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mercoledì 31 luglio 2013

Lo Sapevate Che: Il Sogno di Zoro...


Tra D’Alema che fa D’Alema e  Renzi
 il Vecchio Dc,l’Unico Leader è Napolitano

“I contraccolpi a nostro danno nelle relazioni internazionali e nei mercati
Finanziari si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili.
Non ci si avventuri perciò a creare vuoi, o a staccare spine” ammonisce Giorgio
Napolitano alle prese con l’ennesima cialtronata compiuta da una classe dirigente che, se solo si fosse trovata a governare in tempi di Guerra fredda, chissà quali danni davvero irrecuperabili sarebbe stata in grado di provocare. Che lasciare un ministro come Alfano al posto suo dopo una vicenda grottesca e vigliacca quale quella della riconsegna in mani Kazake di Anna Shalabayeva e figlia non sia di per sé avventura capace di provocare contraccolpi internazionali, è questione molto opinabile. Ma l’estate è ormai piena, la Cassazione del 3° luglio già troppo vicina, e per un partito perennemente diviso tra la prospettiva di avere troppi leader possibili e la realtà di averne uno solo ottuagenario, il monito presidenziale, ancora una volta, detta legge.
Agenda politica e calendarizzazione mediatica fan sì che  nella giornata in cui i senatori pd votano compatti (tranne 7 astenuti) a difesa di Angelino, l’ego di D’Alema si ritrovi a gigioneggiare dal palco della Festa del Pd di Roma proprio in contemporanea con l’ultima puntata (prima di un promesso silenzio stampa) della serie televisiva che vede l’ego di Renzi candidarsi a tutto risultando quasi sempre più credibile di chi non sa più cosa fare per ostacolarlo davvero.
Quando D’Alema afferma che senza Angelino sarà buio, i margini di dibattito, per chi di disciplina di partito e devozione ai leader s’è pasciuto, sembrano assottigliarsi. Ma gli sms che arrivano da più case vanno in senso contrario. Ad un amico faticosamente intento nello sforzo di restare dalemiano al cospetto del suo leader che ha appena detto che lui a Renzi vuole bene e si augura che faccia il premier ma non il segretario del Pd, la moglie da casa scrive via sms: “Va a finire che mi iscrivo al Pd solo per votare Renzi alle primarie”.
“’Sti democristiani so troppo forti, con noi, non c’è storia” rincara mio padre da casa. “ “Quando è venuto Pippo qui c’era il doppio della gente” sottolinea una signora ormai civatiana. Un signore mi chiede: “Piaciuto D’Alema?”. E’ stato D’Alema” rispondo vado ma esaustivo. “Non ironizzare troppo” mi ribatte serissimo, proprio come se ci fosse una misura consentita dal Partito senza misure, un limite a fin di bene, superato il quale si farebbero danni. Lo rassicuro: cercherò di evitare. Soprattutto perché ormai non c’è più molto da ridere.

Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica – 26-7-13

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