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sabato 6 luglio 2013

Lo Sapevate Che: E La Mafia Entra Nell'Alta Finanza...


Walter Siti, favorito al premio strega, se la vedrà con altri quattro
finalisti. Li presentiamo tutti

Favorito al Premio Strega, nonostante i numeri della Cinquina, è Walter Siti con la storia di Tommaso, un borgataro, ex obeso, figlio di un detenuto. Le sue straordinarie doti matematiche spingono l’associazione criminale a cui il padre appartiene a investire su di lui. Con un’operazione chirurgica gli vengono asportati i sessanta chili in eccesso e con un fisico più accettabile (anche se ricucito sembra un orsacchiotto rappezzato) Tommaso si iscrive alla costosa Luiss . Diventerà un bankster, un gangster della finanza che dal computer fa sparire soldi sporchi e li fa riapparire puliti e profumati. Siti anche questa volta entra nel romanzo, non come protagonista, ma come testimone chiamato da Tommaso per raccontare la trasformazione criminale della finanza e dell’economia, dove i mafiosi non imbracciano più la lupara ma prendono master all’estero. Un mondo ossessionato dal denaro, dove le donne sono oggetto di scambio. Tommaso si innamora di un’olgettina, un sentimento autentico che non gli impedirà atti odiosi su una minore. In questa melma di turpitudini l’autore non giudica,non c’è moralismo, ed è questo il maggior pregio del libro.
Per fortuna lei è un romanziere e non un analista economico.
“ Diceva Aristotele che i romanzieri si occupano di quello che potrebbe succedere”.
Quindi, lei ritiene che la mafia sia la prosecuzione naturale del capitalismo?
“No, credo che esista la possibilità di fare mercato senza le acrobazie della finanza creativa. Non è uno sbocco obbligatorio del capitalismo, ma una malformazione. Si sale su un tapis roulant accelerato. Ma come in tutti i miei libri il mio interesse è puntato sul desiderio che adesso, nella nostra società, è diventato infinito. Non si soddisfa mai, si ha l’impressione che non si possa rinunciare ai desideri e il denaro diventa lo strumento. Se poi si vuole anche il potere l’escalation è inarrestabile”.
Come nei libri precedenti lei tratta i mutamenti sociali, ma questa volta lascia da parte l’omosessualità.
“Walter Siti è presente perché non so fare il narratore onnisciente, ho bisogno di spiegare come vengo a sapere le cose che racconto”.
Ma la struttura con tre incipit è piuttosto complicata.
“Il romanzo moderno nasce così. Don Chisciotte nella seconda parte del libro legge di Don Chisciotte e si arrabbia perché non è trattato bene. Giocare con le forme mi è connaturato”.
Come risponde ai due esclusi alla Cinquina, Busi e Cappelli, che sono andati piuttosto pesanti su di lei e sul suo romanzo?
“Non rispondo. Penso che se Busi ha detto certe cose è perché le pensa, e a Cappelli, c’è poco da dire visto che non fa critiche circostanziate”.
Brunella Schisa – Venerdì di Repubblica – 28 – 6 13


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