Il 14 luglio del 1789 scoppia la rivoluzione francese,
una data che corrisponde al giorno in cui il popolo parigino espugnò la
Bastiglia al regime monarchico. Una rivolta che ha le sue radici nella crisi
finanziaria che da tempo il Paese stava vivendo e dal malcontento generale per
la gestione del potere da parte della monarchia.
Il 5 maggio
del 1789 Luigi XVI fu costretto a convocare a Versailles gli Stati Genarli, un’assemblea
composta dal clero, la nobiltà e il terzo stato, per cercare di trovare una
soluzione, una circostanza che però non avvenne. Il terzo stato, composto da
borghesi, commercianti, contadini e altri membri della popolazione, decise di
formare un’Assemblea Nazionale
Costituente, alla quale si unirono membri della nobiltà e del
clero.
Lo scopo
dell’Assemblea era di dare una Costituzione alla Francia, un obiettivo che fu raggiunto
il 3 settembre 1791. Una data nella quale nacque la prima monarchia
costituzionale francese, che si basava sulla separazione dei poteri. Il Re, con
la sua introduzione, non poteva scegliere i membri dell’Assemblea o dichiarare
guerra, tanto meno firmare i trattati di pace, poteva solamente nominare i
ministri e sospendere una legge approvata dall’Assemblea, ma per un tempo che non
superasse i quattro anni.
La
Costituzione portò la nascita dell’Assemblea legislativa, composta da 745 deputati eletti per
due anni che avevano il compito di fare le leggi e redigere la politica
generale. Inoltre, alla magistratura venne affidato il potere giudiziario.
Gli ideali rivoluzionari che
portarono alla creazione di un nuovo Stato, basato sulla sovranità popolare e
non più sulla monarchia assoluta, furono sanciti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e
del cittadino stilata il 26 agosto 1789 dall’Assemblea, un
elenco di diritti fondamentali del cittadino e dell’individuo. Il 14
luglio è oggi in Francia festa nazionale, un evento quello della presa della
Bastiglia è diventato nel tempo il simbolo della fine della monarchia assoluta.
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