Illegittimo ma
Inamovibile
I giudici annullano la
nomina del direttore di Pediatri. Che però resta al suo posto.
Un concorso da professore ordinario in Pediatria che si
trascina da otto anni fra sentenze e ricorsi: vinto, contestato, annullato dal
Tar, rifatto, di nuovo annullato dal Consiglio di Stato, terzo tentativo ora in
corso con una diversa commissione valutatrice. Una Clinica di Pavia,
storicamente all’avanguardia dove, benché meno di un tempo, arrivano i pazienti
da mezza Italia: la sua direzione dipende (o forse no, anche questo è materia
del contendere) dal rovello sull’esito di quel concorso da ordinario. Con
l’ateneo di Pavia, grondante storia dal 1361 a Ugo Foscolo e Alessandro Volta e
di nuovo tra le eccellenze europee, che per anni non sa che pesci pigliare,
costretto com’è a districarsi nel guazzabuglio di carte bollate, alle prese con
la faida interna tra docenti, in difficoltà nei rapporti col Policlinico San
Matteo, che la fa da padrone nella gestione in
Teoria congiunta della Clinica Pediatrica. Per la cronaca,
chiuse quasi tutte le industrie a parte il Riso Scotti, l’Università con 25
mila studenti su 75 mila abitanti e quella città nella città che è il
Policlinico con 3 mila dipendenti e mille posti letto sono rimaste le uniche
due imprese di massa su cui vive Pavia.
Alveo, quadro di riferimento, per vie traverse anche luogo
dei decisori ultimi, è quella Sanità lombarda modellata per quindici anni a
somiglianza di Roerto Formigoni e dei suoi fedelissimi. Pavia è infatti la
città di Gian Carlo Abelli detto il Faraone: qui cominciò la sua carriera nel
’74 proprio come presidente del San Matteo l’uomo destinato a diventare la
mente e Fino al 2009 il signore indiscusso della riforma formigoniana della
sanità giocata sull’apertura ai privati.
Come s’incastrano questi tasselli in una vicenda concorsuale
paradigmatica del modo in cui si selezionano i docenti nell’Università e a
Medicina più che in ogni altra facoltà? Dipaniamo i fatti salienti: Anno 2005,
concorso per due posti di ordinario in Pediatria. A Perugia dove ha insegnato e
mantiene stretti rapporti il nome tutelare di Pediatria di Pavia Roberto
Burgio, oggi 94enne. Oltre al candidato perugino, risulta idoneo Gianluigi
Marseglia di Pavia. Ma contro l’esito fanno ricorso in due: il candidato
escluso, il romano Stefano Cianfarani, e a Pavia Mauro Bozzola, che ordinario
lo è già ma da Policlinico e Università s’è visto preferire Marseglia come
direttore di Pediatria. Cosa lamentano i due? Intanto nella Commissione di
valutazione c’era anche Giorgio Rondini (Abelli lo candidò a sindaco di Pavia
nel 2004 per il Pdl ma perse) che di Burgio è stato successore e di Marseglia
il mentore: opinabile “in punto di opportunità”, dirà il Consiglio di Stato, ma
non illecito. “Vizio di illegittimità” è invece, sentenzia il Tar lombardo nel
2007 e conferma il Consiglio di Stato nel 2012, nell’”evidente eccesso di
potere” di un’anomala seduta finale che modifica i giudizi e fa vincere Marseglia.
E nella “discordanza tra quanto dichiarato dal Marseglia nel curriculum e
quanto poi è risultato”. Sul ruolo da lui svolto nell’attività assistenziale in
Clinica. “Non ha dichiarato il vero, la direzione di Pediatria spetta a me, o a
chi come me ha i titoli, comunque non a lui “, attacca Bozzola. “Le mie
dichiarazioni erano veritiere, l’Università e il Policlinico le hanno
confermate. Filiere? Mai fatto politica, ciò che ho me lo sono guadagnato,
Formigoni non l’ho mai neppure incrociato, Abelli certo, ma chi non lo conosce
a Pavia?” replica Marseglia.
Il consiglio di Stato, settembre 2012, “ordina che la
sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa”. Ma l’ateneo non
interviene. Marseglia resta ordinario e alla direzione della Clinica
pediatrica, perché sia assicurata la continuità funzionale. La patata bollente
se la trova, appena insediatosi il 1° ottobre, il nuovo rettore Fabio Rugge,
ordinario di Istituzioni Politiche ed esperto di formazione dei dirigenti
pubblici. Che a domanda secca risponde: “ In qualche settimana avremo da
Perugia l’esito del concorso. Allora io agirò immediatamente”.
Roberto Di Caro – L’Espresso – 14 Novembre 2013
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