Etichette

mercoledì 24 gennaio 2018

Lo Sapevate Che: Il filosofo che sa ascoltare i ragazzi...

Mi Sento Una Scimmia. Sì, posso a ragione affermare di avere lo stesso margine di gestione di una scimmia ammaestrata. È il mio lavoro. Rispondo al telefono. Tutto il tempo. Sempre e comunque, tutto il giorno, tutti i giorni. Sono inchiodata allo squillo di un apparecchio telefonico. Non mi alzo dalla postazione, non mi allontano, non parlo con il collega se non è il telefono a deciderlo…Mi limito solo a seguire e ad applicare procedure standard. Umberto Galimberti, filosofo tra i più ascoltati in Italia e non solo, cita le parole di una giovane lavoratrice di un call center, affermando che lei gli ha scritto una delle lettere più dolorosamente belle che abbia mai ricevuto. Non è affermazione da poco, per lui che cura la rubrica dei lettori di D fin dal 1996. Solo il 10% dei giovani oggi pratica un nichilismo attivo, reagisce, ha una bella volontà. Anche se, si connota una mancanza di scopo, grazie alla quale il futuro non è una promessa ma una minaccia; una mancanza di risposta al perché uno deve stare al mondo, e si spiegano i tanti suicidi; e pure una mancanza di valori, ma questo secondo me è poco importante. Già, quando gli adulti tirano in ballo quei valori che non ci sono più, solitamente rimpiangono la loro sessualità perduta”. Ride con educata perfidia Galimberti. Ma professore, e il restante 90%? “Già perso. Per sempre. Senza rimedio”. Peccato. Avevamo tirato un sospiro di sollievo vedendo la copertina e leggendo la lunga e bella introduzione del suo nuovo saggio intitolato La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo (Feltrinelli), nato per raccogliere e comunque 72 lettere scelte tra quelle che parecchi lettori di D d’età compresa tra i 15 e i 30 anni gli avevano ultimamente scritto. Ci era sembrato di buon auspicio che ragazze e ragazzi avessero cercato un austero signore di 75 anni e un giornale “di carta” per orientarsi in una contemporaneità smorta e depressa. E avevamo seguito Galimberti prendere caute distanze dal libro gemello scritto nel 2007, L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, i cui vivisezionava il nichilismo passivo d’inizio millennio. Rassegnato e senza sogni. Sì. Sotto sotto avevamo sperato che Galimberti seguisse i sentieri della sociologia più aggiornata, quella che vede una cesura trai già “anziani e disillusi Millennial e i loro fratelli minori, i Generazione Z, frugali, analogici, secchioni, risparmiatori, etici, romantici, impegnati. E invece…” E invece la tendenza non c’è. C’è una minoranza di giovani che non vanno assolutamente aiutati. Perché ce la fanno da soli. E a cui è perfettamente inutile dare consigli: quando un ragazzo passa i 12 anni è già troppo tardi, bisognava parargli prima, prima dell’esplosione della sua sessualità”, risponde pronto. Vero, ai figli abbiamo parlato poco…”I padri hanno taciuto. Le madri anche. Però hanno soccorso, e quindi peggiorato la situazione. Ma lo sappiamo o no, quello che ci dicono oggi le neuroscienze? Che nei prmi 3 anni di età un bambino completa le sue mappe cognitive e quelle emotive: non parlargli significa deprimerlo, non darli un riconoscimento. A 4 anni arriva poi il momento dei perché, arriva cioè il principio di causalità che toglie l’angoscia: non mi spavento perché prevedo e faccio uno schema del mondo, sempre che qualcuno abbia risposto con attenzione ai miei perché. Il bambino è un filosofo. Proporrei d’introdurre la filosofia già alle elementari”. Chiaro. Per un sano e consapevole nichilismo attivo, contano di più genitori efficaci e un insegnante carismatico che un sistema di valori solido quanto basta…Galimberti sbuffa, ma alla fin fine si intenerisce: “I valori non sono che coefficienti sociali condivisi dalla comunità per ridurre i conflitti e garantire la convivenza. Con il mutare delle epoche dei valori se li sono inventati e se li sono dati”. Odiano il razzismo, la violenza, lo strapotere del social e dei mezzi informatici, l’iperpatologizzazione imperante che butta tutto in terapia (dalla cromoterapia alla pet-terapia) e uccide la personalità e la dimensione del dolore, la dittatura dei fatti e delle immagini sui sentimenti, il denaro come unico scopo di una carriera e di una vita, il lavoro come ossessione e non come piacere…Basterà, tutto questo? “Comunque stiamo parlando di una struttura di valori ben più significativi di quella oggi espressa dal mondo adulto, di un sistema di bussole spesso difeso in modo aggressivo e provocatorio”. Quanto al bastare, ci pesa sul cuoe un’altra lettera ricevuta da Galimberti, scritta da una laureata 27enne (a breve con una seconda laurea) che vende gelati per 3 euro all’ora, “sei giorni su sette, dieci ore al giorno, contratto falso, dimissioni anticipate firmate senza data, quattordicesima firmata ma non percepita, quindici minuti di pausa totali, turni di lavoro comunicati a mezzanotte perché tu non conti niente”. Anche a un nichilista attivo (e a un filosofo) spesso cadono le braccia.

Elisabetta Muritti – Grandi Domande – Donna di La Repubblica – 20 gennaio 2018 -

Nessun commento:

Posta un commento