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giovedì 2 gennaio 2014

Lo Sapevate Che: Mi Curo Con Gli Animali...


Fanno bene all’umore, mantengono in forma, abbassano la pressione e la soglia del dolore. Basta tenerli con noi

Gli animali provano emozioni molto simili alle nostre. Chi vive con un amico a 4 zampe probabilmente lo sa già, ma ora è un’evidenza scientifica.
Secondo una recente ricerca dell’università americana Emory di Atlanta, al solo pensiero che il padrone gli può procurare (cibo, coccole, ecc.) nei cani si attiva la stessa area del cervello degli esseri umani.
Insomma, sono in grado di provare empatia, esattamente come noi, e di percepire i nostri stati d’animo. Ecco perché la convivenza con un animale può regalare molto più della semplice compagnia, anzi, ti può addirittura curare. E non è una teoria di animalisti irriducibili, ma una realtà ormai consolidata. Vuoi saperne di più? Leggi le storie delle nostre lettrici commentate da Francesca Mugnai, responsabile del servizio di Pet therapy dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Ho ricominciato a vivere
Due anni fa, la mia storia con Luca si chiude di colpo. Dopo 10 anni lui liquida il nostro progetto di vita a due con un addio. Mi sento morire. Esco poco di casa e passo le mie serate da sola: in pigiama, davanti alla tv. Poi, la vigilia di Natale, viene a trovarmi la mia migliore amica con un fagottino in braccio. La guardo con aria interrogativa, finché non capisco che lì dentro c’è un cucciolo di cane. “E’ il mio regalo per le feste”, dice con un sorriso. Sulle prime sento solo un moto di stizza: “Insomma, non ho neppure voglia di pensare a me stessa, figuriamoci badare a un cane”. All’inizio me ne occupo quasi con rabbia.
Poi scatta qualcosa. E’ come se il gelo che ho dentro si sciogliesse: prendermi cura di quel cagnolino mi rende felice. Ho addirittura trovato nuovi amici: padroni di cani con cui ho fatto amicizia nelle aree verdi dedicate a loro.
Claudia, 35 anni

Il parere dello psicologo – Tornare a vivere grazie a un cane: nulla di strano perché è  ormai risaputo che gli amici a 4 zampe hanno un potente effetto antidepressivo.
La relazione con un cane ha permesso a Claudia di rompere il circolo vizioso di apatia e di isolamento in cui era intrappolata. Merito dell’accudimento, che l’ha riportata al quotidiano. Grazie al suo nuovo amico, Claudia è stata “obbligata” a pensare meno a se stessa e al suo lutto emotivo.
Le passeggiate con il suo cucciolo, all’inizio “forzate”, sono diventate l’occasione per Claudia di riaprire la porta verso il mondo. Inoltre, camminando e stando all’aperto con lui, il suo organismo ha prodotto una maggior quantità di endorgine e serotonina, sostanze responsabili del buon umore, e questo ha funzionato come antidepressivo naturale. Ma soprattutto, la vita a due con il cane ha riacceso la sua parte emotiva. Su questo fronte, gli animali sortiscono effetti impensabili: osservare i loro comportamenti buffi, la loro pacatezza, il loro sonno e sentire il loro affetto incondizionato aiutano a ritrovare fiducia nei rapporti con gli altri e in se stessi. Non solo: grazie a loro si riapre un canale comunicativo spontaneo e immediato che funziona come una medicina, lenta ma progressiva, contro l’isolamento, la solitudine e l’apatia. Come è successo a Claudia.

