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lunedì 1 gennaio 2018

Lo Sapevate Che: Usate la testa il mentalista vi dice come si fa...

Un tempo la chiamavano physique amusante, fisica d’intrattenimento: una performance in cui l’artista impressionava il pubblico con abilità mnemoniche e di calcolo, numeri di telepatia e lettura del pensiero, senza per questo chiamare in causa il soprannaturale. Oggi parliamo di mentalismo, e Vanni De Luca è tra i più promettenti esponenti di quest’arte. Illusionista matematico e fenomeno del multitasking, in pochi minuti è in grado di risolvere un cubo di Rubik, calcolare una matrice (complessa tabella di numeri utilizzata in analisi matematica), eseguire il percorso del cavallo (che consiste nel far occupare al cavallo tutte le caselle della scacchiera passando su ognuna una e una sola volta) e, simultaneamente, recitare un canto della Divina Commedia scelto a caso dal pubblico. Ne dà prova nello spettacolo Prodigi, che in questi giorni sta facendo il tutto esaurito nei teatri italiani (fino al 7 gennaio sarà al Teatro Leonardo di Milano). De Luca è anche tra i pochi mentalisti disposti a svelare i segreti della sua arte; se non tutti, quelli di una delle abilità chiave del mentalismo: la memoria. Sulla quale ha appena scritto un libro, Una mente prodigiosa (Vallardi), sorta di “palcoscenico di carta” dove si susseguono spiegazioni, esercizi e approfondimenti sui personaggi che nei secoli hanno superato i confini della mente. “Tutta questione di allenamento” assicura lui. “Ognuno di noi possiede una mente potenzialmente perfetta, ma per disporne è necessario riattivare zone del cervello poco usate”. De Luca ha sviluppato un metodo, ispirato a mnemotecniche antichissime, che permette di fissare qualunque informazione, ance motoria (come le sequenze per risolvere Rubik), in tempi record. “Il punto è stimolare (ippocampo e amigdala, aree cerebrali essenziali per la memorizzazione a lungo termine, un processo che dipende dalla capacità delle informazioni di sollecitare l’immaginazione”. Il segreto del metodo sta in un acronimo: Pav. Ovvero “Paradosso, azione, vivida”. In pratica bisogna trasformare ogni informazione in una scena assurda, dinamica, che solleciti i sensi. Esempio: per memorizzare “zanzara” immaginate di essere punti da un transformer con ali in fibra di carbonio, concentrandovi sui suoni e sul sangue che stilla. Per sequenze più complesse c’è il metodo dei loci, luoghi in latino. Lo usava già Cicerone per ricordare gli argomenti delle sue orazioni e ancora oggi secondo uno studio uscito su Nature Neuroscience, lo usano nove concorrenti su dieci dei Campionati mondiali di memoria. Consiste nel visualizzare le informazioni (già trasformate in immagini Pav) lungo un percorso immaginario situato in un luogo familiare, come la casa d’infanzia. Per “rivederle” in sequenza basterà ripercorrere mentalmente il percorso. Grazie a questo metodo De Luca conosce a memoria tutta la Divina Commedia, ma anche il giorno della settimana relativo a qualsiasi data della storia

Giulia Villoresi – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 29 dicembre 2017 -

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