“Dsm” è l’acronimo di “Diagnostic and statistical manual:
mental disorfers”. Ovvero manuale diagnostico e statistico dei disturbi
mentali. Un tomo che classifica, spiega, descrive e prescrive a quali criteri
si dovrebbero attenere gli specialisti per stabilirei problemi dei loro
pazienti.
Stampato per la prima volta nel 1952, il “Dsm” ha raggiunto
la popolarità alla terza edizione, nel 1980. Da allora il dibattito è acceso.
Anche perché gli americani fanno le cose in grande: per realizzarlo spendono
decine di milioni di dollari e investono in tam-tam perché tutto il mondo ne
parli. Così l’indice statunitense resta il riferimento indiscusso. Questo
nonostante le critiche: oggi il principale oppositore del “Dsm-5” è proprio la
psichiatra che coordinò la stesura dell’edizione precedente, Allen Frances, che
in “Primo non curare chi è normale” (Bollati Boringhieri, 2013) accusa gli
autori di seguire le pressioni delle case farmaceutiche, pronte a proporre
nuove pillole per curare patologie inesistenti. Ecco quindi le novità più
contestate.
Lutto a rischio Il cordoglio per la perdita di una persona amata era
considerato motivo sufficiente per escludere, almeno nei primi due mesi,
qualsiasi diagnosi di depressione. Non è più così: dal giorno dopo il funerale
un medico potrebbe prescrivervi una terapia.
Bambini adirati i ragazzini fra i 6 e i 18 con tre o più “scoppi d’ira” alla
settimana potrebbero soffrire di “disturbo di disregolazione dell’umore”. A
prescindere da cosa li faccia arrabbiare.
Malattie da Tv Fra i nuovi disturbi spunta anche la sindrome da
accaparramento, ovvero quella tendenza ad accumulare oggetti e scarti che è
alla base di un realitu di successo, “Sepolti in casa”.
Folli da caffè Nelle dipendenze pericolose spunta anche quella alla
tazzina; i “caffeinomani” entrano nel registro delle persone con problemi
psichici.
Achtung abbuffate Basta abbuffarsi davanti al frigo una volta a settimana per
rischiare di soffrire di “disturbo da alimentazione incontrollata”.
Timidi? No grazie Se per sei mesi (o meno) un adulto o un bambino dimostrano
di avere difficoltà a parlare in pubblico, sia tra parenti che fra sconosciuti,
possono soffrire del disturbo “d’ansia sociale”. Novità: non deve essere la
persona a dichiarare la sua difficoltà. Se è eccessiva lo può stabilire anche
il medico.
Giorni pericolosi Anche il pre-mestruo può essere patologico. Fra il 2 e il 5
per cento delle donne, scrivono gli autori del Dsm-5, ne soffrirebbe in modo
così grave da rendere loro impossibile andare al lavoro. Terapia prescriversi!
Colloquio con Eugenio Borgna- Scienze – L’Espresso – 27 marzo
2014
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