Silvio Vada In Pensione: Un Governo
Diverso
(Probabilmente) Già Esiste
Forse soltanto uno psichiatra ,ma uno
molto bravo, potrebbe spiegare le ragioni per cui un Paese sull’orlo della
bancarotta di Stato riesce ancora ad appassionarsi alle vicende personali di un
Berlusconi. Deve essere un meccanismo
di rimozione. Si continua a interrogarsi sul futuro di un quasi ottuagenario
straricco per non vedere che ci siamo giocati l’avvenire dei figli. Ci si
immerge in dibattiti sul bunga bunga e l’evasione fiscale di un miliardario per
non guardare le vite disperate di tanti piccoli onesti imprenditori che si
impiccano nel capannone perché non riescono più a pagare le tasse e stipendi.
Siamo nel 2013 e ancora l’Italia non è entrata nel Ventunesimo secolo e nemmeno
ha finito il precedente. Il dibattito pubblico, facce comprese, è fermo alla
fine degli anni Ottanta.
Dove
eravamo rimasti? Ah, già, l’ineleggibilità e il conflitto d’interessi.
Il
peggior effetto di un ventennio di mala politica è questa perenne regressione.
Molti anzi sono convinti che se il governo Letta crollasse sotto il peso delle
condanne a Berlusconi, quello rivincerebbe le elezioni. Una prospettiva alla
quale, per rispetto dell’intelligenza dei miei concittadini, non riesco a
credere. In ogni caso è già svanita l’illusione che in Italia si potesse fare
un governo di grande coalizione alla tedesca. Alla tedesca? In Germania
l’opinione pubblica non ha esitato un momento a mandare in pensione Helmut Kohl
non appena si è saputo degli scandali dei fondi neri, e delle mazzette ricevute
da Leo Kirch, il loro Berlusconi. E si trattava appunto di Kohl, uno che aveva
governato bene vent’anni, unificato le due Germanie e costruito la nuova Unione
europea.
E’
ormai chiaro o dovrebbe esserlo a tutti che se non si volta la pagina del
berlusconismo non si va da nessuna parte. Mandiamolo in pensione, dimentichiamo
cosa è stato il delirio di questi due decenni buttati al vento e proviamo a
ricominciare da un’altra parte. Se non sulla base del ragionamento, visti i risultati,
almeno per stanchezza. Non è detto che Berlusconi possa davvero minacciare la
crisi di governo. Potrebbe uscire e accorgersi che non tutti lo seguono. In
Parlamento forse c’è già una maggioranza alternativa a questa. Qualunque altra
maggioranza sarebbe migliore.
Non
è detto neppure che lo stesso Cavaliere creda davvero di poter rivincere
elezioni anticipate. Gli elettori in realtà l’avrebbero già mandato in
pensione, fra la batosta dei referendum e i dieci milioni di voti persi a
febbraio. E’ il sistema politico che ci ha riconsegnato all’eterna stagione del
berlusconismo. Ma quando finiranno gli anni Ottanta in questo benedetto Paese?
Curzio
Maltese – Venerdì di Repubblica – 19-7-13
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