E l’Affare dei
Fagiolini Mise a Soqquadro
Il Palazzo del Potere
Gli annali dell’autunno
2013 (autunno per nulla “caldo”, anzi decisamente “indifferente”) ricorderanno
uno dei migliori esempi di giornalismo investigativo italiano degli ultimi
anni. La signorina Francesca Pascale di Fuorigrotta (Napoli), appena 28 anni, agendo sotto le
spoglie di fidanzata ufficiale di
Silvio Berlusconi, condusse infatti una pericolosa inchiesta alla fine della
quale divulgò al grande pubblico ch l’economato di Palazzo Grazioli – il
palazzo dei Potere per antonomasia: il palazzo dei festini, del lettone, degli
accordi e dei tradimenti politici – pagava i fagiolini 80 euro al chilo.
Riscontrato, secondo i dettami del giornalismo,, che i fagiolini a Roma si
potevano comprare, nei diversi mercati a un prezzo variabile tra i tre e i
dieci euro al chilo, considerato anche un possibile sovraprezzo per il
trasporto a domicilio, il prezzo finale risultava decisamente anomalo.
Questa la clamorosa denuncia, che presenta aspetti paradossali
e suggestivi allo stesso tempo, di cui sicuramente la magistratura si vorrà
occupare, essendo evidente la notizia di vari possibili reati, non ultimo –
lascia intendere la Pascale – la circonvenzione di incapace.’inchiesta ben si
inserisce nello spirito del tempo. Non è sfuggito a nessuno che l’affare dei
fagiolini cade in un momento particolare della vita politica: Silvio
Berlusconi, l’utilizzatore finale dei fagiolini stessi, è stato infatti
condannato definitivamente per una frode fiscale colossale, ancorché in massima
parte prescritta. Il Senato sta discutendo se espellerlo, proprio per questo
motivo. Quello che lo riguarda come uomo pubblico, ora però lo investe anche
nella sfera dell’economia domestica. Come avviene il ricarico del prezzo dei
fagiolini? C’è un Frank Agrama anche nella filiera alimentare di palazzo
Grazioli? Quanti fagiolini si mangiavano nelle cene eleganti? Berlusconi mangia
fagiolini sovrastimati a sua insaputa? Ma come poteva non sapere? E quanto
costa, a noi contribuenti, il fagiolino d’oro di Palazzo Grazioli?
La “fine di un ventennio” può avere accelerazioni tragiche
(speriamo di no), ma anche rivelare virtù nascoste nel popolo; la vicenda di
Francesca Pascale, una donna del popolo
che, per amore del suo uomo, sfida il pericolo come l’ancella fedele nella
reggia di Ulisse infestata dai Proci, è lì a dimostrarci che ci si può sempre
riscattare e tornare a sperare. E fa, naturalmente riscoprire la bontà del
tempo antico.
Si era appena dopo la fine della vicenda della seconda guerra
mondiale e al Quirinale, il massimo dei palazzi del potere, sedeva un
integerrimo presidente, Luigi Einaudi. Questi, una sera, invitò a cena un
gruppo di giornalisti e la servitù, per dessert, portò in tavola un piatto di pere, di grandi
dimensioni. Il presidente ne prese una e fece: “Troppo grande per me, qualcuno
ne vuole metà”; disse di sì lo sceneggiatore Ennio Flaiano al quale venne
depositata nel piatto la sua metà: Erano tempi di grande frugalità. Poi, come
ricorda Flaiano, cominciò “l’era delle pere indivise”.
Enrico Deaglio – Venerdì di Repubblica – 18 ottobre - 2013
Nessun commento:
Posta un commento