La materia oscura e l’energia oscura,
insieme comporterebbero il 95 per cento dell’universo. Ma la loro esistenza non
è mai stata provata sperimentalmente, la prova schiacciante, l’osservazione dell’elusiva
“particella oscura” rimane per ora nel libro dei sogni degli aspiranti al Nobel
per la fisica. E se la materia oscura non esistesse? “In realtà non ne abbiamo
affatto bisogno per spiegare ciò che vediamo nel cosmo” sostiene André Maeder,
fisico dell’Università di Ginevra e autore di uno studio controcorrente
pubblicato sull’Astrophysical Journal.
La materia oscura è stata concepita quando ci si è accorti di una stranezza
nella velocità con cui ruotano le stesse più esterne della nostra galassia.
Considerando che nel sistema solare i pianeti più esterni, come Nettuno, girano
molto più lentamente attorno al Sole rispetto a quelli più interni, come
Mercurio, gli astrofisici si aspettavano un andamento simile anche nelle
galassie. “E invece le stesse più esterne ruotano a una velocità superiore al
previsto “spiega Maeder. “una velocità che dovrebbe farle fuggire dalla
galassia, se non si fosse una forza in grado di trattenerle. Si è pensato così
che questa forza fosse esercitata da un’invisibile “materia oscura”. Solo che
questa materia avrebbe un comportamento curioso, come già evidenziato dal
fisico israeliano Mordehai Milgrom negli anni Ottanta per giustificare ciò che
si vede, non solo nella nostra galassia ma anche in tutte le altre, dovrebbe
trovarsi sempre nei punti giusti e nella quantità adatta a far tornare i conti.
Del resto anche l’energia oscura è stata teorizzata per uscire da un impaccio.
“Nel 1998 si è visto che l’espansione dell’universo ha un’accelerazione
inaspettata di cui l’idea di un’energia “nascosta” per giustificarla” spiega
ancora Maeder. “La mia ipotesi, invece, è che in regioni a densità ridottissima
e dove lo spazio è omogeneo – come gli strati più esterni delle galassie,
proprio quelli dove sono state notate le stranezze che hanno prodotto l’ipotesi
della materia oscura – ci sia un unico fattore che, variando, può avere effetti
e questo è il tempo. Non Le distanze, le contrazioni o le espansioni, visto che
in quei vasti spazi vuoti non c’è abbastanza materia per produrre gli effetti
che osserviamo”. Che cosa vuol dire esattamente? La meccanica quantistica
prevede l’esistenza di un’energia del vuoto. “Nelle regioni ai margini delle
galassie, con il passare del tempo, l’energia del vuoto continua ad
accumularsi: è questa emergenza crescente – e per nulla “oscura” – che si
contrappone alla forza di gravità e potrebbe spiegare gli effetti oggi
attribuiti a materia oscura ed energia oscura, come le accelerazioni delle
galassie e dell’universo verso l’esterno”.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 5
gennaio 2018-
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