Braccia tese, croci
celtiche e niente interviste:
com’è vecchia Forza
Nuova
“Per accreditarsi
bisogna pagare 50 euro. Una volta dentro potrete
intervistare sole le
persone da noi indicate”. Così mi accoglie, illustrandomi
le regole d’ingaggio
per documentare l’evento, il ragazzo con il K-way
griffato del logo di Forza Nuova all’ingresso del salone che
ospita l’iniziativa internazionale del suo partito. Roberto Fiore, segretario
di Forza Nuova, farà gli onori di casa al cospetto di leader di estrema destra
provenienti da vari angoli d’Europa: Spagna, Inghilterra, Germania e Grecia,
soprattutto Grecia. Provo ad argomentare che è la prima volta che mi viene
chiesto di finanziare un qualsiasi partito politico per documentarne
un’iniziativa, ma il ragazzo ha la risposta pronta: “Di noi parlate male
comunque, tanto vale farvi pagare”. Qualcuno, incredibilmente, paga.
Poco dopo Fiore passa, guarda e dice a noi che non cediamo di
sperare in 2un’amnistia”. Il ragazzo sull’uscio però incalza: “Tra dieci minuti
chiudiamo le porte, il vostro lavoro qui è inutile” dice, come se, a porte
aperte ma senza entrare, il lavoro in questione potesse avere una qualche
utilità. Pochi secondi e il gioco smette di farsi duro, i fascisti non sono più
quelli di una volta, la tarantella finisce e chi ha opposto resistenza entra
senza pagare. “Però non ce devi prende’
per il culo” si raccomanda un ragazzo all’entrata. “Lo farò nella media”
rispondo senza sapere che per filmare il leader spagnolo esaltante la Spagna di
Franco mi ci vorranno dieci minuti appena.
Mentre documento mani tese, felper con celtiche e propaganda
esposta , un ragazzo mi segue negli spostamenti. Capisco di avere la guardia
del corpo, preposto al controllo delle mie azioni. La cosa è tanto smaccata da
venirmi ammessa esplicitamente. “Cosa avete paura che io faccia?” chiedo al mio
angelo custode intuendo delle aspettative eccessive rispetto alle potenzialità
del mio lavoro. “Che fai qualche domanda a qualche militante, o filmi cose
particolari. Prima ti hi visto, Hi ripreso uno con la felpa di Alba Dorata”.
Alba Dorata, il cui parlamentare qui presente è accolto come un eroe. Sono loro l’esempio,
quelli che ce l’hanno fatta, i fascisti col consenso. Vorrei parlare di questo
e altro con chi si alza di continuo per battere le mani seguendo una liturgia
da messa, tra invettive contro omosessualità e immigrazione, e l’orizzonte di
un’Europa dei popoli, “libera, sovrana, armata”, qualsiasi cosa voglia dire .
Ma parlare con loro non è permesso e non
si capisce se ci sia meno stima per la stampa o per se stessi. Quando vado via,
il mio controllore mi saluta. Con lui, alla fine, ho addirittura parlato.
Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica – 14 Marzo 2014
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