editrice Marguerat di Losanna comincia la pubblicazione delle sue Opere
complete.
Dopo avere collaborato alla
realizzazione della "Voce umana" di Roberto
Rossellini, interpretato da Anna Magnani, di Ruy Blas di Pierre Billon e di Noces de sable di
André Zwobada, e dopo avere realizzato due film tratti da due sue precedenti
opere teatrali, "L'Aigle à deux têtes" e "Les Parents
terribles", parte nel 1948 per un viaggio negli Stati Uniti dove
incontra Greta Garbo e Marlene Dietrich.
Sull'aereo che lo riporta a Parigi
scrive una "Lettre aux Américains" che verrà pubblicata subito dopo.
L'anno successivo riparte con Jean Marais e Edouard Dermit, suo figlio
adottivo, per una tournée in Medio Oriente.
Nell'agosto del 1949 organizza a
Biarritz il Festival del cinema maledetto e comincia le riprese di "Orphée";
il film uscirà l'anno dopo, contemporaneamente al film di Jean-Pierre Melville
tratto dagli "Enfants terribles", e riceverà il Premio internazionale
della giuria al Festival di Venezia.
Nel 1951 François Mauriac provoca uno
scandalo seguito da una lunga polemica in occasione della rappresentazione di
"Bacchus", pièce ambientata nella Germania riformata che avrebbe,
secondo il giornalista, messo in ridicolo la
religione cristiana. Nel gennaio 1952 viene organizzata a Monaco la prima
esposizione dell'opera pittorica di Cocteau, che sarà ripetuta nel 1955 a
Parigi.
L'autore viaggia in Grecia e in Spagna,
presiede per due anni di fila (1953 e 1954) la giuria del Festival di Cannes, pubblica due opere poetiche: "La Corrida du ler
mai", ispirata dal suo secondo viaggio in Spagna, e
"Clair-Obscur". Nel 1954 viene colto da una crisi cardiaca piuttosto
grave.
A partire dal 1955 fioccano i
riconoscimenti ufficiali da parte di istituti culturali molto importanti: viene
eletto membro dell'Académie Royale de Langue e Littérature Française de
Belgique e dell'Académie Française, dottore honoris causa all'Università di
Oxford, membro onorario del National Institute of Arts and Letter of New York.
Nel 1957 è ancora presidente onorario della giuria di Cannes.
In questi anni si dedica con passione
alle arti plastiche: affresca la cappella di Saint-Pierre a Villefranche,
decora la Sala dei Matrimoni del Municipio di Mentone, sperimenta la
decorazione di ceramiche, che saranno esposte con successo a Parigi nel 1958.
Nel 1959 saluta con entusiastica ammirazione le prime opere dei giovani registi
dei "Cahiers du cinéma", soprattutto "Les 400 coups"
di François Truffaut,
grazie al quale può iniziare le riprese del suo ultimo film, "Le Testament
d'Orphée".
Un'emottisi non gli impedisce di
continuare a scrivere poesie e di decorare la cappella di Saint-Blaise-des
Simples a Milly-la Forêt, dove si è trasferito, e la cappella della Vergine
della chiesa di Notre-Dame-de-France a Londra. L'anno successivo è eletto principe
dei Poeti da Aragon.
Nel 1961 è nominato Cavaliere della Legione d'Onore.
Scrive i dialoghi per "La Princesse de Clèves" di Jean Delannoy.
Il 22 aprile del 1963 è vittima di una
nuova crisi cardiaca. L'11 ottobre, durante la convalescenza a Milly, Jean
Cocteau muore serenamente.
Il suo corpo imbalsamato è conservato a
Milly nella cappella che lui stesso aveva decorato.
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