Cosa Ci Insegna Il Caso
Gentile
Ascoltate in Internet
la telefonata fra lo stampatore e l’editore de “L’Ora della Calabria” per
bloccare l’articolo sul figlio del sottosegretario che per questo si è dovuto
dimettere: in 16 minuti tutti i mali del Paese
Il quotidiano locale l’”Ora della Calabria” è assurto agli
onori della cronaca per una vicenda fumosa, sulla quale possiamo fare
supposizioni, credendo di essere più o meno vicini alla verità, tenendo conto
che in Calabria (e, per estensione, in Italia) nulla è mai come appare. Il 19
febbraio, l’”Ora della Calabria” sarebbe dovuto andare in stampa con un
articolo che riguardava il figlio di Antonio Gentile (sottosegretario alle Infrastrutture
e Trasporti che per questo affare si è poi dovuto dimettere), Andrea, che è
sotto indagine da parte della Procura di Cosenza per abuso d’ufficio, falso
ideologico e associazione per delinquere. Inutile dire che quella edizione non
è mai andata in stampa, ufficialmente per un problema tecnico alle rotative.
Poi viene diffusa una telefonata tra il proprietario della tipografia che
avrebbe dovuto stampare il giornale, nonché presidente di Fincalabra, Umberto
De Rose, e l’editore del giornale, Alfredo Citrigno. Questa telefonata invita
tutti a cercarla online e ad ascoltarla. Al di là di ciò che ciascuno di noi
crederà di sentirci – o sarà certo di sentirci – rappresenta la summa di come
vanno le cose al Sud, di come funzionano editoria, politica, imprenditoria e
giustizia. In quella telefonata c’è tutto: in soli sedici minuti di
conversazione. Ma attenzione, ciò che accade al Sud ha ricadute sulla vita di
ciascuno di noi, perché questa storia di ordinario malcostume coinvolge, magari
a sua insaputa, un sottosegretario del nuovo governo. Un uomo che non è indagato,
che non è stato intercettato in prima persona, ma la cui presenza è difficile
non sentire in quella conversazione.
A Un Capo Del Telefono Alfredo Citrigno, un giovane
imprenditore, figlio di Pietro Citrigno cui la Dia di Catanzaro ha appena
sequestrato 100 milioni di euro. Ecco le motivazioni; “Un consolidato e
allargato sistema di usura posto in essere già dagli anni Settanta”, e “la
contiguità ad alcuni esponenti di spicco delle consorterie criminose operanti
nel territorio cosentino”. Inoltre Pietro Citrigno è già stato condannato in
via definitiva quattro anni e otto mesi
per usura aggravata. Per l’Antimafia è “un soggetto equidistante da entrambi i
clan di spicco operanti nel territorio cosentino, che aveva bisogno di
protezione a livello delinquenziale, al fine di tutelare le proprie attività
imprenditoriali.
All’Altro Capo Del
Telefono Umberto De
Rose, su di lui pende un’accusa che tutto sommato in Italia potremmo
considerare peccato veniale, ovvero evasione fiscale. De Rose è il protagonista
assoluto di questa telefonata, in cui assurge quasi a maestro di vita. Con le
sue parole sembra voler insegnare al giovane Citrigno cosa voglia dire essere
imprenditori, di più, esserlo in Calabria. De Rose dice di essere stato
avvicina da qualcuno perché faccia da tramite con l’editore dell’”Ora della
Calabria” per bloccare l’articolo di Antonio Gentile. Il direttore del
quotidiano, Luciano Regolo, si oppone a questa censura sulla quale del resto
non sembra essere d’accordo nemmeno Alfredo Citrigno. Pare infatti che la
notizia sia già uscita su un quotidiano online, quindi sembrerebbe inutile non
pubblicarla. Eppure De Rose ne fa una questione di rapporti: con i guai
giudiziari che sta attraversando la famiglia Citrigno a chi giova inimicarsi un
politico che magari può anche diventare sottosegretario? “Loro sanno benissimo
che l’editore se vuole può in qualche maniera fermare la questione”. Se è vero
sempre che la linea editoriale può essere in maniera più o meno diretta
influenzata dalla proprietà di una telefonata, questo è tanto più vero a
livello locale dove non c’è l’attenzione dei grandi media nazionali e anche le
denunce spesso cadono nel vuoto. De Rose continua: “Questi un minimo di
influenza la tengono, si parla che sarà sottosegretario alla giustizia”.
Ora, questa telefonata è stata diffusa ed è proprio qui che
la storia smette di riguardare bieche faccende locali e assume rilevanza
nazionale. E’ qui che come sempre, ciò che sembra accadere in terre lontane può
arrivare a minare la credibilità di un governo. Di un governo appena
insediatosi e che fa del cambiamento la sua forza. Cambiamento, in questo caso,
deve significare soprattutto attenzione, attenzione a ciò che accade localmente
perché l’Italia si fa nelle province, e questo un governo di sindaci deve
saperlo più di chiunque altro.
Roberto Saviano – L’Espresso – 13 marzo 2014
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