Ultima Chiamata Per Renzi, Che
Rischia Di Diventare
Il Rottamatore In Stallo
Le stagioni dell’amore nella politica
italiana, di questi tempi, passano molto in fretta. E’ passato meno di un anno
da quando il professor Monti era il salvatore della patria, federatore del
grande centro, ago della bilancia di qualsiasi maggioranza possibile, candidato al
Quirinale a furor di stampa. Ora guida la fronda di minoranza di Scelta Civica.
Si sono spaccati anche i centristi e non era semplice. Come dice Fiorello, la
scissione del partitino è stata studiata al Cern di Ginevra. E’ l’ultimo e più
grottesco segnale dell’impazzimento dei partiti italiani, vecchi e nuovi. In
poche settimane si sono divisi tutti in due. Il Pd e il Pdl si sono spaccati
fra governativi e non, renziani e lettiani a sinistra, falchi e colombe a
destra. Perfino i Cinque Stelle si sono divisi fra gillini osservanti e liberi
pensatori e in fondo anche loro rispetto al governo delle larghe intese. Nel
senso che, se fosse per Grillo e gli ortodossi, le larghe intese durerebbero
nei secoli dei secoli, lasciando al M5S il monopolio dell’opposizione, che
rimane pur sempre un bel segmento di mercato.
Il governo
intanto va avanti per forza d’inerzia e per mancanza di alternative, appeso al
progetto politico di un presidente assai lucido ma ormai quasi novantenne. La
manovra economica serve a tirare a campare e non certo a risolvere i problemi
del Paese. Nell’arte del rinvio il governo Letta ricorda certi esecutivi
democristiani e forse questa è l’intenzione.
Se è così,
si tratta di un equivoco. La Democrazia cristiana è durata a lungo non perché
rinviasse i problemi,ma perché aveva molti soldi da distribuire alle clientele.
Questi di soldi non ne hanno e i quattro o otto euro in busta paga sono
un’offesa all’intelligenza dei lavoratori.
Eppure
niente e nessuno sembra in grado di rompere lo Stallo italiano. Se non Matteo
Renzi, il quale però dovrebbe meditare sulla parabola di Mario Monti. Le
stagioni volano e il disamore arriva in fretta. Il rottamatore è in pista ormai
da un bel
po’ di tempo
e finora non ha rottamato nulla.
Fra poche
settimane diventerà segretario del Partito Democratico e avrà pochissimo tempo
per mostrarsi il grande innovatore che tanti invocano. Il timore è che alla
fine non riesca a cambiare nulla. Sarà
ingabbiato nello stallo, imbarcherà anche lui come Monti un bel gruppo di
opportunisti dell’ultima ora, che alla fine lo tradiranno. Ancora un anno a
ripetere che bisogna cambiare tutto e la gente comincerà a cambiare canale.
Curzio Maltese
– Venerdì di Repubblica – 25 Ottobre 2013
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