Quella del 12 luglio 1903 è sicuramente
una data importante per la città di Roma. Infatti proprio in questo
giorno venne ufficialmente aperta ai visitatori Villa Borghese, il
quarto parco pubblico più grande della capitale dopo l’area pubblica del Parco
regionale dell’Appia Antica, Villa Doria Pamphilj e Villa Ada. La sua
estensione attualmente abbraccia quasi tutto il quartiere Pinciano e una
ristretta sezione del rione Campo Marzio, suddivisi dalle Mura Aureliane.
L’ampia area contiene spazi di vario genere e dal grande valore non solo
naturalistico (come i giardini all’italiana e quelli di stile inglese), ma
anche storico-culturale tra monumenti, musei e bellissime fontane.
Il nucleo originario del parco già nel
1580 apparteneva ai Borghese, e qui vennero individuati anche i resti dei Giardini
di Lucullo. Grazie all’impegno del cardinale Scipione Borghese (nipote
di Papa Paolo V) si procedette con un primo ampliamento dell’area in seguito ad
una serie di acquisizioni. L’obiettivo dell’ecclesiastico, infatti, era quello
di realizzarvi una vera e propria «villa di delizie», nonché il
giardino più imponente della storia di Roma. Nel 1606 il futuro patrono di
Gianlorenzo Bernini decise di affidare la progettazione e la costruzione di
alcuni edifici all’architetto Flaminio Ponzio, e dopo la morte di quest’ultimo
il compito passò a Giovanni Vasanzio. Al contempo fu ingaggiato anche il
giardiniere Domenico Savini da Montepulciano e altri due artisti vollero
prendere parte attivamente ai lavori di Villa Borghese, ovvero Pietro e
Gianlorenzo Bernini. Questa prima immensa opera di arricchimento della zona fu
completata nel 1603.
L’evoluzione di Villa Borghese fino all’acquisizione
da parte dello Stato
Dopo il primo intervento di
ristrutturazione e ampliamento operato per volontà del cardinale Scipione
Borghese, a partire dal 1766 fu il principe Marcantonio IV Borghese a
prendere l’iniziativa per abbellire ulteriormente il parco. Il progetto
riguardò soprattutto il Casino Nobile (dove oggi sorge la Galleria Borghese) e
il Casino dei Giuochi d’Acqua (definito anche Aranciera e attualmente sede del
museo Carlo Bilotti). Per quanto riguarda il parco, invece, con l’ausilio degli
architetti Antonio e Mario Asprucci venne adornato il Giardino del Lago e in
generale tutta l’area verde fu abbellita di fontane e piccoli edifici che
permettevano di deliziare lo sguardo con delle viste panoramiche mozzafiato.
Gli interventi di ristrutturazione e di
rinnovamento di Villa Borghese furono pressoché incessanti. Difatti già nei
primi anni dell’Ottocento fu Camillo Borghese ad ingrandire
ulteriormente la zona, acquistando i terreni che andavano verso Porta del
Popolo e Porta Pinciana, i quali poi vennero collegati con il nucleo storico
tramite il lavoro dell’architetto Luigi Canina. E così, a poco a poco, cambiò
anche lo stile del giardino che divenne di atmosfere tipicamente inglesi. I
proprietari della tenuta introdussero l’abitudine di ospitarvi i visitatori per
delle passeggiate nei giorni festivi, e in alcune occasioni si organizzarono
anche feste e balli popolari.
La peculiarità di Villa Borghese sta
proprio in quanto accadde negli anni a venire. Infatti, a differenza delle
altre imponenti ville patrizie della capitale, tutte lottizzate con i
rispettivi edifici gradualmente demoliti, nel 1901 l’ampio terreno fu acquistato
dallo Stato italiano, che due anni dopo lo cedette ufficialmente al Comune
di Roma. Il 12 luglio del 1903 arrivò la prima apertura al pubblico,
proprio mentre si procedeva – per un curioso caso del destino – al
frazionamento e alla vendita della vicina Villa Ludovisi, dove poi sarebbe
stato edificato l’omonimo quartiere. La compravendita fu portata a termine per
una somma di 3 milioni di lire (che oggi sarebbero all’incirca 10 milioni di
euro) e assunse il nome ufficiale di Villa Comunale Umberto I già
Borghese anche se, nel linguaggio comune e agli occhi del mondo, ben
presto sarebbe diventata nota e ammirata semplicemente come Villa Borghese.
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