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sabato 5 ottobre 2013

Lo Sapevate Che: Quelle Armate di Guerrieri Bianchi che Combattono contro il Cancro


Tumore
                                                                                                                                      
Al congresso mondiale di immunologia a Milano il punto sulle conoscenze del ruolo del nostro sistema di difesa nel contrastare la patologia e potenziare le cure. La sfida: capire perché, pur potendo distruggere il male, non ci riesce
Come fa il nostro organismo a combattere i patogeni esterni e le nostre cellule divenute nemiche, come i tumori? I paladini che ci difendono sono principalmente i globuli bianchi, che riconoscono e uccidono il nemico, salvando le cellule sane del nostro corpo. Alcuni globuli bianchi ( tra cui i granulociti neutrofili) sono la prima linea di difesa ma hanno scarsa specificità. L’eradicazione di infezioni gravi richiede armate addestrate e istruite del nostro sistema immune: i linfociti B e T. Le due armate sono classificate anche come immunità “innata” (ad es. i neutrofili) ed immunità “ adattiva”, o acquisita, i linfociti.
Entrambe le armate di guerrieri bianche individuano i minimi indizi rivelatori della presenza di agenti patogeni. Tra loro “reparti” selezionati per riconoscere una proteina che un virus o un tumore ha nascosto in una cellula, senza però assalire le cellule sane. Dei linfociti vengono attivati solo quelli adatti allo scopo e al tipo di nemico. I linfociti T riconoscono l’antigene, con l’aiuto di un’altra famiglia di globuli bianchi: le cellule APC, che glielo portano a contatto. Spetta poi ai linfociti B produrre gli anticorpi contro la proteina, che sia prodotta da un agente infettivo o da un tumore.
Esistono anche microrganismi e cellule tumorali che celano la loro natura di nemici. A loro pensano i “guerrieri bianchi” NK (natural Killer), capaci di riconoscere, e poi attaccare i “non-amici”: cellule che, persa la propria identità fisiologica, non segnalano più la loro appartenenza al corpo. Le NK sono indispensabili anche quando i nemici diventano troppo numerosi ed eterogenei per poter essere riconosciuti singolarmente. In casi di grande confusione è più facile individuare e salvare le proprie cellule sane e distruggere tutte le altre.
Su questi temi si è tenuto recentemente a Milano il 15° Congresso Internazionale di Immunologia (presidente Luciano Adorini) che ha evidenziato il ruolo chiave di questa disciplina nel progresso delle cure. Al congresso, organizzato dalla Società italiana di immunologia, immunologia clinica e allergologia (Siica) hanno partecipato più di 6.000 scienziati di tutto il mondo, con 500 speaker di grande rilievo, fra i quali tre Premi Nobel: Peter C. Dooherty e Rolf M. Zinkernagel, premiati nel 1996 per i loro studi sulla specificità delle difese immunitarie mediate dalle cellule, e Jules A. Hoffmann, insignito nel 2011, per le sue scoperte sull’attivazione della immunità innata. Nella giornata di apertura Rino Rappuoli, di Siena, ha ricordato il successo dei vaccini contro numerose malattie, non solo infettive : “ Ogni minuto 5 vite nel mondo sono salvate da un vaccino”.
Dir.Infr.Ricerca-Statistica, IRCCS-ASMIN, Reggio Emilia

Adriana Albini – Salute La Medicina – La Repubblica – 10 Settembre 2013

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