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sabato 4 maggio 2013

Lo Sapevate Che: Il Camion in Comune....


Il Camion In Comune Fa Risparmiare E Non Viaggia a Vuoto

Si chiama Tir Sharing:  accordi via Web, un SMS di conferma e guadagni
per i trasportatori

Roma. Partono con la pancia piena, tornano vuoti. Sono bestioni da 32 tonnellate che divorano la strada e bevono gasolio. Sui loro treni di gomme si gioca l’ultima sfida della sharing generation, di chi cioè ha fatto della condivisione il proprio pane quotidiano. Hai un camion? Mettilo in comune. E’ il Tir sharing, parola inglese per un’invenzione tutta italiana. Il segreto sta nei viaggi di ritorno: mai più rimorchi vuoti. I risultati? Meno viaggi inutili, più guadagni per i trasportatori, meno spese per i clienti. E, in prospettiva, meno Tir sulle strade e inquinamento nell’aria.
Oggi in Europa un camion su quattro viaggia vuoto, uno spreco soprattutto in Italia dove il 91 per cento delle merci gira su gomma. I Tir infatti fanno la tratta di andata a pieno carico, poi tornano a casa leggeri e senza merce. Ma ora la soluzione c’è: condividere i camion.
Un fenomeno recente, alimentato da siti web come sendilo.com, carichi.teleruote,com, faimenostrada.org, cargopooling.com, logingtrans.it, carica camion.it. Gli autotrasportatori si registrano sulla pagina web prescelta, indicano data e rotta del percorso che faranno a carico vuoto, la tariffa chilometrica e la capacità massima di carico.
Chi deve spedire della merce va nel sito, prenota e paga con carta di credito. Il camionista, avvisato con un sms, va a prendere il carico all’indirizzo indicato. E il gioco è fatto.
Dice Francesco Murru creatore di sendilo.com: “L’idea mi è venuta vedendo in autostrada decine di camion vuoti”. La registrazione è gratuita, il sito trattiene solo il 3 per cento della transazione a carico del cliente. E il camionista non tira fuori un euro.
E c’è pure chi fa da sé. Le aziende calzaturiere del Maceratese, per esempio, hanno deciso di condividere i camion, facendo viaggiare in compagnia le loro scarpe.
 Vladimiro Polchi – Venerdì di Repubblica – 26-04-13

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