Un Figlio Oltre La
Chemio
Vali si sta avvicinando al parto, e le sue gemelle stanno
bene, crescono normalmente. Ma di normale, nella storia di Vali, s’è poco. La
ragazza è infatti la prima al mondo ad aver concepito un figlio grazie agli
ovuli formatisi nel suo tessuto ovarico trapiantato nell’addome dopo sette anni
di congelamento; la ragazza aveva infatti avuto un tumore ovarico e, prima di
sottoporsi alle cure necessarie, si era fatta prelevare e conservare il
tessuto. Le altre trenta donne diventate madri nel mondo in circostanze
analoghe hanno subito il trapianto nella sede naturale del tessuto, cioè nella
pelvi.
La gravidanza di Vali accende dunque le speranze di molte
donne che scoprono di aver un tumore quando sono fertili, ma che rischiano di
diventare sterili a causa delle terapie: la dimostrazione del fatto che il
tessuto ovarico stimolato con basse dosi di ormoni, può produrre ovociti sani e
pronti per la fertilizzazione in vitro anche in distretti diversi da quello pelvico,
costituisce un vero punto di svolta e apre nuove prospettive. Entusiasti,
ovviamente, i medici che hanno seguito la ragazza in quella che, comunque, non
è stata una passeggiata. Racconta infatti Kate Stern, del Melbourne IVF e del
Royal Women’s Hospital, che da molti
anni lavorava per questo risultato: “Ogni giorno, dopo il trapianto, prima di
tentare la fertilizzazione e nelle prime settimane di gravidanza, abbiamo
dovuto sottoporre Vali a molti esami e test, e anche se lei, aiutata dal marito
Dean, non si è lamentata neppure una volta, il percorso è stato lungo e
complicato. Inoltre abbiamo dovuto lavorare molto con gli oncologi, per avere
la certezza assoluta di non trapiantare neppure una cellula malata, visto che
Vali aveva avuto un tumore proprio all’ovaio”.
Agnese Codignola – L’Espresso 24 Ottobre 2013
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