Dialetto e falchetto
forzista perfetto
L’ha detto Angelino Alfano nella conferenza dell’addio al
Pdl: quel che conta è il futuro (ci poteva essere frase più perfida per un
canuto leader?). Ma al futuro ci ha pensato prima Daniela Santanchè, il 14
novembre, con la cena dei falchetti nella sede di Forza Italia a Roma, cena
anche salutare per preparare il Paese a un altro elettroshock, l’avanzata della
nuovi cavalierini.
I Ragazzi Del’94 Il linguaggio telemitologico dei
falchetti non può che allietare i fans del genere, certo anche del generone.
“Mi consenti?”, chiede Luca Zappacosta, cravattone alla Emilio Fede
(individuato su Facebook con il fratello Andrea da Lorenzo Mazzato, figlio
della Santanchè) preposto a buttafuori con lista degli invitati come per una
festa ai Parioli. L’amata espressione-simbolo del 1994 allarga il cuore, ecco
le stimmate da Silvio, peccato però che vengano offuscate da un’affermazione
non proprio da Crusca: “Non ho nulla di protestare”. Colpisce il sofisticato
interloquire. “Serve un ricambio?”, chiede un giornalista a un falchetto. La
risposta è da classe dirigente globale, modello Maurizio Gasparri: “Ahò! E noi
che ce stamo a fa’?”.
Nidiate Alla Guerra Sotto il cielo dell’ex Pdl la
confusione omitologica, tra falchi e colombe, è grande, non parliamo poi della
bagarre tra i rampolli delle varie nidiate. Oltre ai falchetti figli della
pitonessa (altro che irocervo!), ci sono le colombe della “Giovane Italia” di
Annagrazia Calabria, amica di Santanchè e di Alfano, ma fedele a Berlusconi.
Rumoreggiano indispettiti dalla popolarità mediatica delle nuove covate
“L’esercito di Silvio” e gli “Studenti per la Libertà”. Motto politico della
vibrata protesta: “E noi che finora ci siamo fatti un mazzo così?”. Il futuro
appare rassicurante.
Il Verbo è stato tramandato.
Cavaliere Di Pancia Di sicuro a garantire il passaggio
di una solida tradizione culturale saranno state madri come questo fulgido
esempio di genitrice di falchetto invitata alla cena: “Abbiamo sempre votato
per Berlusconi. Quando è sceso in campo”, dichiara circondata da microfoni (si
noti la scelta perfetta delle espressioni berlusconiane), ero al settimo mese
di gravidanza. All’annuncio della vittoria, mio figlio ha scalciato di gioia
nella mia pancia”. Finalmente la dimostrazione scientifica: il Cavaliere sa
parlare davvero alla pancia degli italiani.
Da Alberto A Silvio Poi si materializza un ritardatario,
la cravattona non lascia dubbi: è un falchetto. “Ho fatto palestra fino a mo’”,
spiega forbito. E nell’attesa che i suoi genitori arrivati in orario alla cena
intervengano per farlo entrare, lancia perle degne di Alberto Sordi ai
reporter: “Oh! Boni, state boni! Mbè? Per me Berlusconi è un mito, ha fatto un
sacco di cose perbene per l’Italia e per Roma, sotto ogni volta, ha incentivato
i commerci”. Sui commerci, nessun dubbio, in tutti i sensi. Ma quali
provvedimenti ha apprezzato di più?, incalza disperato un giornalista: “Mo’,
dire le cose in particolare, ? non lo so, zia!” Zia? Improvvisamente il portone
si apre. Il falchetto prova a infilarlo ma senza fortuna. Commento politico:
“Porco….due, cane!”. Se lo sente Dudù.
Denise Pardo – L’Espresso 28 Novembre 2013
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