“Il passato è
un'illusione. Devi imparare a vivere nel presente ed accettarti per quello che
sei ora.
Leggenda
Vero e proprio mito dell'arte del
Kung-fu, Bruce Lee nasce il 27 novembre 1940, a San Francisco, nel Jackson
Street Hospital di Chinatown. Alla sua nascita, il padre Lee Hoi Chuen, attore
assai conosciuto a Hong Kong, è in tournèe in America, seguito dalla moglie,
Grace, di origine tedesca e di tradizione cattolica. I due, estremamente
nostalgici e desiderosi di tornare una volta per tutte in Cina senza dover più
viaggiare, chiamano il piccolo Lee Jun Fan, che in cinese significa proprio
"colui che torna".
Quarto di cinque figli, già da piccolo
si meritò il soprannome di "mo si tung", "quello che non sta mai
fermo", anche se pare che per placarlo bastasse mettergli in mano qualche
libro.
Quella di Bruce Lee che legge è senza
dubbio un'immagine curiosa ma se dobbiamo prestare fede alle memorie della
moglie, Linda Lee, questo è solo un pregiudizio.
In un'opera dedicata alla vita del
marito, infatti, la signora ha affermato che "ricco o povero, Bruce ha
sempre collezionato libri", per non parlare della sua laurea in Filosofia conseguita da adulto.
D'altronde Bruce fu senza dubbio un
ragazzino assai sveglio e intelligente, anche se agitato e poco giudizioso.
Dopo aver frequentato la scuola
elementare cinese si iscrive al La Salle College ed è proprio qui che matura la
sua decisione di dedicarsi approfonditamente alla pratica, e allo studio, delle
arti marziali. Un cambiamento non da poco se si pensa che certamente Bruce praticava
il Kung-fu (con lo stile Wing-Chun), ma che la maggior parte del suo tempo fin
ad allora la dedicava allo studio della danza.
L'origine di questa decisione sembra sia
da ricercare nelle banali risse che scoppiavano fuori dalla scuola, originate
soprattutto dal cattivo sangue circolante fra i ragazzi cinesi e quelli
inglesi, percepiti come invasori (Hong Kong, al tempo, era ancora una colonia
britannica).
Si iscrive allora alla scuola di Wing
Chun del famoso maestro Yp Man, diventando uno degli allievi più assidui.
Alla scuola di Yp Man oltre alle
tecniche fisiche venne a conoscenza del pensiero taoista e delle filosofie
di Buddha, Confucio, Lao Tzu e di altri maestri.
Accade che alla sua scuola viene
lanciata una sfida da parte della Choy Lee Fu School: i due gruppi si
incontrano sul tetto di una palazzina, nel quartiere di Resettlement e quella
che doveva essere una serie di confronti a due si trasforma presto in una rissa
furiosa.
Quando un allievo dell'altra scuola
procura un occhio nero a Bruce, il futuro re del Kung-fu reagisce ferocemente
e, in preda alla rabbia, lo ferisce seriamente al volto. I genitori del ragazzo
lo denunciano e Bruce, che allora aveva solo diciotto anni, su consiglio della
madre parte per gli Stati Uniti.
Anche negli States si trova sovente
coinvolto in risse, più che altro causate dal colore della sua pelle;
probabilmente in queste situazioni inizia a rendersi conto dei limiti del Wing
Chun.
Trasferitosi a Seattle lavora come
cameriere in un ristorante; completa gli studi liceali all'Edison Tecnical School e, in seguito, ottiene la già
ricordata specializzazione in Filosofia alla Washington University.
Non gli è difficile radunare attorno a
sè amici o curiosi interessati alla sua arte particolare, il Kung fu, che
allora era veramente semi-sconosciuta al di fuori delle comunità cinesi.
Il suo primo obiettivo è quello di
diffondere l'arte in tutti gli Stati Uniti.
In seguito, per motivi particolari
abbandonerà il progetto, anzi chiuderà tutte e tre le succursali della sua
scuola "Jun Fan Gong Fu Institute" (le altre due erano dirette da Dan
Inosanto, a Los Angeles, e J. Yimm Lee, a Oakland).
