Torta Europea
Pasticci Casalinghi
In Effetti, Quella
Torta Basta.
A dimostrare come nonostante il fiatone per tagliare i
traguardi imposti dalla Commissione e per risolvere i grattacapi del rapporto
deficit-Pil, lo spread culturale sia incolmabile. Ci sono esempi che spiegano
perché abbiamo poche probabilità di dirci europei.
La torta, si diceva. Non una qualunque. Si è saputo che il battesimo del principe
George, figlio di William e Katherine, coppia perfetta quasi da provetta, ha
lasciato in panciolle i cake designer del Regno. Come mai? Non ce n’era
bisogno. Nei surgelatori della regina a Buckingham Palace era stato ibernato un
notevole pezzo della torta di nozze di Bill & Kate congelato proprio per
l’auspicata nascita di un nipote.
A parte la curiosità morbosa per la marca di freezer capaci
di conservazioni quasi triennali estranee a gastrici contorcimenti, nessun duca
in ospedale a quanto pare, non si può che trasecolare. Obietterà qualcuno:
Elisabetta avrà il braccino corto sulla torta. Ma gronda diamanti, diademi e
forzieri straripanti. Vero, ma non c’entra.
Conta il messaggio sublimale di assennatezza domestica, di
oculata casalinghitudine, e soprattutto: che simbolo per i sudditi di Sua
maestà!
Piuttosto: risultano pari usanze al
Quirinale? No. Alle buvette del Parlamento i deputati italiani per non gravare
sulle tasche dei cittadini si nutrono per caso d’acqua e gallette? Risate a
pioggia. Per non parlare del buon esempio rappresentato da quei fagiolini
pagati 80 euro al chilo, per carità non ti tasca nostra, apparsi nella nota
della spesa di palazzo Grazioli e sul desco del Cavaliere spendaccione.
Dai Risparmi Regali del Regno Unito alla vita quotidiana della Germania nei racconti di una
giornalista italiana che vive, da poco, tra Monaco di Baviera e Roma. Uno choc
culturale dopo l’altro. Per esempio, quello di un campanello suonato nella casa
bavarese alle dieci di mattina da un uomo che si presenta come spazzacamino
dotato di regolare appuntamento. Il controllo effettuato con il marito (tedesco)
tranquillizza la giornalista che temeva un mariuolo: tutto a posto,
l’appuntamento era stato preso un anno prima. Un anno prima? Non solo lo
spazzacamino si presenta come d’accordo di 365 giorni prima. Ma pure alle dieci
spaccate?
Il secondo, desolante, episodio
riguarda i vicini. Che notando un filo d’incuria nel giardinetto della coppia
sotto pendolarismo italo-germanico suonano alla porta con tanto di dolce appena
sfornato in mano. Superato il turbamento del ricordo di Olindo e Rosa, lo stupore
è quasi fatale, perché l’offerta è di curare le piante in caso di assenza,
naturalmente a titolo gratuito, perché sia mantenuta la stessa armonia del
verde in tutta la strada.
Ma c’è di peggio: la scelta di un
pezzo di carne da macinare in una macelleria assai elegante che provoca una
sequela di parole in tedesco stretto, un roteare di coltello e gli sguardi
corrucciati di altri clienti. Che succede? Chiede la nostra narratrice al
marito provvidenzialmente arrivato. Solo la disapprovazione di un orribile
spreco: l’aver scelto un pezzo di carne troppo pregiato per fare degli
hamburger.
Sembrano Minuzie ma forse hanno la loro parte se la Gran Bretagna, Paese dove i ministri
si dimettono quando i coniugi pagano un dvd con la carta di credito cento. per
dell’amministrazione, tiene, anzi è in ripresa, ora il Pil cresce quasi l’1 per
cento. Non parliamo poi della Germania, ad alta velocità, ora persino un piano
miliardario per sostenere la crescita, terra dove i ministri lasciano per aver
copiato la tesi in gioventù, altro che anatemi Pdl per la retroattività della
legge Severino. Da noi, invece, ancora cattive notizie, i conti piangono, gli sperperi
abbondano, L’Europa è lontana e quanto faticano i ministri a lasciare la loro
poltrona.
Denise Pardo – L’Espresso – 14
Novembre 2013
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