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mercoledì 6 dicembre 2017

Lo Sapevate Che: Quegli afrodisiaci viaggi ad alta quota...



Un’ora e poco più dopo il tranquillo decollo, alla quota di crociera di undicimila meri, il discreto sussurro del Boeing 787 della Qatar Airways conciliò il sonno a un passeggero accanto al finestrino. In volo, verso una vacanza a Bali, alto sopra le nubi, il signore russava rumorosamente. Era il segnale che la signora seduta accanto a lui attendeva. Era sua moglie. Con dita leggere, la signora sfilò dal taschino del marito lo smartphone. Anni di matrimonio le avevano insegnato cje il coniuge aveva il sonno pesante, così non esitò a prendergli la mano, Lo aveva osservato molte volte sbloccare quel telefono con il pollice della mano destra e, con abilità, gli fece inconsapevolmente ripetere lo stesso gesto. E…apriti sesamo. Il contenuto dello smartphone si spalancò ubbidiente. La signora l collegò al Wi-Fi di bordo e cominciò a scorrere l’archivio fotografico, la posta elettronica e gli sms del marito addormentato. “Porco!”, risuonò altissimo il suo grido. “Lo sapevo, infame, maiale!”, strepitava dopo aver scoperto le prove, in parole e immagini, di quello che aveva sempre sospettato: il marito aveva avuto e aveva varie relazioni. Non contenta di urlare, la moglie offesa prese a menare in testa lo sposo infedele con il vassoietto della colazione e a tentare di ferirlo con le posate di plastica, refrattaria a ogni sforzo del personale di volo per calmarla. Quarantacinque minuti più tardi, l’aereo compiva un atterraggio di emergenza per consegnare la donna alla polizia e riprendere il viaggio. Ancora una volta, un problema di sesso era intervenuto a turbare un viaggio aereo. Soltanto sesso indiretto e virtuale, in questo caso, ma diretto e concreto nel caso dei quasi cento arresti operati ogni anno da agenti di pubblica sicurezza negli Stati Uniti, chiamati dai comandanti a calmare gli ardenti spiriti dei passeggeri. C’è, dicono le statistiche della Autorità Federale dell’Aviazione americana, un inspiegabile e rimarchevole aumento di coloro che tentano di unirsi al Mie High Club, il club neppure tanto esclusivo di coloro che “lo hanno fatto” a quote molto, molto alte. Con chi capita, capita. Risulta che il 29 per cento dei viaggiatori l’abbia fatto con vicini, naturalmente consenzienti, mai visti prima, e che almeno la metà di chi viaggia in aereo – il 52% a voler essere precisissimi – lo vorrebbe fare. Su un volo notturno della Delta Air Lines, pochi mesi fa, una passeggera di 4 anni e un suo vicino di 28 anni, fino a quel momento a lei sconosciuto, sono stati sorpresi dagli assistenti di volo in un esercizio erotico reso celebre dalle avventure di Bill Clinton e di Monica Lewinsky, richiamati da altri viaggiatori svegliati dai grugniti e mugolii del giovanotto. Sono stati condannati a una multa di 800 dollari ciascuno. Fare sesso in aereo fra asulti in totale accordo non è un reato. Ci sono stati anche casi nei quali ben educati amanti hanno chiesto al comandante e al responsabile di cabina se avessero obiezioni a un loro incontro nella toilette, ricevendo il permesso con l’ammonimento di farla corta. Consiglio prontamente apprezzato dal maschio della coppia. I cultori dell’amore ad alta quota dicono che gli afrodisiaci sono le vibrazioni dell’aereo, la noia dei lunghi tragitti (il 90% degli incontri avviene durante voli di oltre cinque ore), la voglia di trasgressione, il tentativo di combattere la paura di volare – come nel titolo del famoso romanzo di Erica Jong – per celebrare la vita nella sua manifestazione più elementare, vale a dire il sesso. E posso capirli perché anch’io, ogni volta che mi imbarco su un aereo, sono assalito da un desiderio squassante: sentire le ruote del carrello baciare teneramente la pista di atterraggio.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica - 2 dicembre 2017-

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