La Fabbrica Che Va A Sole e Acqua Come Le Fattorie
L’Azienda Italiana Loccioni punta all’autonomia energetica, ispirandosi alla parsimonia contadina
Apple alimenterà i suoi server con energia rinnovabile.
Volkswagen farà funzionare la fabbrica in Tennessee con il sole. Boeing costruirà aerei in South Carolina usando energia solare ed eolica. La rivoluzione energetica si sta spostando dalle case alle industrie. Un impianto industriale consuma però come migliaia di famiglie e trovare localmente abbastanza energia rinnovabile può essere difficile.
Difficile, ma non impossibile: la Loccioni, un’azienda con 350 dipendenti a Rosora (Ancona), specializzata in tecnologie innovative per le industrie (per esempio, produce robot che mescola sostanze tossiche per i farmaci oncologici), sta cercando di rendersi energeticamente autonoma grazie al progetto Leaf Community (dove Leaf sta per foglia ma è anche l’acronimo di Life Energy and Future).
“La Leaf Community non è che l’applicazione della parsimonia e dell’autosufficienza contadina alla risoluzione dei problemi energetici” dice il fondatore Enrico Loccioni. Il primo tassello del progetto, nel 2008, è stata la leaf House, una foresteria con sei appartamenti, dove a fornire elettricità e calore è il sole. Si sono poi aggiunti la Leaf School, l’alimentazione a pannelli solari per una scuola pubblica, e gli impianti di Leaf Energy, che producono energia rinnovabile per coprire i consumi della Loccioni: oltre un megawatt di fotovoltaico e una centrale idroelettrica da 28 chilowatt, installata in un canale. Il tutto supervisionato dalla Leaf Farm, una fattoria restaurata dove si regolano i flussi energetici fra le varie parti della community.
“Usando come fonti acqua e sole non possiamo però avere tutta l’energia che ci serve, ogni volta che ci serve. Ci sono momenti di eccesso e altri di carenza”. Così Loccioni si è associata con Sumsung per creare sistemi di accumulo elettrico: due batterie al litio da 5,5 chilowattora sono state installate nella Leaf House, mentre altri accumulatori, grandi come container, serviranno gli edifici industriali.
“Per completare la copertura dei consumi, siamo ricorsi ora al fiume Esino: il tratto accanto alla nostra sede era abbandonato da decenni. Ne abbiamo ripulito e ripristinato due chilometri, che ora ospiteranno piste ciclabili, giardini e zone balneari, creando nuovi posti di lavoro. Il materiale vegetale recuperato alimenterà una centrale a biomasse per la fornitura di calore ed elettricità, mentre due nuove centrali ad acqua corrente ci forniranno altri 60 chilowatt”. Tutta energia a chilometri zero.
Alex Saragosa Venerdì di Repubblica – 10-05-13
Nessun commento:
Posta un commento