Uno Stato Che Non
Funziona Crea Cattivi Cittadini.
Ma Vale Anche Il
Contrario
Gentile Serra, il nostro grande problema, al di là di spread, debito
pubblico, calo del Pil, è il cortocircuito, secondo me irreparabile, che si è
instaurato nel rapporto cittadino-Stato: il cittadino vede lo Stato come
ottuso,
vessatore spietato con i deboli,
molle con i potenti. Lo Stato vede il cittadino come un mariuolo che quando può
gliela combina, e per combinargliela si intende non pagare le tasse o pagarne meno
del dovuto. Quante volte ci siamo detti: Stato maledetto, appena potrò te la
farò pagare? Io tantissime. Vuole degli esempi?
Cos’è uno Stato che ipocritamente si
preoccupa della tua salute e ti impone multe salatissime se sei senza casco o
senza cintura e poi ti dà la morte ogni giorno con i videopoker, i Gratta e
vinci e tutte quelle diavolerie elettroniche in cui tantissimi disgraziati si
stanno perdendo? Quello stesso Stato che taglia i trasferimenti ai Comuni ma
poi consente la odiosissima pratica di mettere gli autovelox col preciso scopo
di rubare (sì, rubare) soldi ai cittadini con le multe in superstrade distanti
magari decine di chilometri dal centro abitato?
Oppure uno Stato che per un progetto
di energie rinnovabili ti richiede 26 pareti (26!), ma l’ultimo, quello della
Soprintendenza che è decisivo, dopo due anni che lo hai richiesto e non ti è
stato rilasciato, ti dice che quell’area non è vincolata ma lo sarà tra breve e
il progetto è morto e tu perdi due anni di lavoro e di spese e li butti a mare:
e il bello è che te lo dice all’ultimo giorno utile, come se agli ultimi metri
di una maratona, col traguardo in vista, ti dicessero che invece di correre
dovevi camminare a quattro zampe….
Tutto questo non fa che alimentare
l’odio del cittadino verso lo Stato, verso la cosa pubblica, verso i politici e
i burocrati, perpetuando quel circuito vizioso per cui Stato e cittadino
saranno in eterno conflitto e il cittadino cercherà tutti i modi di
“vendicarsi” non pagando le tasse.
Antonio Rizzo
Caro Rizzo, la sua sintesi è un po’
ruvida, (si capisce che lei è esasperato anche per una vicenda personale) ma
efficace.
E, purtroppo, veritiera. Il rapporto
tra Stato e cittadini corrisponde effettivamente al classico circolo vizioso.
Più lo Stato tratta i cittadini da mariuoli, come lei dice, più i cittadini si
sentono maldisposti e disobbedienti. Il mio solo dubbio (che assomiglia molto
alla storia dell’uovo e della gallina) è che non saprei dire chi ha cominciato;
se, cioè, il carente spirito di cittadinanza di molti italiani è una reazione
all’invadenza (per giunta inefficiente) della mano pubblica, o viceversa.
Ne abbiamo discusso più volte, in
questa rubrica, e la sola conclusione possibile è che i due atteggiamenti sono
speculari e si alimentano a vicenda: cattivi cittadini e Stato occhiuto e
iperburocratico sono due facce della stessa medaglia. A meno di considerare lo
Stato come una sorta di dominazione straniera, o di invasione degli ultracorpi,
dobbiamo arrenderci all’idea che l’amministrazione pubblica, i suoi uomini, le
sue abitudini, la sua cultura, non possono che essere il prodotto del popolo
che li esprime.
Ma a parte lamentarci (come è
inevitabile9, quello che possiamo fare è provare a uscire dal circolo vizioso
decidendo, ognuno per sé, quasi “alla spicciolata”, che rispondiamo solo alla
nostra coscienza. Lei ha ragione, ci sono degli autovelox che hanno per solo
evidente scopo non quello di vegliare sulla sicurezza delle strade, ma di
soccorrere con un trucchetto irritante le casse semivuote degli enti locali.
Dobbiamo essere “migliori” di queste pratiche basse, nella speranza che i
comportamenti virtuosi (vale a dire: normalmente responsabili) riescano prima o
poi a diventare “politica”, a esprimere una nuova egemonia civile: Lei mi dirà:
e nell’attesa? Nell’attesa, caro amico, bisogna stringere i denti, non cedere
all’impotenza, lottare per
Hè la burocrazia ci riconosca
fisionomia civile, e il diritto di essere considerati fino a prova contraria,
cittadini onesti.
Michele Serra – Venerdì di Repubblica
– 15 Novembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento