Alle prossime elezioni vincerà
l’opposizione.
Che ancora non esiste
Ancora qualche mese di questo governo
e sarà del tutto chiaro che
alle
prossime elezioni vincerà l’opposizione. L’unico problema è
che l’opposizione ancora non esiste. Il movimento di Grillo, che in teoria
dovrebbe incarnarla, non è politica e non è neppure
antipolitica. E’ spettacolo, se vogliamo un’opera, anzi il capolavoro di uno
dei più straordinari artisti contemporanei, Beppe Grillo. Il movimento sta al
Parlamento come la Mongolfiera di Christo sta al passaggio industriale di
Oberhausen. E’ un’installazione . In questi mesi in cui l’opposizione aveva
davanti praterie da percorrere, i grillini ci hanno deliziato con una serie di
performance fra il surreale e il comico: lunghe discussioni sugli scontrini,
piccoli scandali familistici, idiozie assortite su sirene e micro spie infilate
nella pelle dalla Cia, per non parlare dell’elogio del Kamikaze di Nassiriya.
L’unico risultato concreto dell’esercito di parlamentari penta
stellati, l’abolizione del reato d’immigrazione clandestina, è stato
sconfessato dai capi supremi. L’altra grande battaglia per cui è nato il
movimento, la riforma della legge elettorale che fu alla base del primo “Vaffa
Day”, è ormai accantonata, forse per sempre. Grillo e Casaleggio hanno scoperto
che nominare i parlamentari è bellissimo e ora i grillini, alleati con
Berlusconi, sono l’ultimo baluardo a difesa dell’orrido Porcellum. Un po’ come
l’inceneritore a Parma, sarebbe stato giusto non costruirlo. Pizzarotti si è
candidato per questo, ma una volta eletto ha scoperto che purtroppo non era
possibile. Con questa gag alle spalle, per quanto oggettivamente esilaranti, è
difficile che Grillo alle prossime elezioni confermi il successo di febbraio.
Ma è possibile, anzi probabile, che mantenga un forte
consenso. Milioni di italiani sono disperati, totalmente sfiduciati dalla
politica e non sarà certo questo governo a restituire loro una speranza.
Piaccia o no, e a me non piace sempre, l’unica alternativa al
governo delle larghe intese è rappresentata da Matteo Renzi. Lo voteranno
tutti, di destra e di sinistra ed ex elettori grillini, non per il giubbotto da
Fonzie o i suoi programmi economici un po’ traballanti. Ma perché appunto
incarna l’ultima speranza di uscire dalla crisi con una soluzione diversa da
quella di strangolare i cittadini con le tasse per pagare gli interessi sul
debito alle banche centrali. Lo voteranno perché vogliono cambiare un governo
che non sta cambiando niente.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 22-novembre 2013
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