La Sobrietà Francescana Ai Tempi Del Web 2.0
Il pauperismo come antidoto contro il consumismo.
Non per necessità ma per scelta.
Da Jorge Luis Bergoglio che rilancia la sobrietà francescana come forma di vita responsabile. Ai magnati del web come Biz Stone, cofondatore di Twitter, che abita in un appartamento di ottanta metri quadri, dove vive low cost curando uccellini malati. Roba da Cantico delle creature. Fino a Nick D’Aloisio, che a soli 17 anni ha già guadagnato 18 milioni di dollari da Yahoo per un’applicazione. E ha festeggiato comprandosi un paio di scarpe da ginnastica.
Siamo lontani mille miglia dalla ricchezza ostentata di certi attori, calciatori e petrolieri.
Senza dire di quei politici che vivono a spese dei cittadini in un regime di privilegi da basso impero.
Sono i primi segnali di un cambiamento delle sensibilità e dei valori. Che, complice la crisi, sta producendo una nuova gerarchia dei bisogni. Fondata su un’etica rispettosa dell’ambiente e del vivente. Una spending review dei consumi che trasforma la necessità in virtù. Facendone il pilastro di un inedito senso del pudore e della misura. Qualcuno la chiama abbondanza frugale, altri parlano di decrescita felice. In realtà le etichette contano poco. E’ lo spirito del tempo che, di fatto, sta riattualizzando quel richiamo alla sobrietà e alla solidarietà che è al fondo di tante correnti spirituali e sociali. E che adesso riaffiora in un francescanesimo 2.0.
Marino Niola – Venerdì di Repubblica – 12-4-13
Nessun commento:
Posta un commento