Tra comicità, musica e... assassini
C'è chi lo considerava un genio e chi lo
definiva come il miglior scrittore italiano degli anni 2000.
E' lecito pensare che forse entrambe le
affermazioni siano state volutamente esagerate ma una cosa è certa: Giorgio
Faletti è stato uno di quei talenti come raramente se ne sono visti.
La sua specificità era la poliedricità - e non si tratta di un semplice modo di
dire ma di un vero e proprio dato di fatto.
Uno, nessuno e centomila, verrebbe da dire, visto che Faletti ha indossato i
panni del comico, del cantante (e autore di canzoni), e, "last but not
least" dello scrittore. E non a tempo perso.
Proprio un notissimo magazine
settimanale, che esce in allegato al Corriere della sera, all'uscita del suo primo romanzo, "Io uccido",
ha lanciato Faletti in copertina con il tonitruante appellativo di "massimo
scrittore italiano vivente".
Gli studi e le prime esperienze artistiche
Nato ad Asti il 25 novembre 1950 Giorgio
Faletti si è laureato in Giurisprudenza ma l'idea di chiudersi in uno
studio legale non gli piaceva affatto. Forte del suo carisma istrionico, ci
prova con lo spettacolo e dopo un breve approccio col mondo della pubblicità si
dedica al cabaret, approdando quasi immediatamente al locale culto per
eccellenza, il "Derby" di Milano.
Nello stesso periodo sul palco del
locale circola tutta la crème della comicità degli anni a
venire: Diego
Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Paolo Rossi e Francesco Salvi (poi anche collega nel mitico "Drive
in"). Un'importante occasione si presenta quando ha modo di partecipare
alla fortunata commedia "La tappezzeria" di Enzo Jannacci.
In televisione
Il debutto televisivo arriva nel 1982
con la trasmissione "Pronto Raffaella" condotto
dall'inossidabile Raffaella Carrà, per poi continuare su Antenna 3 Lombardia con
"Il guazzabuglio" al fianco di Teo Teocoli per la regia di Beppe Recchia.
Ed è proprio l'ormai navigato regista,
deus ex machina di molte trasmissioni Rai, che nel 1985 lo lancia in
"Drive in" il programma comico che ha segnato un nuovo modo di fare
televisione.
Vito Catozzo e i celebri personaggi di Faletti
I personaggi creati da Faletti sono
letteralmente irresistibili, la sua fantasia è sfrenata e scoppiettante. Eccolo
dunque nei panni di un fantomatico "Testimone di Bagnacavallo", o
dello stralunato "Carlino" (famoso per il tormentone sul "giumbotto"),
o del "Cabarettista Mascherato", come di "Suor Daliso". Ma
in questa carrellata sarebbe un delitto dimenticare il superlativo "Vito
Catozzo", un personaggio dalla parlata tutta sua che è arrivato ad
influenzare il lessico di tutti i giorni (culattacchione, mondo cano, porco
mondo che ciò sotto i piedi...).
Il successo viene confermato con
"Emilio", la trasmissione con Zuzzurro e Gaspare (Andrea Brambilla
e Nino Formicola) nella quale lancia il personaggio di "Franco
Tamburino" l'improbabile stilista di Abbiategrasso e una gustosa caratterizzazione
di Loredana Berté, fresca signora Borg.
Autore di testi e canzoni
Nello stesso tempo porta avanti una
carriera d'autore, collaborando ai testi di altri comici fra cui Gigi Sabani ed Enrico Beruschi. Partecipa inoltre a
"Fantastico '90" al fianco di Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti e, successivamente, a "Stasera mi butto...
e tre!" con Toto Cutugno.
In quel periodo, a causa di
un'operazione al ginocchio che lo costringe all'immobilità per circa due mesi,
si avvicina casualmente al mondo della musica. Comincia un'attività di cantautore che
sfocia nel primo album "Disperato ma non serio" dal cui brano di
punta "Ulula" viene tratto un fortunato videoclip pluripremiato a
Rimini Cinema, Umbria Fiction e al Festival di Cinema di Montreal.
