Ce la farà davvero a
vincere? Si vedrà, ma intanto ha già il merito di avere oscurato le vecchie
star
Piace perché è giovane, ma per questo tanti ne diffidano; a
qualcuno fa venire il nervoso perché gira in bicicletta per far vedere ch è
ragazzo e non spreca i soldi delle auto blu; altri apprezzano la sua
pettinatura composta, per bene, confrontandola con gli antipatici riccioloni
grigi di Grillo o il malinconico scalpo di Berlusconi, del resto in là tutti e
due con gli anni, 65 il primo, 76 il secondo: mentre lui ne compirà 39 il
prossimo gene a naio. Non si riesce ad immaginarlo che corre dietro alle ragazze,
ma forse chissà, magari un colpo di fulmine. Né forse le ragazze osano, perché
pur con quel sorriso vero e certe volte quello sguardo languido, si sa che i
suoi pensieri sono altri, tutti politici, di carriera e di viva l’Italia. Del
resto ha famiglia, moglie e tre figli, che non sfoggia per niente e che devono
aver molta pazienza con lui, che sta sempre da un'altra parte a fare il sindaco
di Firenze o a prepararsi a correre l’8 dicembre per la segreteria del suo
partito, il Pd, e con la fissa di vincere poi le primarie per le elezioni
politiche, e quindi le elezioni politiche stesse, quando ci saranno, diventando
il prossimo presidente del Consiglio.
Matteo Renzi in tanti lo danno vincente ed è per questo che
soprattutto buona parte del suo partito gli fa la guerra: come si permette, lui
che dice cose di sinistra e di destra insieme, però comprensibili, talvolta
facete, sempre appassionate e mai usando il politichese tanto caro al suo
partito; che risponde allegro a ogni domanda anche villana ed elenca una
gragnuola impressionante di cifre; che sa sbeffeggiare i nemici, amici e
avversari con simpatica ironia, senza traculenza di Grillo, le menzogne di B e
il veleno di certi mostri sacri della sua parte politica. Che lo temono per quel che ha detto di voler fare,
mandare tutto all’aria, mandarli tutti a casa.
Si capisce che queste colonne del nostro passato di sinistra
rifiutino l’idea di non essere più amati, se non dagli aficionados di corrente.
Meno si capisce perché non si siano accorti, o non vogliano accorgersi, che il
tempo passa e pure le idee, i principi, il linguaggio e anche la cravatta
cambiano, e che con quell’andazzo immobile e di linciaggio interno han finito
sempre per perdere.
E’ cambiata pure la sinistra, passata dal Pci al Pds al Ds e
attualmente attestata sul Pd, e ha ripudiato il comunismo, ha cancellato la
falce e martello, poi persino il rosso delle bandiere, si è riempita di
democristiani (lo stesso presidente del consiglio Letta, lo stesso Renzi, anche
se apparentemente laici) e purtroppo si è fatta talvolta sorprendere con le
mani nel sacco, azione considerata erroneamente patrimonio esclusivo di una
certa destra briccona troppo spesso al governo e non abbastanza in galera.
Ecco quindi che al piacione Renzi, che ha contro tutta la
destra, tutto il grillismo e buona parte della sinistra, si oppongono
duramente, per la segreteria, il coetaneo Pippo Civati, 38enne di Monza, Gianni
Pittelle, 55 anni di Potenza, e il rivale più forte, Gianni Cuperlo, 58 anni, triestino.
Bravissime persone costrette dai tempi di intontimento televisivo a inventarsi
anche loro una versione piaciona, vistosamente contraria alla loro natura di
apparato. E’ la crudeltà di questi tempi che ancora risentono di ministre coi
tacchi a spillo, di informazione massimamente tarocca, di parlare sempre
d’altro insultandosi e del continuo rimandare parlamentare e governativo di tutto,
per stare a galla, senza che nulla cambi e pazienza per il precipizio.
La politica rifiuta Renzi, anche quella che sa vedere
lontano, che sfronda il personaggio dal suo magnetismo oratoriale e ne teme
l’inconsistenza e l’impreparazione. Ma da troppo tempo ogni giorno gli italiani
si beccano una delusione politica, sono disgustati e allontanati dal voto. Però
ancora sperano che qualcuno sappia fargli sognare un cambiamento, dia loro
un’idea di futuro più sicuro e dignitoso.
Saprà farlo quel simpatico giovanotto chiacchierone in
pantaloni a tubo e camicia senza cravatta , quasi rock, che rincuora le folle
come un presentatore televisivo tra i suoi fan? Non lo sappiamo, ma intanto è
senz’altro un passo avanti che Matteo Renzi sia riuscito ad oscurare vecchie
star in via di rottamazione come Silvio Berlusconi e pure Beppe Grillo.
Natalia Aspesi – Donna di Repubblica – 23 Novembre 2013
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