Mio marito, col quale vivo un giusto
modo di essere in due, per di più anche nel lavoro e con i nostri figli ormai
adulti, ha trovato, beato lui, la “passione con una signora più giovane e
attraente di me. Con lei ha un rapporto parallelo basato molto sul sesso, quel
sesso che parte da una grande attrazione reciproca e scatena una passione ma
provata. Ormai da più di tredici anni vivo questa condizione di moglie che sì
ha sofferto, ma capito e rispettato la situazione del marito perché ne abbiamo
parlato, a volte soffrendo e, soprattutto all’inizio molto. In tutti questi
anni per me difficili lui mi è stato sempre vicino e ha cercato in tutti i modi
di spiegarmi che lui mi ama ma ama anche lei e da lei è attratto fisicamente
più che da me. E che non mi abbandonerà mai perché la condivisione e l’intesa
che abbiamo noi con lei è minore, infatti tutto il nostro tempo libero lo
trascorriamo insieme con lei si vede, anche per motivi di rapporto di lavoro,
una volta a settimana. Fra noi, nonostante questo meraviglioso rapporto di
condivisione, questa “passione” non c’era quando ci siamo innamorati e non c’è
tuttora. C’è un buon sesso, ma tiepido, privo di quella soddisfazione che mio
marito, con la sua storia, mi ha tatto, immaginare e che io non ho ancora
provato o voluto provare. Ho accettato questa situazione perché era la migliore
per tutti considerando che anche lei ha famiglia (marito più figlio) e che
anche il marito di lei sa della loro storia, e come me ha accettato la
situazione. Nel mio caso ho cercato e trovato la mia individualità e sono
felice sia quando sono “sola”, senza il coinvolgimento familiare, trovando
interessi con altre persone. Ad esempio adesso mi sto divertendo col gruppo di
tangueri a ballare il tango argentino, mi soddisfa, è un ballo appassionato,
faccio movimento ed esco di casa, il che alla mia età fa bene. Leggo, a volte
scrivo, faccio yoga la mattina appena alzata. Ma sono felice anche in famiglia,
col marito col quale lavoro in armonia e insieme curiamo i nostri interessi, ci
sosteniamo, facciamo progetti per il nostro futuro ormai da quarant’anni. Si
fanno cene coi nostri figli e le loro compagne, con amici e parenti. Mi piace
cucinare perché mi stuzzica la creatività e il palato. Con mio marito si fanno
gite in montagna, viaggi, mostre, a teatro. C’è condivisione e tanta tenerezza.
Perché un concetto non esclude l’altro quando siamo veramente consapevoli di
cosa vogliamo in questo progetto della nostra vita, tutto fila in armonia col nostro
sentire e di conseguenza col mondo.
Da quando questa
rubrica mi ha fatto entrare nel cuore e nelle vite di tante persone ho
cominciato a perdere certezze, e a capire che non esistono regole sicure, nei
sentimenti, nelle norme sociali, nelle risposte agli eventi. Sono arrivata a
formulare l’idea che la famiglia e la coppia siano alla fine due entità
diverse, non sempre conciliabili. La sua lettera mi fa cambiare ancora idea: la
famiglia e la coppia sono serenamente conciliabili anche quando si inserisce un
elemento di “disturbo” che, pur riconosciuto, resta ai margini e non intacca la
solidità di una relazione. Certo ci vogliono intelligenza, saggezza, diciamo
pure anche un calcolo, giusto, su quello a cui può portare qualsiasi decisione.
Lei ama suo marito e la sua famiglia, insieme ci capite e dividete tutto ciò
che si costruisce lungo la vita. L’unica falla tra voi è stata il sesso, da
sempre: lei se ne è fatta una ragione, lui no. Certo tra dedicarsi al tango e
vivere una passione c’è molta differenza: o forse no? Certo lei non ha perso
ciò che le stava a cuore ma a questo punto, mi scusi il pensiero del tutto
personale e probabilmente sbagliato, a quella cosa tiepida che è per lei, e
immagino per suo marito, il sesso, ci rinuncerei volentieri.
Natalia Aspesi – Questioni di cuore – Il Venerdì di La
Repubblica – 29 dicembre 2017 -
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