Questa attività porta Giorgio
Faletti contemporaneamente a scrivere canzoni per Mina, Fiordaliso, Gigliola
Cinquetti, oltre ad una fortunata collaborazione
con Angelo Branduardi.
A Sanremo
In termini di visibilità personale
raggiunge il "top" con la partecipazione al Festival di Sanremo 1994
dove, con "Signor tenente" commuove il grande pubblico e vince il
Premio della Critica, classificandosi secondo; si riconferma l'anno successivo
con "L'assurdo mestiere", canzone caratterizzata da una
insospettabile vena malinconica e riflessiva e vincendo con l'album omonimo il
Premio Rino Gaetano per la parte letteraria delle canzoni.
La comicità rimane tuttavia parte
integrante del suo modo di essere: lo dimostrano il fortunato libro "Porco
mondo che ciò sotto i piedi" edito da Baldini e Castoldi, dove
racconta episodi di vita del suo personaggio preferito, "Vito
Catozzo", e ancor di più nello spettacolo teatrale "Tourdeforce"
dove abbina l'umorismo e la caratterizzazione dei personaggi, alla canzone
d'autore.
In seguito, ospite fisso della
trasmissione "Roxy bar" al fianco di Red Ronnie,
ha conosciuto un'ulteriore affermazione personale.
Faletti scrittore
Come anticipato l'ultima metamorfosi del
sorprendente Giorgio Faletti è quella che lo ha portato a scrivere scegliendo
un genere tipicamente "made in USA". Il suo thriller "Io
uccido" (2002), certo anche grazie al vigoroso lancio massmediatico,
ha venduto un numero record di copie (oltre 1 milione e trecentomila).
Jeffery Deaver, maestro del thriller, autore di numerosi best-seller
("Il collezionista di ossa", "Lo scheletro che balla",
"La scimmia di pietra", per citarne alcuni), ha detto di lui e del
suo lavoro: "Uno come Faletti dalle mie parti si definisce "larger
than life", uno che diventerà leggenda".
Ma non finisce qui. Giorgio Faletti
cerca di confermarsi uno degli scrittori italiani più brillanti del periodo: il
5 ottobre 2004 esce il suo romanzo "Niente di vero, tranne gli
occhi", in cui il beffardo assassino protagonista del thriller compone i
corpi delle sue vittime come i personaggi dei Peanuts.
Il lavoro è un nuovo grande successo oltre che una positiva conferma.
Nel novembre del 2005 Faletti riceve dal
Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il
Premio De Sica per
la Letteratura.
All'inizio del 2006 esce nelle sale il
film "Notte prima degli esami", dove interpreta lo spietato docente di lettere
Antonio Martinelli.
Dopo la Montecarlo di "Io
uccido" e il binomio Roma-New York di "Niente di vero tranne gli
occhi", a due anni di distanza esce "Fuori da un evidente
destino" (2006), ambientato in Arizona e in cui tra i protagonisti vi sono
gli indiani Navajos, ai quali il romanzo è dedicato. Già mesi prima dell'uscita
del libro Dino De Laurentiis ha
acquistato i diritti per realizzare un film.
Dopo "Pochi inutili
nascondigli", una raccolta di racconti pubblicata nel 2008, nella
primavera del 2009 viene data alle stampe la prima edizione del romanzo
"Io sono Dio". Nel novembre del 2010 esce il suo sesto romanzo, dal
titolo "Appunti di un venditore di donne", primo romanzo ambientato
in Italia, più precisamente a Milano: il libro balza subito in testa alle
classifiche dei libri più acquistati. Nel 2011 annuncia il titolo del suo
settimo romanzo "Tre atti e due tempi" (pubblicato poi il 4
novembre), ambientato nel mondo del calcio.
Malato da tempo di tumore (ai
polmoni), Giorgio Faletti è morto a Torino il 4
luglio 2014 all'età di 63 anni.
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