“Il voto è un’attività,
ripetitiva, defaticante, individuale fino ai limiti dell’onanismo. Basata sul
volontariato, ha scarso sbocco professionale. È stagionale, quindi poco
appetita dagli sponsor. Si consigliano più feconde interrelazioni col mercato,
creazione di votanti specializzati, mobilità per gli altri. Potrebbe essere utile
stabilire un minimo di prenotazioni, senza raggiungere il quale il voto
potrebbe essere rimandato…”. È la relazione di un ufficio studi, di cui non
possiamo rivelare il nome, incaricato da diversi governi di un progetto a lungo
termine per risparmiare centinaia e centinaia di milioni spesi per quello che
loro chiamano un “inutile sondaggio globale”. Dice, ma la democrazia? Trionferà.
Sarà distribuita a tutti nelle farmacie sotto forma di compressa.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di La Repubblica – 1
dicembre 2017 -
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