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sabato 4 luglio 2020

Lo Sapevate Che: Gina Lollobrigida, icona di fascino e bellezza del cinema italiano nel ventennio ’50-‘60


Semplicemente, divinamente Lollo
L'eterea, la sublime, la pura e intangibile Gina Lollobrigida, dotata di quella bellezza abbagliante capace di far perdere la testa a qualunque maschio (e ne sanno qualcosa i suoi colleghi di lavoro), in realtà si chiamava Luigina. E sarebbe quasi un beffa del destino, un particolare sminuente la sua "divinità", se non fosse che quel nome originario in realtà si attaglia perfettamente ai tanti ruoli che la Lollo ha interpretato, molti dei quali all'insegna della sana rappresentazione popolare (in questo rivaleggiando nell'immaginario comune con Sophia Loren).
Nata a Subiaco (Roma) il 4 luglio 1927, dopo aver fatto la comparsa a Cinecittà e nei fotoromanzi, fu notata appunto grazie alla sua procace bellezza, al concorso di Miss Italia nel 1947. Concorso che naturalmente non poteva non vincere. Ma la Lollo, come verrà poi affettuosamente chiamata dagli italiani, era anche un "peperino", un carattere capriccioso e ribelle che non si accontentava certo di un semplice concorso, per quanto prestigioso. Il suo obiettivo era quello di elevarsi, di crescere artisticamente. E c'era solo un modo per farlo: approdare su un set cinematografico. E in effetti la Lollo fece bene ad intestardirsi a voler intraprendere quella carriera se è vero, come è vero, che l'attrice ha indubbiamente segnato il cinema italiano del dopoguerra.
L'esordio dell'interprete laziale arriva nel 1946 con un piccolo ruolo nella "Lucia di Lammermoor" ma da lì a poco sarà proiettata nel gran giro internazionale. Nel 1949 sposa il regista Milko Skofic (dal quale avrà un figlio) e cominciano i suoi primi successi, fra i quali sono da annoverare "Campane a martello" di L. Zampa nel 1949, "Achtung, Banditi!" di Lizzani - 1951, "Fanfan la Tulipe" di Christian Jaque - 1951. Nel 1952 Renè Claire la sceglie per interpretare una piccola parte nel film "Belle di notte", che però la lancia di fatto sul mercato internazionale; mentre in Italia, nello stesso anno, conquista una vasta popolarità con "Altri tempi" di Blasetti, con l'episodio "Il processo di Frine".
Da allora ha interpretato innumerevoli film, tra i quali ricordiamo "Moglie per una notte" di Camerini (1952), "La provinciale" di Mario Soldati (1953), "Pane amore e fantasia" di Comencini (1953), forse la sua prova migliore.
Nel triennio successivo, gira "La romana" di Zampa, "Pane amore e gelosia" sempre di Comencini e "La donna più bella del mondo", in cui diede prova anche di un discreto talento canoro, e che fece di lei una diva di straordinaria popolarità.
Seguirono superproduzioni internazionali come "Trapezio" di C. Reed (1955), "Notre Dame de Paris" (1957), "Salomone e la regina di Saba" (1959), "Venere imperiale" Delannoy (1962), in cui si metteva in evidenza soprattutto la sua bellezza.
Nel luglio 1957 diventa mamma dando alla luce il figlio Andrea Milko Škofič.
Divorziatasi nel 1971 e ritiratasi dal cinema nel 1975, si è intensivamente dedicata sia al giornalismo che alla fotografia, in cui ha saputo esprimere un non comune talento.
Fra il 1984 e il 1985 ha invece fatto uno strappo alla regola e ha accettato di apparire in alcune puntate del serial americano "Falcon Crest", mentre nel 1988 ha girato il remake televisivo del film tratto dal romanzo di Alberto Moravia per la regia di Patroni Griffi, "La Romana". In questa occasione il regista ha operato un curioso gioco di specchi e di rimandi. Nella versione del 1954, infatti, la Lollo aveva interpretato il ruolo della protagonista mentre nella pellicola moderna fatto il ruolo della madre della protagonista. Ora Gina Lollobrigida sta conducendo una serena vecchiaia, onorata come un monumento nazionale e comparendo di quando in quando in qualche programma televisivo.
Nell'ottobre del 2006 ha annunciato il suo prossimo matrimonio, con il ragazzo barcellonese Javier Rigau Rifols, più giovane di lei di ben 34 anni; nell'occasione ha dichiarato che la love story, segreta, va avanti da ben 22 anni.
In realtà in seguito (nel 2018) dichiara che la vicenda è stata una truffa: Rigau è riuscito a far riconoscere il matrimonio canonico per procura, e attende che la Sacra Rota si pronunci sull’annullamento.

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