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domenica 9 marzo 2014

Lo Sapevate Che: L'Antitaliano...


Cosa Ci Insegna Il Caso Gentile

Ascoltate in Internet la telefonata fra lo stampatore e l’editore de “L’Ora della Calabria” per bloccare l’articolo sul figlio del sottosegretario che per questo si è dovuto dimettere: in 16 minuti tutti i mali del Paese

Il quotidiano locale l’”Ora della Calabria” è assurto agli onori della cronaca per una vicenda fumosa, sulla quale possiamo fare supposizioni, credendo di essere più o meno vicini alla verità, tenendo conto che in Calabria (e, per estensione, in Italia) nulla è mai come appare. Il 19 febbraio, l’”Ora della Calabria” sarebbe dovuto andare in stampa con un articolo che riguardava il figlio di Antonio Gentile (sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti che per questo affare si è poi dovuto dimettere), Andrea, che è sotto indagine da parte della Procura di Cosenza per abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione per delinquere. Inutile dire che quella edizione non è mai andata in stampa, ufficialmente per un problema tecnico alle rotative. Poi viene diffusa una telefonata tra il proprietario della tipografia che avrebbe dovuto stampare il giornale, nonché presidente di Fincalabra, Umberto De   Rose, e l’editore del giornale,  Alfredo Citrigno. Questa telefonata invita tutti a cercarla online e ad ascoltarla. Al di là di ciò che ciascuno di noi crederà di sentirci – o sarà certo di sentirci – rappresenta la summa di come vanno le cose al Sud, di come funzionano editoria, politica, imprenditoria e giustizia. In quella telefonata c’è tutto: in soli sedici minuti di conversazione. Ma attenzione, ciò che accade al Sud ha ricadute sulla vita di ciascuno di noi, perché questa storia di ordinario malcostume coinvolge, magari a sua insaputa, un sottosegretario del nuovo governo. Un uomo che non è indagato, che non è stato intercettato in prima persona, ma la cui presenza è difficile non sentire in quella conversazione.
A Un Capo Del Telefono Alfredo Citrigno, un giovane imprenditore, figlio di Pietro Citrigno cui la Dia di Catanzaro ha appena sequestrato 100 milioni di euro. Ecco le motivazioni; “Un consolidato e allargato sistema di usura posto in essere già dagli anni Settanta”, e “la contiguità ad alcuni esponenti di spicco delle consorterie criminose operanti nel territorio cosentino”. Inoltre Pietro Citrigno è già stato condannato in via definitiva  quattro anni e otto mesi per usura aggravata. Per l’Antimafia è “un soggetto equidistante da entrambi i clan di spicco operanti nel territorio cosentino, che aveva bisogno di protezione a livello delinquenziale, al fine di tutelare le proprie attività imprenditoriali.
All’Altro Capo Del Telefono Umberto De Rose, su di lui pende un’accusa che tutto sommato in Italia potremmo considerare peccato veniale, ovvero evasione fiscale. De Rose è il protagonista assoluto di questa telefonata, in cui assurge quasi a maestro di vita. Con le sue parole sembra voler insegnare al giovane Citrigno cosa voglia dire essere imprenditori, di più, esserlo in Calabria. De Rose dice di essere stato avvicina da qualcuno perché faccia da tramite con l’editore dell’”Ora della Calabria” per bloccare l’articolo di Antonio Gentile. Il direttore del quotidiano, Luciano Regolo, si oppone a questa censura sulla quale del resto non sembra essere d’accordo nemmeno Alfredo Citrigno. Pare infatti che la notizia sia già uscita su un quotidiano online, quindi sembrerebbe inutile non pubblicarla. Eppure De Rose ne fa una questione di rapporti: con i guai giudiziari che sta attraversando la famiglia Citrigno a chi giova inimicarsi un politico che magari può anche diventare sottosegretario? “Loro sanno benissimo che l’editore se vuole può in qualche maniera fermare la questione”. Se è vero sempre che la linea editoriale può essere in maniera più o meno diretta influenzata dalla proprietà di una telefonata, questo è tanto più vero a livello locale dove non c’è l’attenzione dei grandi media nazionali e anche le denunce spesso cadono nel vuoto. De Rose continua: “Questi un minimo di influenza la tengono, si parla che sarà sottosegretario alla giustizia”.
Ora, questa telefonata è stata diffusa ed è proprio qui che la storia smette di riguardare bieche faccende locali e assume rilevanza nazionale. E’ qui che come sempre, ciò che sembra accadere in terre lontane può arrivare a minare la credibilità di un governo. Di un governo appena insediatosi e che fa del cambiamento la sua forza. Cambiamento, in questo caso, deve significare soprattutto attenzione, attenzione a ciò che accade localmente perché l’Italia si fa nelle province, e questo un governo di sindaci deve saperlo più di chiunque altro.

Roberto Saviano – L’Espresso – 13 marzo 2014

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