Le Abitudini della
Felicità
La ricerca della felicità è difficile da prescrivere. Ognuno
ha la sua, e se ne continua a dibattere da diverse migliaia di anni. Martin
Seligman, fondatore della psicologia positiva, teorizzava negli anni Novanta
che il 60 per cento della felicità è determinato dalla genetica e
dall’ambiente, esolo il 40 dipende da noi. Sarà vero? Nel 2004, in una
conferenza californiana della serie “Ted”, Seligman segnalò anche che ogni uomo
avrebbe bisogno di tre tipi di felicità: di puro piacere, di impegno, e di
ricchezza di significato, quella cioè che ti fa sentire parte di qualcosa di
più grande.
Nell’antica disputa si è ultimamente cimentato anche
l’”Huffington Post” americano, che, studi scientifici alla mano, ha provato a
dare qualche consiglio sulle abitudini da seguire. Saranno davvero efficaci?
Provando a suddividerli, ci si accorge che si possono individuare tre
sottogruppi: consigli per il corpo, per il rapporto con gli altri, per il
rapporto con il proprio spirito.
Per quanto riguarda il corpo, bisogna assolutamente fare
esercizi (“Produce endorfine”), stare almeno 20 minuti all’aria aperta
(“Rienergizza più di un caffè”), dormire bene, ridere e camminare ad ampie
falcate. Per il rapporto con gli altri, detto che non guasta certo circondarsi
di persone felici, è importante un bel sorriso (ma solo se autentico), saper
ascoltare, incontrare gli amici vis-à-vis (non solo sui social net-work), e poi
condurre conversazioni profonde e non banali, essere generosi e spendere per
gli altri. E nel rapporto con sé?
Serve saper apprezzare le piccole cose, guardare il lato
positivo, perdere ogni tanto la cognizione del tempo, saper staccare la spina
(dei nostri strumenti elettronici), ascoltare buona musica, essere in grado di
rialzarsi e concedersi del tempo “spirituale”, distinto da quello “profano”.
Non è facile, certo, ma l’ultimo consiglio sembra il più importante di tutti: “provare” ad essere felici. “ A volte,
presi dal pessimismo, ci si dimentica anche di provarci.
Daniele Castellani Perelli – L’Espresso – Società – 3 Ottobre
- 2013
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