Dove c’è Francesco c’è
sempre Ignazio
E’ un asse che viene da lontano. Dove c’è il papa c’è Marino.
Quando non è per destini istituzionali, ci sono gli appuntamenti
provvidenziali.
All’Ombra di Pietro. Più o meno periodicamente, Sua
Santità e il primo bici-cittadino della Capitale si incontrano in forma
privata, lontano da occhi ufficiali. I colloqui tra i due all’ombra di San
Pietro, sono lunghi. E’ il filo di un dialogo profondo e immortale, si sussurra
tra le logge dei palazzi. Profondo quanto le mortali buche romane?
Gesuiti Si Nasce. Un asse che viene da lontano, si
diceva. Bergoglio è il primo papa gesuita. E Marino è stato cresciuto dai
gesuiti. Poi c’è il segno, forse divino, del nome lo stesso di Ignazio Loyola,
fondatore della Compagnia. E’ vero che per il papa è sempre stato così: quando
era arcivescovo di Buenos Aires, aveva un rapporto molto stretto con l’alcalde
della città. Ma nessuno poteva immaginare un asse così formidabile con un
sindaco di sinistra. Uno che, nella corsa elettorale al Comune di Roma, era
stato guardato dai notabili dell’Oltretevere con secolare preoccupazione, ceri
e preghiere, orazioni e raccomandazioni. Nell’ottica di San Pietro, impersonava
l’anti-sindaco per eccellenza.
Modello Papa. Ma appena eletto il primo pensiero
di Marino è incontrare il Santo Padre,
l’uomo più popolare del pianeta, il papa cool. Il 4 luglio l’evento si consuma
e non è che il debutto. Ovunque arrivi Bergoglio, Te deum, Angelus, Ognissanti,
8 dicembre, Marino si materializza, a volte miracolosamente. Succede che nella
follia di una Roma intasata di traffico e smog, passino un sindaco ciclista e
un pontefice in utilitaria e che quando la Provvidenza li fa incrociare, i due
siano al settimo cielo, baci, abbracci, risate. Non sia mai che il papa avvisti
Marino tra la folla di San Pietro: fa inchiodare la papa mobile per poterlo
salutare. In questi casi, il sindaco, per non dare nell’occhio, indossa
prudentemente la sobria fascia tricolore. Ma tanto entra ed esce dalla Santa
Sede. Dal modello Roma al modello Vaticano? Lo voglia il cielo, la città è
davvero sofferente: al contrario dietro le Mura leonine, avanza la civiltà. C’è
la raccolta differenziata da un pezzo. Per ridurre l’inquinamento, stanno
arrivando le ecologiche vetture elettriche.
Icona Laica. Chi è dotato di memoria lunga
ricorda un Marino icona laica. Giusto. Ma, prima, nel 2006, passato dalla
chirurgia alla politica da candidato senatore Ds, era stato presentato da
Goffredo Bettini come fervido credente, quasi un cattolico di destra. Negli
anni, la conversione, al contrario: il sostegno al testamento biologico e nel
mezzo delle elezioni per il Campidoglio, quello alle adozioni gay, tanto da
essere considerato un faro del laicismo di sinistra.
Non Solo Fori. Adesso, non c’è frase detta dal
pontefice che non provochi l’inno di Marino di totale condivisione. Per carità,
impossibile dargli torto. Francesco finirà nel Guinness dei Guinness per il
numero di folgorazioni che è riuscito a provocare. Per non parlare del turismo
capitolino in costante aumento: altro che pedonalizzazione dei fori imperiali,
come hanno provato a pavoneggiarsi dal Campidoglio. A Roma c’è Sua Santità
superstar. Marino, in questo, ha tutte le ragioni. Più del Colosseo, oggi può
il papa: è lui il monumento più importante della città.
Denise Pardo – L’Espresso – 16 gennaio 2014
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