Dalla Malpensa a
Mentone
La nuova offerta di Air
France per Alitalia prevede l’utilizzo di uno scalo più facilmente
raggiungibile da Milano: lo spostamento a Detroit o l’ingresso di nuove cordate
di Capitani Coraggiosi
Come salvare Alitalia? La proposta più sensata sarebbe
intestarla a Berlusconi e costringerlo a ripianare il deficit, visto che fu lui
a non volerla vendere cinque anni fa a Air France, a quell’epoca disposta a
sborsare una cifra esorbitante su suggerimento del suo consigliere economico
più influente, l’ispettore Clouseau. Ma contro la soluzione Berlusconi giocano
ostacoli logistici non indifferenti, per esempio il fatto che l’ez tycoon della
tivù è completamente rovinato dalle donne e dagli avvocati e non dispone neanche
della liquidità necessaria per andare in pizzeria (secondo indiscrezioni,
chiede continuamente prestiti a Emilio Fede). Vediamo dunque quali sono le
altre soluzioni sul tappeto.
Air France Bis I francesi stanno tornando alla
carica, ma offrono circa un ventesimo rispetto a cinque anni fa. Secondo
indiscrezioni il presidente di Air France, Baguette, stava già per firmare il
protocollo d’acquisto quando ha scoperto, vincendo l’incredulità, l’esistenza
di Malpensa, l’aeroporto di Busto Arsizio che grazie a una riuscitissima burla
del senatore leghista Giovizzoni in Commissione Trasporti venne promosso nel
1995 “scalo internazionale”. Sempre in virtù di un emendamento leghista quasi
tutti i voli Alitalia, compresi il Roma-Cairo e il Palermo-Tunisi, sono obbligati
a fare scalo a Malpensa, convincendo i passeggeri a fare shopping a Busto
Arsizio o nella vicina metropoli di Varese, detta anche “la Dubai delle
Prealpi”. Air France ha posto come clausola che Malpensa sia rimpiazzato
dall’aeroporto di Mentone, di analoghe dimensioni ma più facilmente
raggiungibile anche da Milano.
Capitani Coraggiosi Bis
La cordata di
imprenditori italiani, guidati da Corrado Passera, che cinque anni fa
rilevarono Alitalia facendosi imprestare i soldi dalle banche, che a loro volta
chiesero in prestito i soldi allo Stato, che a sua volta chiese in prestito i
soldi ai contribuenti, che a loro volta chiesero alla loro banca un mutuo per
pagare le tasse, ora vorrebbe rilanciare: sono disposti a ricomperare Alitalia
pagandola una seconda volta a se stessi, e utilizzando la stessa ingegnosa
alchimia finanziaria che li potò ad assicurarsi il controllo della compagnia di
bandiera.
Aldo Curtellari E’ un disoccupato di Rieti,
nullatenente, che ha proposto di fare la stessa identica operazione degli
attuali proprietari: comperare Alitalia senza metterci un soldo di tasca sua e
a rischio zero. Gli esperti stanno valutando accuratamente il suo protocollo
d’acquisto, ma essendo una fotocopia del contratto dei “capitani coraggiosi”
con i nomi corretti a pennarello, il documento non sembra impugnabile.
Modello Fiat Su suggerimento di Marchionne, la
governante di Alitalia starebbe valutando di trasferire la compagnia a Detroit.
I voli per Milano e per Roma, partendo da Detroit, potrebbero essere venduti a
costi tripli e anche quadrupli rispetto agli attuali, con grande incremento
degli introiti. E senza dover temere la concorrenza dei treni ad alta velocità,
non ancora in grado di coprire la tratta Detroit-Roma e Detroit-Milano. Come
vantaggio supplementare, la Fiat, sfruttando la sua lunga esperienza in materia
di veicoli molto economici, sarebbe interessata a produrre per Alitalia il
nuovo aereo “Snoopy” un agile monomotore a carlinga aperta adatto per i voli a
bassa e bassissima quota. Un paio di prototipi sono già stati avvistati al
casello di Melegnano.
Fusione Con Trenitalia E’ la soluzione vista con maggior
favore dal governo delle larghe intese. La concorrenza treno-aereo sulla tratta
più frequentata, la Milano-Roma, non giova ad alcuno: perché non unire le
forze? Dopo aver segato le ali, e con una bella verniciata di rosso sulle
fiancate, gli aereomobili di Alitalia possono fare tranquillamente le veci di
un Frecciarossa.
Michele Serra – L’Espresso – 24 Ottobre 2013
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