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martedì 18 marzo 2014

Lo Sapevate Che: Pier Carlo Padoan...

Pier Carlo Padoan
Basta sacrifici, si allenti il  rigore

“Sta maturando a livello europeo una consapevolezza: inseguire il deficit giorno per giorno porta sola a misure controproducenti, che alla fine questo deficit lo aggravano. E’ un cambiamento di mentalità, ha richiesto tempo, però alla fine, ci stiamo arrivando. Il consolidamento fiscale è necessario, ma sui tempi si può finalmente discutere”.
Pier Carlo Padoan, vicesegretario generale e capo economico dell’Ocse, conferma che gli elementi per la ripresa dell’eurozona sono ormai tutti in ordine e che è questione  di mesi, purché però non ci si faccia male da soli. “Intendiamoci: bisogna mantenere gli obiettivi di natura strutturale perché solo dalle riforme viene una crescita solida e duratura, ma i tempi con cui questi obiettivi vanno raggiunti possono essere allungati. Una dilazione è già stata concessa ad alcuni Paesi come Grecia e Portogallo: l’Ocse chiede che questa possibilità sia generalizzata a tutta l’area euro”.
Italia compresa?
“Certo. Il nostro Paese sta già raggiungendo un obiettivo molto importane, quello di uscire dalle procedure per deficit eccessivo aperte nel momento più difficile della crisi. Ora potrà chiedere di entrare a far pare a pieno titolo fra i Paesi per i quali si prevede l’allentamento del vincolo deficit/Pil”.
Addio rigore del 3%, o almeno arrivederci fra qualche anno?
“Non si corregge la recessione se il ciclo è negativo. Bisogna perseguire l’aggiustamento del deficit, solo che va depurato degli effetti della recessione, bisogna cioè valutarlo in termini strutturali. Con il Paese in crisi diminuiscono le tasse versate, e la risposta non dev’essere quella di imporre nuove restrizioni”.
Perché così non se ne esce?
“Aggravano anziché risolvere i problemi. Noi raccomandiamo che gli obiettivi siano fissati in termini strutturali: non bisogna inseguire il ciclo verso il basso. Va ricordato che l’eurozona è, fra le grandi aree mondiali, quella che ha fatto più progressi nel consolidamento fiscale. C’è ancora spazio da percorrere ma in molti Paesi, Italia compresa, il rapporto debito/Pil presto comincerà a scendere”.
Presto? Uno, due anni?
“Qualcosa del genere, e ciò avverrà malgrado il fatto che la recente misura per la restituzione dei debiti alle imprese comporti un minimo rialzo del debito. D’altronde è una misura importante perché tonifica l’economia. Molte altre ne servirebbero a livello europeo: finora i costi dell’aggiustamento dell’eurozona sono caduti sulle spalle dei Paesi in crisi, Grecia, Spagna, anche Italia, a costo di minare profondamente l’ordine sociale. E’ tempo che le nazioni in surplus facciano la loro parte. La Germania potrebbe favorire l’aumento dei salari per aumentare la domanda interna, una misura dalle ripercussioni positive per l’intera area euro: gli altri aumenterebbero l’export verso Berlino”.
(…)
Federico Rampini – La trappola dell’austerity Perché l’ideologia del rigore  blocca la ripresa.


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