Basta prendere
antibiotici a caso!
Il 28% degli italiani
li usa al primo starnuto.
E così sta sempre
peggio.
Incredibile ma vero: Secondo un sondaggio condotto da
Assosalute (Associazione nazionale dei farmaci di automedicazione) su mille
italiani tra i 18 e i 64 anni, ben il 27,7 percento assume gli antibiotici di
propria iniziativa per “curare” l’influenza. Ma come, dopo tante campagne di
informazione, c’è ancora chi pensa che prendere subito l’antibiotico sia il
modo migliore per stroncare i sintomi influenzali? Evidentemente il messaggio
che gli antibiotici non servono contro le infezioni virali, come l’influenza,
ma soltanto contro quelle batteriche non è ancora stato recepito.
Con Gli Antibiotici Il
Virus Dura Di Più
“in questa stagione molti pazienti entrano in ambulatorio con in mano la confezione
dell’antibiotico che avevano in casa chiedendomi: l’ho terminato, me lo prescrive
dottore?” racconta il dottor Aurelio Sessa, presidente regionale della SIMG
Lombardia (Società italiana di Medicina Generale). “Ma usare gli “avanzi” di
antibiotici di testa propria, nell’illusione di debellare prima un’infezione
virale, non solo non serve a nulla ma peggiora la situazione. Perché gli
antibiotici, se non usati appropriatamente, distruggono anche quei batteri
“buoni” che normalmente albergano nell’intestino, ricoprendo importanti
funzioni biologiche e protettive. Solo mantenendo una buona flora intestinale,
infatti, è possibile affinare la nostra risposta immunitaria di fronte
all’attacco di germi di ogni tipo. Ed è sempre grazie ai batteri “buoni”
(soprattutto lattobacilli e bifido batteri) che si garantisce un buon assorbimento,
a livello intestinale, di sali minerali e vitamine idrosolubili”. Se questo
ecosistema viene alterato da antibiotici presi a casaccio, si rischia che
l’influenza duri di più dei classici 5-7 giorni.
A Volte E’ Colpa Anche Dei Medici
Eppure alcuni medici, soprattutto pediatri,
prescrivono l’antibiotico in anticipo: “non si sa mai, qualora la situazione
dovesse peggiorare”… Ma è giusto ricorrere a questa classe di farmaci per
prevenire eventuali sovrainfezioni batteriche? “No. I medici dovrebbero
prescrivere la terapia antibiotica solo dopo aver accertato una sovra infezione
batterica in atto. Invece che giocare d’anticipo, dovrebbero visitare il paziente in terza o quarta
giornata, qualora segnali un aggravamento dei sintomi. Confermata l’ipotesi di
una complicanza batterica, ecco che l’antibiotico diventa giustificato”. Certo, discriminare tra “vera” influenza e
infezioni batteriche non è sempre facile. Ma qualche indizio ce l’hai. “Una
tosse che da secca e stizzosa diventa grassa, con espettorato denso e colorato
(ad esempio, verde-giallognolo). Oppure la presenza di difficoltà respiratorie
e di dolore toracico che possono essere segno di bronchite o di
broncopolmonite. O quando il mal di gola, che spesso è di origine virale, è
accompagnato da placche biancastre sulle tonsille e linfonodi ingrossati. O,
ancora, quando la febbre in terza giornata non inizia a scendere o, dopo un
momentaneo abbassamento, si rialza”.
La “Vera” Cura: Lana, Latte, Letto
Ma se i farmaci amati dagli italiani,
in questo caso non servono, come si cura l’influenza? “Lana, latte e letto”,
dicevano le nonne. Perché l’influenza non ha dei farmaci specifici
(l’antivirale viene prescritto solo con un quadro clinico molto grave o in
pazienti immunocompromessi) ma beneficia solo di comportamenti di buon senso
che “alleggeriscono” il suo naturale decorso. “Innanzitutto il riposo”, precisa
Aurelio Sessa. “Stare a letto, sotto le coperte, favorisce la sudorazione e
abbassa la temperatura corporea. E poi, mangiare poco e leggero, per non
sovraffaticare l’organismo già impegnato a combattere il nemico, e bere tanti
liquidi (non solo latte scremato, ma tè, tisane, succhi di frutta e spremute)
per reintegrare quelli persi con la febbre. E, naturalmente usare i farmaci di
automedicazione (quelli da per
intenderci) che non hanno un’azione diretta sul virus influenzale ma aiutano ad
alleviare i sintomi”. Quali?...
Per ogni sintomo c’è il suo farmaco da banco
(…)
Mal di Gola –
Colluttori antisettici oppure pastiglie da sciogliere in bocca a base di
sostanze disinfettanti: dorexidina, cetilpiridinio, benzidamina, dequalinio.
Agiscono localmente alleviando il bruciore alla gola
Tosse – Se è
secca, usa sciroppi sedativi e base di destrometorfano, dropropizina o
doperastina. Se è grassa, punta su sciroppi fluidificanti e mucolitici che
facilitano l’espettorazione. Contengono carbocisteina, acetilcisteina,
bromexina, ambroxolo o guaifenesina.
Febbre e Dolori – Antipiretici e antinfiammatori per
abbassare la febbre e ridurre il malessere generale. Oltre al paracetamolo, ok
a l’ibuprofene, il diclofenac, il naprossene, il ketoprofene e acido
acetilsalicilico. Le dosi cambiano per ogni farmaco.
Rossella Briganti – Star Bene di
Novembre 2013
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