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martedì 19 novembre 2013

Lo Sapevate Che: Contromano...


Come fare la rivoluzione? Aboliamo i talk show e ricominciamo da zero

“Basta, dobbiamo parlare dei veri problemi del Paese” L’ho sentita anche
oggi, ieri, fra una settimana, il mese scorso e il prossimo, da Santoro e da
 Vespa, detta da uno di destra o di sinistra o di centro o dell’opposizione.
Ho capito che è una frase in codice: serve a lanciare la pubblicità. Dopo gli spot, si torna a parlare di Berlusconi, se decadere o no, se cade il governo (che non cadrà), di sue amanti o prostitute, di sue frasi idiote e sue ossessioni, dai magistrati all’Imu, al massimo della lotta per il potere dentro il Pd, in breve: di niente. Per un’ora circa. Fino alla seconda pausa pubblicitaria, lanciata da un altro: “Bisogna parlare dei problemi veri del Paese”.
Sarà  che sui problemi veri questa classe dirigente, compresa di conduttori televisivi  di corte, non ha un bel nulla da dire. Per rilanciare l’economia bisognerebbe riformare la burocrazia, ridistribuire il reddito, tagliare la spesa pubblica improduttiva, abbassare le tasse sul lavoro, recuperare buona parte dei 200 miliardi di evasione e i 50 miliardi di corruzione annui, rivoluzionare un sistema politico marcio. Tutte cose che sappiamo tutti da vent’anni. Non si sono fatte per vent’anni e non si faranno. Non oggi. Oggi è soltanto un altro giorno della marmotta. Il governo ha rinviato alla settimana prossima un’importante decisione, la svolta. Così come aveva fatto il governo precedente e quello prima ancora. Però è l’ultima volta che si rinvia. L’hanno giurato il premier e pure il presidente della Repubblica. Bè, facciamo la penultima.
Forse bisognerebbe cominciare dalle piccole cose. Una piccola cosa dalla quale mi piacerebbe cominciare un nuovo giorno è la scomparsa dei talk show. Questi talk show politici all’italiana che esistono soltanto da noi e spiegano da soli l’inamovibilità di una classe dirigente pur fallimentare. Una di queste sere, giri i canali e non trovi più nessuno, né Vespa né Santoro né gli imitatori di Vespa  e Santoro. Quel giorno avrebbe inizio in Italia la rivoluzione. Si comincia a discutere sul serio dei veri problemi del Paese. E la gente si domanda sul serio perché i governi non li affrontano. In mancanza di salotti televisivi dell’alibi quotidiano, i cittadini ogni sera vanno davanti al Parlamento per chiedere come mai non si è fatto questo e quest’altro che avevano promesso e giurato. In pochi mesi, cambia la faccia del Paese.
P:S: Se Matteo Renzi vuole davvero cambiare qualcosa nel Pd e nel Paese, non vada mai più nei salotti televisivi. Confronti la sua puntata da Santoro con quella di Berlusconi, il trattamento opposto riservato all’ospite, e capirà da solo la ragione.

Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 15 Novembre 2013

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