Trasferitosi in California nel 1964
approfondisce il suo studio rivolgendo la sua attenzione ad altre discipline,
come il Kali (con il suo amico ed allievo Dan Inosanto), il Judo, il Pugilato,
la Lotta libera, il Karate e altri stili di Kung fu.
Con il tempo colleziona un'immensa
biblioteca contenente volumi su ogni genere di stile e su ogni tipo di arma.
Sempre del 1964 è la sua famosa
esibizione, in occasione degli Internazionali di Karate di Long Beach, ai quali
interviene su invito di Ed Parker.
Dalla sintesi, o sarebbe meglio dire,
dall'elaborazione di tutti questi studi, nasce il suo Jeet Kune Do, "la
via per intercettare il pugno".
Il 17 Agosto del 1964 sposa Linda Emery
che, nel Febbraio del 1965 gli dà il suo primo figlio, Brandon (sul set del
film "Il Corvo" in circostanze misteriose, Brandon Lee morirà
in giovane età, come il padre).
In questo periodo Bruce Lee vince una
serie di tornei attirando curiosamente l'attenzione di molti registi. A Los
Angeles Bruce Lee comincia la sua carriera di attore recitando nella popolare
serie televisiva "The green hornet" e, tra le riprese delle puntate e
la nascita della seconda figlia Shannon, trova anche il tempo di insegnare
regolarmente Kung-fu. Una "mania" che contagiò anche alcuni attori
famosi, disposti a tutto pur di prendere lezioni da lui.
In quegli anni dà alle stampe il primo
dei libri sulla sua nuova arte, con l'intento sempre nobile di diffondere gli
importanti fondamenti spirituali provenienti dall'oriente.
Ma è la carriera cinematografica quella
che lo porta alle stelle. Bruce Lee, prima di morire in modo inaspettato prima
di concludere l'ultima pellicola, recita in non meno di venticinque film e
serie televisive, tutti entrati più o meno a far parte dell'immaginario
collettivo.
Dal mitico "Dalla Cina con
furore", a "L'urlo
di Chen terrorizza anche l'Occidente",
da "I 3 dell'operazione Drago" fino al drammatico titolo postumo, in
cui furono usate controfigure per terminare le scene non girate da Bruce
"L'ultimo combattimento di Chen".
Bruce Lee scompare il 20 luglio 1973
lasciando il mondo attonito. Nessuno riesce ancora a spiegare le ragioni di
quella drammatica morte. C'è chi sostiene che sia stato ucciso da maestri
tradizionalisti, da sempre contrari alla diffusione del Kung-fu in Occidente
(della stessa opinione, dicono i bene informati, era la mafia cinese, altra
entità presunta responsabile), chi invece crede che sia stato eliminato da
produttori cinematografici che non avevano ottenuto il suo consenso per alcune
sceneggiature a lui proposte.
La versione ufficiale parla di una
reazione allergica ad un componente di un farmaco, l'"Equagesic", da
lui utilizzato per curare l'emicrania. Ad ogni buon conto, con lui è scomparso un mito
adorato dalle folle, un uomo che attraverso l'apparente violenza dei suoi film
è riuscito a trasmettere l'immagine di uomo duro ma profondamente sensibile e
perfino timido.
L'enorme uso che Hollywood, dopo di lui,
ha fatto e continua a fare delle arti marziali e il mistero della sua scomparsa
fanno si che la sua leggenda rimanga viva tutt'oggi.
Uno degli ultimi celebri esempi lo si
riscontra nel film di Quentin Tarantino,
"Kill Bill"
(2003), zeppo di scene riprese pari pari dai film del "Drago" (senza
contare la tuta gialla di Uma Thurman che richiama quella analoga
di Bruce Lee).
Al suo funerale, ad Hong Kong, partecipò
una folla immensa; una seconda funzione in forma privata ebbe invece luogo a
Seattle dove Bruce Lee è sepolto, presso il Lakeview Cemetery.
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