Natale tra i coralli non è il titolo di
quello che potrebbe essere il più poetico (e meno dinamico) dei cinepanettoni.
Ma sarebbe forse adatto a descrivere quello che succede, in qualsiasi mese
dell’anno, quando le barriere coralline del Mar Rosso ospitano i vermi marini
del genere Spirobranchus. Questi
animaletti, del resto, sono chiamati dagli zoologi “vermi albero di Natale” per
il loro particolare apparato branchiale: due variopinte spirali che ricordano
gli abeti addobbati per le feste. “Questa è l’unica parte visibile
dell’animale: il resto del corpo è protetto da un tubo calcareo che lo Spirobranchus si costruisce una volta
che si è fissato in mezzo ai coralli” spiega la biologa Orly Perry, della
Bar-Ilan University di Israele. “Le branchie retrattili sono un organo
straordinario: la loro forma aumenta la velocità dell’acqua che viene
convogliata nella spirale, e questo fa sì che una grande quantità di particelle
alimentari rimangano intrappolate nei filtri, così da garantire cibo
abbondante”. Queste branchie sono così spettacolari che hanno dato al regista
James Cameron l’idea per le misteriose piante-animali Helicoradian che nei film
Avatar rendono il pianeta Pandora ancora più pittoresco. I coralli delle
barriere e gli esemplari di Spirobranchus in genere convivono, ma è quella che
si potrebbe definire una relazione complicata. “È un rapporto sia di
cooperazione che di competizione” spiega Orly Perry. “Da un lato sua gli
“alberelli dello Spirobranchus che lo “sportellino” spinoso con cui il verme
chiude il tubo calcareo dove si rintana tutto quando è minacciato, possono
infastidire i pesci che vorrebbero predare i coralli È anche vero però che il
verme marino e il corallo, non potendo spostarsi, si contendono di continuo le
particelle di cibo traportate dall’acqua”. E la fame può rendere molto ostili
verso i vicini invadenti: “I coralli hanno dei tentacoli urticanti che tirano
fuori per proteggere il loro spazio vitale” sottolinea la biologa. “E la
propensione a usarli influisce sulla distribuzione degli Spirobranchus: i
coralli meno bellicosi – come le specie Porites lutea, Porites lobata e Porites
lichen – sono anche quelli più colonizzati dai vermi Spirobranchus. Mentre su
quelli più aggressivi, come la Merulina ampliata e la Galaxea astreata si
notano ben pochi “alberi di Natale””. A differenza degli abeti in casa, gli
esemplari del genere Spirobranchus
durano ben più di qualche settimana. Capire quanto vivono è abbastanza facile:
“I coralli hanno delle striature di crescita annuale proprio come gli anelli
nei tronchi d’albero. Se si asporta una porzione di corallo con il tubo
calcareo di uno Spirobranchus, la lunghezza in striature del tubo ci rivela
l’età dell’animale” spiega Perry. “Quella media è ragguardevole: dieci-venti
anni. Ma si può arrivare fino a quarant’anni. Che per un verme è un traguardo
incredibile”.
Dedo Tortona – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 22
dicembre 2017
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