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mercoledì 15 maggio 2013

Lo Sapevate Che: Cosa Può Salvare La Chiesa...


Scriveva il teologo Gianni Baget Bozzo: “ Sopravvivrebbe il cristianesimo alla fine dell’Occidente? E viceversa: sopravvivrebbe l’Occidente alla fine del cristianesimo?”

Vorrei un Papa che vestisse il suo cuore con il saio di San Francesco e sentisse sempre le sue mani nude e prive di ogni ricchezza terrena.
Vorrei un Papa “pontefice” della chiesa di Dio e non “capo” della chiesa degli uomini che “accumula tesori sulla terra invece che per il cielo”, che dimentica la risposta di Gesù allo scriba che gli aveva detto: “Maestro, io ti seguirò dovunque andrai”, e Lui: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Vorrei un Papa che senza alcuna esitazione cacciasse via dalla Chiesa di Dio chi, approfittando del proprio potere, scandalizza i bambini: chi, cosa ancor più esecrabile, si fa complice del “silenzio e dell’omertoso comportamento di alcune “alte cariche ecclesiali” che cercano di nascondere tali nefandezze.
Raffaele Pisani

Il vero problema della Chiesa non sta nella sua ricchezza così lontana dalla povertà evangelica, come lei e molti cristiani e laici segnalano, perché la Chiesa è un’istituzione che per reggersi ha bisogno anche di denaro. Se non fosse istituzione, varrebbero le parole che Dostoevskij mette in bocca al Grande Inquisitore che ricorda a Gesù: “Se non ci fossimo noi, nessuno avrebbe memoria di te”. Valga per tutti l’esempio di San Francesco, che ha interpretato alla lettera la povertà evangelica abbandonando le ricchezze della sua famiglia, senza per questo riuscire a modificare in alcun modo lo stile della condotta ecclesiastica e più in generale della comunità cristiana.
Il problema della Chiesa non è neppure negli scandali sessuali che derivano esclusivamente dall’imposizione del celibato agli uomini di Chiesa, su cui il Vangelo non spende alcuna parola. Questo problema può essere tranquillamente risolto abolendo il celibato, e imponendo ai sacerdoti, in ordine alla sessualità, solo quelle regole morali che la Chiesa chiede ai suoi fedeli.
Il vero problema della Chiesa è che il cristianesimo, che è il tratto distintivo dell’Occidente, non ha più presa nel mondo occidentale sempre più laicizzato, secolare, agnostico, quando non ateo. Per cui, con Baget Bozzo, vien da chiedersi: che ne sarà dell’Occidente se il cristianesimo si estingue? E per converso, che ne sarà del cristianesimo se l’Occidente declina? Non è un caso che oggi il cristianesimo cerca i suoi fedeli e le vocazioni nel terzo e quarto mondo dove non c’è l’opulenza dell’Occidente.
Un tentativo di salvataggio potrebbe essere la riunificazione di tutti i cristiani: cattolici, protestanti e ortodossi che estenderebbe il cristianesimo dall’America alla Russia compresa. Ma a ciò si oppone: il celibato dei preti non contemplato dagli ortodossi, il sacerdozio delle donne, previsto dai protestanti ma non dai cattolici, e soprattutto il primato del Papa che non è accettato né dai protestanti né dagli ortodossi.
Su quest’ultimo punto, che è poi quello decisivo, si è mosso, con intelligenza e competenza teologica, Benedetto XVI che ha detto di dimettersi “dal soglio di Pietro” e non da “Vicario di Cristo”, che è un’espressione devozionale che si è affermata nel tempo, e neppure da “Papa”, termine derivato dal greco pàppas, espressione infantile per designare il padre, usata anticamente nella chiesa d’Oriente come appellativo dei vescovi. Dopo Benedetto XVI, Francesco I in più occasioni ha ripreso il concetto,  chiamando se stesso “vescovo di Roma” com’era infatti nella prima cristianità.
Con queste due mosse chiarificatrici, che indeboliscono il primato del Papa, Benedetto e Francesco hanno aperto finalmente la via per un dialogo, questa volta fruttuoso e non retorico, tra cattolici, protestanti e ortodossi che consente di superare gli scismi e pervenire all’unità dei cristiani. Perché questo è il vero problema della Chiesa. Non la ricchezza, che Francesco primo con la sua biografia, le sue parole e i suoi gesti depotenzia, e neppure la condotta sessuale dei sacerdoti che con l’abolizione del celibato si potrebbe facilmente risolvere.
La Chiesa non troverà mai soluzione ai suoi problemi fondamentali se laici e cattolici continuano ad insistere su quelli marginali, che hanno senz’altro un forte impatto emotivo, anche per l’amplificazione mediatica, ma che non sono in alcun modo decisivi per la riunificazione della cristianità, come invece lo è il primato pontificio.
Umbertogalimberti@repubblica.it Donna di Repubblica 04-05-13

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