Fanno bene all’umore,
mantengono in forma, abbassano la pressione e la soglia del dolore. Basta
tenerli con noi
Gli animali provano emozioni molto simili alle nostre. Chi
vive con un amico a 4 zampe probabilmente lo sa già, ma ora è un’evidenza
scientifica.
Secondo una recente ricerca dell’università americana Emory
di Atlanta, al solo pensiero che il padrone gli può procurare (cibo, coccole,
ecc.) nei cani si attiva la stessa area del cervello degli esseri umani.
Insomma, sono in grado di provare empatia, esattamente come
noi, e di percepire i nostri stati d’animo. Ecco perché la convivenza con un
animale può regalare molto più della semplice compagnia, anzi, ti può
addirittura curare. E non è una teoria di animalisti irriducibili, ma una
realtà ormai consolidata. Vuoi saperne di più? Leggi le storie delle nostre
lettrici commentate da Francesca Mugnai, responsabile del servizio di Pet
therapy dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Ho ricominciato a
vivere
Due anni fa, la mia
storia con Luca si chiude di colpo. Dopo 10 anni lui liquida il nostro progetto
di vita a due con un addio. Mi sento morire. Esco poco di casa e passo le mie
serate da sola: in pigiama, davanti alla tv. Poi, la vigilia di Natale, viene a
trovarmi la mia migliore amica con un fagottino in braccio. La guardo con aria
interrogativa, finché non capisco che lì dentro c’è un cucciolo di cane. “E’ il
mio regalo per le feste”, dice con un sorriso. Sulle prime sento solo un moto
di stizza: “Insomma, non ho neppure voglia di pensare a me stessa, figuriamoci
badare a un cane”. All’inizio me ne occupo quasi con rabbia.
Poi scatta qualcosa. E’ come se il gelo che ho dentro si
sciogliesse: prendermi cura di quel cagnolino mi rende felice. Ho addirittura trovato nuovi amici: padroni di cani con cui ho fatto
amicizia nelle aree verdi dedicate a loro.
Claudia, 35 anni
Il parere dello
psicologo – Tornare
a vivere grazie a un cane: nulla di strano perché è ormai risaputo che gli amici a 4 zampe hanno
un potente effetto antidepressivo.
La relazione con un
cane ha permesso a Claudia di rompere il circolo vizioso di apatia e di isolamento in cui era
intrappolata. Merito dell’accudimento, che l’ha riportata al quotidiano. Grazie
al suo nuovo amico, Claudia è stata “obbligata” a pensare meno a se stessa e al
suo lutto emotivo.
Le passeggiate con il suo cucciolo, all’inizio “forzate”,
sono diventate l’occasione per Claudia di riaprire la porta verso il mondo.
Inoltre, camminando e stando all’aperto con lui, il suo organismo ha prodotto
una maggior quantità di endorgine e serotonina, sostanze responsabili del buon
umore, e questo ha funzionato come antidepressivo naturale. Ma soprattutto, la
vita a due con il cane ha riacceso la sua parte emotiva. Su questo fronte, gli
animali sortiscono effetti impensabili: osservare i loro comportamenti buffi,
la loro pacatezza, il loro sonno e sentire il loro affetto incondizionato
aiutano a ritrovare fiducia nei rapporti con gli altri e in se stessi. Non
solo: grazie a loro si riapre un canale comunicativo spontaneo e immediato che
funziona come una medicina, lenta ma progressiva, contro l’isolamento, la
solitudine e l’apatia. Come è successo a Claudia.
Via libera alle
emozioni
“ Nel giugno 2011 è
arrivata a casa Giulia, una bimba che ho adottato dall’Est europeo: ha quasi
sette anni e tanti problemi. E’ stata abbandonata dai genitori in un istituto
ed è reduce da una prima adozione fallita: porta sulla sua pelle i segni degli
sconvolgimenti emotivi che ha vissuto. L’accolgo con tutto il mio amore, ma
Giulia è una bambina iperattiva, non accetta regole e sfodera continui
atteggiamenti di sfida. A volte, ha scatti d’ira incontenibili, declinati a
suon di parolacce e di aggressività. Con i suoi coetanei si comporta da piccola
bulla, p fa la vittima. Insieme a uno psicologo decido di farle iniziare una
terapia e veniamo indirizzati verso la Pet therapy. Mi affido anche a questo
tentativo, ma in cuor mio ho poche speranze. E invece, proprio grazie a Black, un piccolo meticcio, Giulia ha
cominciato a tirar fuori una
dolcezza che non avrei mai immaginato...Insomma, è stato un vero miracolo.
