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giovedì 14 novembre 2013

Lo Sapevate Che: Contromano...


Berlusconi e Grillo alleati? Nel Paese del populismo
Il successo è assicurato

I media amano descrivere la politica italiana come un imprevedibile
manifestarsi di colpi di scena a ripetizione, ma in realtà nulla è tanto
 prevedibile. Vent’anni fa, quando cominciò l’epoca del berlusconismo,
avevamo scritto che il destino dell’Italia sarebbe stato uguale a quello dell’Argentina di Juan Peròn e la previsione si è rivelata esatta nel dettaglio. L’Italia di oggi, come l’Argentina di Peròn, è una nazione ricca che si è impoverita in un ventennio per inseguire la falsa rivoluzione di un populista. Il ceto medio che ha appoggiato la finta rivoluzione ne è stato la prima vittima. Il Paese è diventato assai più ingiusto, si è rapidamente deindustrializzato, ha perso peso e prestigio nel mondo e ha fottuto le nuove generazioni, avviate verso un futuro da emarginati.
Ma proprio come in Argentina, una volta finito Peròn, il peronismo è destinato a continuare, perché è il sintomo della malattia infantile di tutto un popolo. Gli italiani del terzo millennio, come gli argentini degli anni Trenta, sono malati di populismo, amano le ricette semplici, per quanto banali, sballate e smentite dalla storia. Ieri era Berlusconi, oggi è Grillo, domani magari Renzi, ma la storia è sempre la stessa. Quindi non c’è speranza, fate studiare le lingue ai figli e avviateli a lavorare all’estero. Le idee stupide, in questo mondo sempre più complesso, non funzionano. E il dibattito pubblico italiano è ormai su tali livelli di (popolarissima) idiozia, da aver superato la linea di non ritorno.
A proposito, Vittorio Feltri ha lanciato l’idea di un’alleanza fra Berlusconi e Grillo per far uscire l’Italia dall’euro. Feltri non è affatto stupido, anzi è sempre geniale nello sfruttare la stupidità altrui. Questo è un caso. L’ipotesi di uscire dall’euro è ormai molto popolare e un’alleanza di Berlusconi con Grillo, che si dichiara incompatibile soltanto con la sinistra, godrebbe di sicuro successo.
Ora, non essendo un economista, non saprei valutare gli effetti globali di questa scelta. Ma so per certo che cosa farebbero Feltri, Grillo, Casaleggio e Berlusconi un minuto dopo. Porterebbero i loro patrimoni in euro all’estero e aspetterebbero la svalutazione della liretta. Così come tutti gli italiani dotati di un patrimonio. A sopportare il peso di una svalutazione e dunque di un impoverimento del quaranta o del cinquanta per cento, oltre al fallimento del sistema creditizio, sarebbero i soliti noti, i lavoratori, i piccoli imprenditori, le famiglie con una sola casa di proprietà.
Ma se vent’anni fa gli italiani hanno creduto che un miliardario pieno di debiti potesse salvarli, perché non dovrebbero credere ora che l’uscita dall’euro renderebbe tutti più ricchi? Ripeto, fate studiare l’inglese ai vostri figli.

Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 8 Novembre 2013

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