Via libera alle emozioni
“ Nel giugno 2011 è arrivata a casa Giulia, una bimba che ho adottato dall’Est europeo: ha quasi sette anni e tanti problemi. E’ stata abbandonata dai genitori in un istituto ed è reduce da una prima adozione fallita: porta sulla sua pelle i segni degli sconvolgimenti emotivi che ha vissuto. L’accolgo con tutto il mio amore, ma Giulia è una bambina iperattiva, non accetta regole e sfodera continui atteggiamenti di sfida. A volte, ha scatti d’ira incontenibili, declinati a suon di parolacce e di aggressività. Con i suoi coetanei si comporta da piccola bulla, p fa la vittima. Insieme a uno psicologo decido di farle iniziare una terapia e veniamo indirizzati verso la Pet therapy. Mi affido anche a questo tentativo, ma in cuor mio ho poche speranze. E invece, proprio grazie a Black, un piccolo meticcio, Giulia ha cominciato a tirar fuori una dolcezza che non avrei mai immaginato...Insomma, è stato un vero miracolo.
Franca, 42 anni “

Il parere dello psicologo – La Pet therapy viene utilizzata spesso con i bambini “difficili” perché la relazione con l’animale permette loro di imparare a esprimere le proprie emozioni in modo spontaneo. I bimbi orfani, o quelli che passano attraverso adozioni fallimentari, come Giulia, non hanno la capacità di sedare le proprie burrasche emotive e le emozioni eccessive perché questa abilità matura attraverso una relazione solida e stabile con i genitori.
La terapia con un cane offre loro una lettura immediata su come gestire ciò che sentono. Fido è compagno dell’uomo da millenni e il suo comportamento è molto simile al nostro. Soprattutto, è sincero, senza ipocrisie o convenevoli mediati dal linguaggio. Diventa perciò una sorta di guida “elementare” nella gestione delle relazioni e dei comportamenti, anche quelli eccessivi come la provocazione o la rabbia.
Non solo: con lui, l’ira o la perdita di controllo perdono quell’etichetta di inaccettabilità sociale o di cattiveria, ma diventano solo un colore attraverso cui ci si può esprimere. Questo rassicura il bambino. Nello stesso tempo, il cane diventa maestro di altri comportamenti come la sopportazione, l’affettività, la dolcezza o l’autocontrollo e comunica, in modo immediato e con maggior forza di mille parole, che esistono tanti modi diversi con cui relazionarsi agli altri.

5 motivi per farsi regalare (o prendere) un cane
Suscita emozioni positive. Merito del sistema limbico, il centro di controllo delle nostre reazioni emozionali, che appartiene sia agli uomini sia agli animali e che permette di creare un rapporto empatico. Ecco perché lo sguardo tenero di un micio induce serenità, gli occhi a mandorla di un coniglietto funzionano come ansiolitico, lo scodinzolio di Fido fa sorridere.
Abbassa gli indicatori dello stress: pressione del sangue, frequenza del cuore e respiratoria.
Stimola la motricità ed è una contromisura alla sedentarietà e quindi anche ai suoi malanni.
Migliora il senso di autostima: saper accudire un animale significa saper badare a qualcuno che dipende totalmente da noi. Questo aumenta la fiducia in se stessi, soprattutto se ci si sente inutili.
E’ un potente antidolorifico. Lo hanno dimostrato all’ospedale pediatrico Meyer. Nei bambini che hanno effettuato un prelievo di sangue con Fido vicino, i livelli di cortisolo (l’ormone che misura la sofferenza fisica e lo stress che si prova) erano più bassi del normale. E senza alcun effetto collaterale.

Pet Therapy: a chi rivolgerti

Cani, gatti, coniglietti, cavalli e asini sono ormai riconosciuti come coterapeuti. Il Ministero della Salute, infatti, nel 2003 ha riconosciuto la validità delle terapie con gli animali e nel 2009 ha istituito il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli amici a 4 zampe. Sul sito www.centroreferenzapert-therapy.it trovi la mappa delle associazioni che erogano questo servizio. Il costo di una seduta si aggira intorno a 5°£ (salvo rare eccezioni in cui la prestazione è gratuita). I cani sono utilizzati per i disturbi del comportamento infantile (sindrome di Down, autismo, ritardi mentali) ma anche per aiutare i piccoli pazienti oncologici. Con gli adulti, invece, il loro aiuto e validissimo per affrontare disturbi dell’umore come la depressione, difficoltà relazionali, fobie e conflittualità sociale. Il rapporto con gli animali quindi migliora le cure.

Ida Macchi – STARBENE – dicembre 2013 -

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