Franca, 42 anni “
Il parere dello
psicologo – La Pet
therapy viene utilizzata spesso con i bambini “difficili” perché la relazione
con l’animale permette loro di imparare a esprimere le proprie emozioni in modo
spontaneo. I bimbi orfani, o quelli che passano attraverso adozioni
fallimentari, come Giulia, non hanno la capacità di sedare le proprie burrasche
emotive e le emozioni eccessive perché questa abilità matura attraverso una
relazione solida e stabile con i genitori.
La terapia con un cane offre loro una lettura immediata su
come gestire ciò che sentono. Fido è compagno dell’uomo da millenni e il suo
comportamento è molto simile al nostro. Soprattutto, è sincero, senza ipocrisie
o convenevoli mediati dal linguaggio. Diventa perciò una sorta di guida
“elementare” nella gestione delle relazioni e dei comportamenti, anche quelli
eccessivi come la provocazione o la rabbia.
Non solo: con lui, l’ira
o la perdita di controllo perdono quell’etichetta di inaccettabilità sociale o di cattiveria, ma
diventano solo un colore attraverso cui ci si può esprimere. Questo rassicura
il bambino. Nello stesso tempo, il cane diventa maestro di altri comportamenti
come la sopportazione, l’affettività, la dolcezza o l’autocontrollo e comunica,
in modo immediato e con maggior forza di mille parole, che esistono tanti modi
diversi con cui relazionarsi agli altri.
5 motivi per farsi
regalare (o prendere) un cane
Suscita emozioni
positive. Merito del
sistema limbico, il centro di controllo delle nostre reazioni emozionali, che
appartiene sia agli uomini sia agli animali e che permette di creare un
rapporto empatico. Ecco perché lo sguardo tenero di un micio induce serenità,
gli occhi a mandorla di un coniglietto funzionano come ansiolitico, lo
scodinzolio di Fido fa sorridere.
Abbassa gli indicatori
dello stress:
pressione del sangue, frequenza del cuore e respiratoria.
Stimola la motricità ed è una contromisura alla
sedentarietà e quindi anche ai suoi malanni.
Migliora il senso di
autostima: saper
accudire un animale significa saper badare a qualcuno che dipende totalmente da
noi. Questo aumenta la fiducia in se stessi, soprattutto se ci si sente
inutili.
E’ un potente
antidolorifico. Lo
hanno dimostrato all’ospedale pediatrico Meyer. Nei bambini che hanno
effettuato un prelievo di sangue con Fido vicino, i livelli di cortisolo
(l’ormone che misura la sofferenza fisica e lo stress che si prova) erano più
bassi del normale. E senza alcun effetto collaterale.
Pet Therapy: a chi
rivolgerti
Cani, gatti,
coniglietti, cavalli e asini sono ormai riconosciuti come coterapeuti. Il Ministero della
Salute, infatti, nel 2003 ha riconosciuto la validità delle terapie con gli
animali e nel 2009 ha istituito il Centro di referenza nazionale per gli
interventi assistiti con gli amici a 4 zampe. Sul sito www.centroreferenzapert-therapy.it
trovi la mappa delle associazioni che erogano questo servizio. Il costo di una
seduta si aggira intorno a 5°£ (salvo rare eccezioni in cui la prestazione è
gratuita). I cani sono utilizzati per i disturbi del comportamento infantile
(sindrome di Down, autismo, ritardi mentali) ma anche per aiutare i piccoli
pazienti oncologici. Con gli adulti, invece, il loro aiuto e validissimo per
affrontare disturbi dell’umore come la depressione, difficoltà relazionali,
fobie e conflittualità sociale. Il rapporto con gli animali quindi migliora le
cure.
Ida Macchi – STARBENE – dicembre 2013 -
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