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lunedì 15 gennaio 2018

Lo Sapevate Che: Quando tradisci ogni rosa è una spina....

Dopo 23 anni di matrimonio, mai mi sarei aspettata di dover rispondere con un “le cose cambiano” di fronte alla domanda buttata là sul tradimento fatto o ricevuto. Ora che quel “io mai” è sepolto da anni otto, mi ritrovo a fare i conti con i perché. Perché siamo cresciuti e siamo diventati due persone diverse che non sono state capaci di capire ciò che stava avvenendo per paura, per comodo, per disinteresse, per abitudine. Perché è venuto a mancare il rispetto. Perché il silenzio ci ha sopraffatto, ha riempito tutto, e ha lasciato il posto al non vale la pena, un’altra volta. Ma questa altra volta non arriva mai diversa, un’altra volta è ancora una volta di silenzio aspettando un’altra occasione più favorevole. E aspettando l’occasione, passa la voglia, e passando il desiderio arriva la solitudine e con la solitudine arriva un’altra persona. Del tutto inaspettata. Ma forse cercata inconsciamente. E per fortuna. Fortuna se quella persona che arriva ti salva. Ti dona una linfa che fa scorrere nelle vene una sensazione di vita, di esserci, di essere una donna da toccare, una donna da accarezzare, una donna da vivere. Non lo si ceca un amore nuovo per capriccio, lo si trova per sopravvivere. Ora la paura è di ferire chi ti è vicino, tua madre che sicuramente ne soffrirà, tuo figlio che chissà quali risorse e risposte elaborerà questa decisione, tuo marito che ormai non parla più con te ma che continua a sopportare una vita finta di coppia. E il tuo futuro incerto, senza un lavoro, senza un soldo tuo, senza più quella facciata di vita normale e forse invidiata dall’esterno. Vorrei essere più forte, vorrei che questa vita mi fosse così cara e preziosa da prendermene cura nonostante tutto. Vorrei essere più coraggiosa e pensare a me, a noi, alla vita con un uomo paziente ma sempre pronto a proporsi come presenza nel mio futuro. Non è facile, voi che scrivete di donne che tradiscono, non è tutto rose e fiori, sono spine che spesso entrano in profondità e che ci fa più paura togliere che lasciare al loro posto nonostante ci facciano, sanguinare e spegnere lentamente. (Lettera firmata)

Questa bella lettera racconta lo spegnersi lento e inesorabile di un matrimonio. Forse lo si potrebbe salvare se si arrivasse a parlarne, ma quel momento viene continuamente rimandato sino a quando il tempo scade e non c’è più nulla da fare. O come nel suo caso arriva una persona che si accorge di lei (o di lui), che la fa rinascere, che le restituisce il corpo dimenticato, che la toglie dal silenzio e dal vuoto. Lei sta riflettendo se continuare una vita spenta per non far soffrire le persone che ama e perché non è economicamente autosufficiente, o accettare questo ritorno all’amore, alla vita. In tutte e due i casi, bisogna che lei abbia molto coraggio: comunque la prima persona con cui parlarne, rompendo finalmente il silenzio, è suo marito. A cui lei, liberandosi, potrebbe restituire quella libertà che lui non ha il coraggio di chiedere.

Natalia Aspesi – Questioni di cuore – Il Venerdì di La Repubblica 12 gennaio 2018 -

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