In apparenza era una missione
impossibile: appassionare il pubblico a temi come algoritmi, numeri e infinito,
caos. Poi invece il ciclo di conferenze Dialoghi matematici, organizzate dall’editore
Il Mulino a Roma nel 2017, è stato un successo. “Quattrocento spettatori
paganti in media per conferenza” dice Alessia Graziano, curatrice con Pino
Donghi dell’iniziativa. “E così quest’anno si replica, con altre sei conferenze
all’Auditorium della Musica di Roma, dal 21 gennaio al 13 maggio”. E se
possibile la sfida sarà ancora più difficile: tema degli incontri sei formule
matematiche e, come si sa, poche cose impensieriscono quanto l’apparente
impenetrabilità del mondo dei numeri. “Ma anche quest’anno a parlare saranno
autorevoli scienziati-divulgatori, che evitando il linguaggio da addetti ai
lavori, punteranno sul contesto storico, i problemi che quelle formule hanno
risolto e il retroterra umano di aneddoti, errori, conflitti, fallimenti e
passioni che si nascondono dietro ai loro freddi termini”. Si comincia il 21
gennaio con Remo Bodei e Umberto Bottazzini e il teorema di Pitagora, quell’ a2+b2=c2, che definisce
il rapporto fra i lati di un triangolo rettangolo. “Elementare, certo, ma
intrigante nel modo in cui può essere dimostrato, partendo da semplici
ragionamenti su triangoli e quadrati. Socrate, per esempio, riuscì a farlo
dimostrare a uno schiavo ignorante, portandolo con le domande fuori dai vicoli
ciechi del suo ragionamento. La grazia del teorema di Pitagora, del resto, è il
fondamento del pensiero scientifico occidentale, secondo cui armonia e bellezza
sono la chiave per comprendere l’Universo”. Altrettanto nota la formula di cui
parlerannol’11 febbraio, Vincenzo Barone e Arnaldo Benini: l’einsteiniana E=mc2. “È
l’esempio perfetto di come, inseguendo problemi “esoterici” per le persone
comuni, in questo caso le conseguenze dell’avere una velocità della luce finita
e insuperabile, si possa arrivare a rivoluzionare la visione del mondo.
Trovando la relazione fra massa ed energia Einstein ha infatti anche aperto la
strada a bombe ed energia nucleare”. Nelle altre conferenze, si parlerà di
calcolo infinitesimale di Isaac Newton, teorema di Fermat, geometria degli
spazi curvi di Friedrich Gauss. L’ultima, il 13 maggio, è dedicata al teorema
di incompletezza di Kurt Godel, che per la prima volta dimostrava come “non si
possa conoscere tutto”: un concetto poi esteso al mondo fisico da Werner
Heisenberg con il suo “principio di indeterminazione”. La conferenza sarà
tenuta da Claudio Bartocci, Edoardo Boncinelli e Gabriele Lolli. Di
quest’ultimo, logico e filosofo matematico, attiva il 25 in libreria Matematica
come narrazione (Il Mulino, pp. 224. 15 euro). “La matematica, imprigionata nei
suoi simboli e nelle sue figure, non dice nulla, né a chi la inventa né a chi
la ascolta, se il suo senso non è raccontato in una storia” dice Lolli. “Se si
studia l’evoluzione della civiltà occidentale, si riconosce che tra la
letteratura e la matematica esiste un’influenza diretta. Un esempio? Dai miti
cosmologici all’epica omerica, alla tragedia greca, alla retorica e alla storia
i greci hanno raffinato e perfezionato linguaggio e ragionamento, fino a
codificare la logica. Le tracce di questo percorso portano diritte alle
dimostrazioni di Euclide”.
Alex Saragosa – Scienze – Il
Venerdì di La Repubblica – 19 gennaio 2018 -
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